...il vento, le onde e le montagne, sono sempre dalla parte dei navigatori e scalatori più abili.

 



 
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Autunno inverno e primaverrra Sicilia 2015/16

Le stagioni più belle dell'anno

Termini Imerese 01 marzo 2016

Nulla di tutto ciò che accade - azioni, discorsi affetti - è o dura, ma nell'istante stesso in cui è, non è più, perchè il tempo travolge ogni cosa come un fiume in piena. Ma questa facoltà dell'anima che è la memoria, impadronendosi non so come di quanto non è più, ne crea un'immagine e una realtà. Per questo l'oracolo ai Tessali ammoniva di fare attenzione all'udito di un sordo e alla visione di un cieco.  di Plutarco

Fa capolino un'altra primavera
Vedere il bicchiere é mezzo pieno e respirare aria di montagna, anch'essa rigeneratrice di nuove energie,  mi fa sentire propositivo. Riprendo ad aver voglia di aggiornare il mio blog. Mi sembra un buon segno perché anche il resto lo vivo con maggior entusiasmo. Così il primo di marzo ritorno abbastanza volentieri in barca per ultimare quel poco necessario, tipo l'antivegetativa, da poter stare in acqua per tutto l'anno. L'idea sarebbe di visitare di più l'entroterra di quest'isola. Al dire di qualcuno che ho incontrato, le persone più autentiche, vivono più all'interno, almeno a quattro km dalla costa.
Per ritornare all'anno scorso: il 18 settembre ero già in cantiere a Temini Imerese e, il 1° di ottobre a casa da figli, nipotini ed amici. Una vita piacevolmente movimentata: Andare a prendere i bambini a scuola e all'asilo, qualche cenetta con gli amici e riprendere il ritmo del mio paese. Dopo essermi riappacificato anche col mondo, il primo di dicembre sono nuovamente in barca. Devo dire che ritornare a casa dalla Sicilia mi costa due terzi in meno che ritornare dall'Isola d'Elba... per tanto é anche possibile muoversi. Il 15.12 era venuto a trovarmi Andrea con Cristian. L'emozione del volo, la bella Palermo, le barche, il porto, le navi e dormire in barca, per Cristian, é stata una novità che lo ha reso contento.

Il periodo natalizio é molto sentito anche qua e a Natale c'é il presepe vivente. Una associazione di volontari di T. Imerese allestiscono le scene lungo una via che scende fino al porto, attraversando la zona più antica della città. Stare di sera in barca dentro il cantiere non é il massimo della vita, così mi faccio un giro e vado a vedere L'antico altare, dal presepe scolpito in marmoquesta cosa che tutti mi raccomandano, di non mancare. All'inizio ero solo incuriosito ma, piano piano, partecipo sempre di più fino a provare emozione. La partecipazione di pubblico é numerosa, gli attori recitano con tanta passione che alla fine i più bravi ti coinvolgono e tra essi e il pubblico devoto, si crea un'atmosfera alla quale partecipo contento. Un Natale autunnale tanto  favorevole tato che ne approfitto per fare qualche bel bagno al mare. 
Il 13.01 sono ritornato in quel di Trento per restare fino ai primi di marzo. Magda la mamma di Carla ci ha lasciati e abbiamo affrontato, insieme ai suoi cari, un periodo doloroso ma sereno.
Essendo principalmente il mio diario di bordo scrivo anche cose, seppur private e poco pertinenti alla nautica, ma che mi ricordano la via. Approfitto dell'invito per stare con alcuni amici e si v'à in Val dei Moccheni a mangiare polenta con un, gustoso ed indimenticabile, misto di cacciagione. La simpatica compagnia rallegra il Alla Tingherlacuore, ricreando un clima vissuto tanto tempo fa. Questi monti sono l'ambiente, ancora vivibile, al quale siamo abituati; Dal nostro paese si sale e vi si giunge in un quarto d'ora di macchina, é possibile poi, proseguire a piedi  oltrepassando i confini del Gruppo del Lagorai.
Pergine, il paese di cui parliamo nel quale io vivo, fa parte del comprensorio dell'Alta Valsugana e comprende oltre al castello, alcuni Lago di Levicolaghi. I due laghi principali sono: Il lago di S. Cristoforo - Caldonazzo e il lago di Levico. Infatti poco prima di ritornare in Sicilia e approfittando ancora di una splendida giornata,  con Carla e Luna abbiamo effettuato una bella escursione lungo il lago di Levico. 
Diverso è andare in Dolomiti di Sella e Pordoi a trovare mio figlio Andrea con Norma. Da loro si rivive l'alpinismo che abbiamo nel cuore. In due ore si raggiunge la radura tra i boschi a monte di Canazei. La località dove gestiscono lo chalet dei Monti Pallidi è coronato da spettacolari  pareti verticali. Una boccata d'aria frizzante e un po' di tempo da trascorrere insieme prima di ritornare al mare.
In cantiere all'avvicinarsi delle festività pasquali, le maestranze, organizzano qualche grigliata serale. Sul finire della  primavera, il lavoro diventerà frenetico e non avranno tempo ne voglia per queste cose. Kitalpha é pronta per il varo ma prima approfitto della proposta di Beppe da Partinico per andare sul Gruppo delle Madonie, distanti da noi una trentina di chilometri e fare visita ad un suo amico. Appena la strada si distanzia dalla linea costiera, prevalgono le zone agresti e più in alto, i pascoli. In quota la giornata era fredda, arrivati a Piano Battaglia, c'era anche la neve caduta il giorno precedente. Luoghi selvatici e paesi "fuori mano" dove i ritmi sono ancora più rallentati e i sorrisi della gente, più aperti. L'amico di Beppe, veterinario della zona, ci dava appuntamento presso un piccolo ristorante a conduzione famigliare, dall'ottima cucina e prezzi moderati.
Nella seconda settimana di aprile é venuto a trovarmi l'amico Albano. Ci eravamo conosciuti un paio di anni fa, il suo interesse per la vela e in particolare l'esperienza di vivere in barca e stare tra la gente di mare in questa stagione, l'aveva incuriosito. Il meteo non era dei migliori ma anche lui non avendo esigenze particolari non ha avuto problemi. Siamo andati a Palermo ma alla LNI non avevano disponibilità per il transito, così abbiamo fatto rifornimento di carburante e siamo rientrati al Termini Imerese, luogo logisticamente più adatto in quel momento.  Lungo questo piccolo tragitto c'è il paese di Porticello con un porto di pescatori; è il più importante della Sicilia. Si, quello di Mazara del Vallo è più grande e riguarda principalmente  una pesca d'altura o addirittura di tipo oceanico, invece quello di Porticello si riferisce a pescatori che operano lungo le nostre coste. Sta di fatto che ci siamo fermati attraccando affiancati ad uno di questi pescherecci. Ho telefonato a Pina di Bagheria per sentire se gli andava di passare a salutarci. Ho conosciuto Pina non tanto tempo fa, quando portavo la bombola del camping gas a ricaricare e mi ero fermato a chiedere le info necessarie, proprio nel suo laboratorio che sta a fianco della stazione dei treni. Pina avrebbe studiato farmacia ma per amore, ha cambiato arte dedicandosi alla famiglia, e al laboratorio: pitturando quadri, facendo cornici o caratteristiche scatole in legno adatte a contenere prodotti locali. Un laboratorio che col tempo è diventato anche il punto d'incontro di persone che si dedicano volontariamente ad organizzare eventi culturali, artistici e musicali, atti la promuovere la  socialità di quella città. E' anche promotrice di progetti a sfondo sociale e sempre rivolti agli ultimi che purtroppo, anche lì,  continuano ad aumentare. Nell'attesa di prendere un aperitivo insieme, Albano ed io ci siamo incamminati tra i vicoletti che conducono al porto vecchio, scoprendo angoli incantevoli. Facciamo conoscenza, con un ormai raro, maestro d'ascia alle prese nella costruzione di uno splendido Gozzo in legno, di 7/8 metri. Arrivata Pina ci conduce da un suo cliente proprietario di una tipica "cantinotta" dai pregiati vini locali dove degustiamo qualche assaggio di marsala alle mandorle, gentilmente offertoci dal proprietario. Pina, prima di rientrare a casa, ci suggerisce di mangiare nel ristorante di un suo altro conoscente ma avendo dimenticato in precedenza una mia giacca presso il gambero rosso locale, o optato per quello. E' andata così che abbiamo strapagato per un pesce e la giacca non era la mia. Fortunatamente non è una consuetudine, che da queste parti può capitare.  

IMMAGINI CORRELATE

     

     

Cristian aiuta Carla nei lavoretti di casa
     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

 

 

Instabile primavera
 
Si susseguono cicloni più o meno potenti e si fa attendere un anticiclone dalle condizioni meteo più stabili

Nel pomeriggio del 10 maggio lascio l’ormeggio di Termini Imerese

 

Al riparo dai venti di Scirocco e di Maestrale

 Il mare è ancora agitato ma il breve tragitto per giungere, con venti portanti, a Porticello è presto fatto. E’ il più affollato porto di pescatori della Sicilia. Dò fondo all’ancora e ormeggio di poppa a fianco di un grosso caicco. Chiedo al comandante di questo di questo di passarmi la prima cima a doppino nella bitta soppravvento alla banchina. Da soli all’ormeggio se lanci la prima cima a qualcuno è più comodo. Poi con calma termino le operazioni di ormeggio. Per la notte è previsto Scirocco e se è forte, visto il tipo di ancora del momento (cqr) non sarebbe tanto raccomandabile rimanere in quella posizione senza cambiare tipo di ancora. Mi informo dai pescatori. Il tam-tam del porto dà: due colpi di vento forte, durane la notte, di Scirocco e, successivamente per alcuni giorni, di Maestrale. Chiedo quali pescherecci non escono il giorno dopo e  decido di cambiare ormeggio e affiancarmi ad uno di essi, in zona maggiormente protetta. A sera termino le mie operazioni che giudico a regola d’arte e serenamente dopo cena, scavalcando due pescherecci per raggiungere la banchina, cerco un bar che abbia un meritato buon wischy. Per questo chiedo a un signore che seduto ai bordi del molo guarda il mare. Gentilmente mi dice – ti accompagno io – lui si chiama Giovanni, è vissuto 45 anni in America e adesso trascorre la vecchiaia nella sua terra natia. Ci accomodiamo sulla terrazza del bar che guarda  il mare. Lui adesso è astemio e per compagnia, beve un bicchiere d’acqua. Discorrendo si rivela un’ottima persona: mite, di cultura e rispettoso verso tutto il genere umano e la natura. Adesso, dice, sono come un bambino, guardo e imparo. Una prima folata di Scirocco interrompe i nostri discorsi, mi sento più tranquillo se ritorno in barca. Decide di accompagnarmi per un tratto perché nel frattempo abbiamo cominciato a parlare di religione. Un argomento che in questi ultimi anni mi fa riflettere. Nel corso della sua vita è stato colto dal dono della fede e ha esplicitato con sapienza e memoria diversi concetti e motivi che lo pongono nel giusto modo di misericordia e speranza che il vangelo e altri testi insegnano. Ci siamo salutati e più sereno e contento ho affrontato la notte burrascosa.
Ieri ho preso il treno per Bagheria portando a far ricaricare la bombola della camping gas, perché su quest’isola, non ho mai trovato il ricambio per i 5Kg. Strada facendo mi sono fermato a salutare Mimma presso il suo laboratorio. Come sempre era intenta a incollare e cambrettare scatolette in compensato di varie dimensioni, per una ditta che poi le avrebbe riempite di prodotti locali da vendere ai turisti. Il coperchio sarebbe stato ornato di raffigurazioni tipiche siciliane. La conosco da poco tempo e grazie ad Albano ho reperito una campanella delle nostre mucche da portagli in regalo, come da lei richiestomi. In quelle poche volte che ci siamo visti ha sempre trovato motivo di sottolineare la sua cultura, le sue qualità poetiche, i suoi intenti di volontariato verso gli ultimi e in particolare la sua intelligenza… L’avevamo incontrata anche con Albano al quale aveva esplicitato, con le lacrime agli occhi, la sua rinuncia alla laurea in farmacia, nonostante fosse destinata ad andare in America come ricercatrice. Ieri gli ho fatto notare che forse stava un po’ esagerando…mi ha risposto che vi sono due tipi di intelligenza: quella emozionale e quella sostanziale ecc. ho risposto che se una persona consapevole dei suoi limiti si ritiene contenta della vita vissuta per aver fatto il suo possibile, del suo meglio per migliorarsi, è già un bel risultato e se si riconosce in quello che è stato il proprio percorso di vita e ne è soddisfatto, è sufficientemente intelligente. Spesso ho incontrato persone di questi luoghi che si lamentavano perché una volta erano qualcuno e adesso non sono considerati dagli altri ma - se sapessero chi ero io - …dei suoi sei figli ce ne uno, il più piccolo, - ti dico io, quello diventerà qualcuno -. Fanno sacrifici e debiti per matrimoni sfarzosi, album fotografici di tutti i tipi, fatti sempre da professionisti per: battesimi, compleanni, prime comunioni, cresime, facendosi mancare il pane, ma: cellulari, computer, internet, impianti stereofonici e altro, non mancano. Ovviamente non sono tutti così.

"E' bello quel che piace"

Tra questi pescatori mi trovo proprio bene. Ormai mi conoscono tutti e mi trattano come uno di loro. Anche'essi vivono in simbiosi con la natura. In base ai periodi dell'anno e  del meteo sanno dove probabilmente c'è il pesce e di quale tipo. Spesso sbarcano le reti, ( lunghe anche più di 2 Km.) per attrezzarsi alla pesca di pesce pregiato come: il Dentice o il pesce spada. Le tecniche sono antiche e non le impari in poco tempo. Qua sono quasi tutti "figli d'arte". Come tra gli alpinisti si parla di montagna qui si parla di pesca, di mare, di leggi ingiuste che regolano la pesca, di quello che ha pescato uno o l'altro, di chi ha preso un verbale dalla capitaneria e di come andranno le condizioni meteo. Gli aneddoti sono infiniti. Spesso incontri persone semplici dal vissuto con straordinaria passione, come Salvatore: Il nonno e il padre pescavano; a quel tempo non avevano il motore ma si muovevano a remi o a vela. Cerano numerose tonnare e quello è tutto un altro discorso interessante. Da giovane questo Salvatore aveva fatto il militare nella Marina e all'inizio era stato imbarcato a Taranto nei sommergibili ma, soffriva di claustrofobia.. poi come Nocchiere, sulla Vespucci a Livorno e La Spezia. Ha girato mezza Europa. Era  particolarmente bravo nelle impiombature delle: drizze, scotte, amantigli, ecc. tutte a tre trefoli. Saliva dalle sartie fino alla "coffa" di maestra o di mezzana, spesso gareggiando a chi arriva primo. In navigazione l'equipaggio era sempre in stand by; avevano tempo dieci minuti per trovarsi al posto di manovra a movimentare le vele. La nave pescava fino a 7m. sotto il livello del mare e lì erra stivata, oltre alla cambusa e tutto quello che serviva, avevano riservato un locale per le prove musicali. Appassionato di percussioni apprendeva l'uso della batteria. L'orchestrina dilettava i numerosissimi ospiti e l'equipaggio. Al momento del congedo gli venne chiesto di rimanere ma, a casa con il padre ormai vecchio non si poteva fare a meno di ritornare alla pesca quale unico sostentamento della famiglia. A parte il vissuto di Salvatore, anche gli altri hanno preso in mano il lavoro di famiglia: Beppe con suo figlio Andrea, un'altro Salvatore con il suo bel Gozzo da 7.50m.  quando con le reti non fa buona pesca si imbarca sul peschereccio di Nicola e di suo fratello, coadiuvando il marinaio Beppe. Anche con Nicola ho un buon rapporto interpersonale, ieri ha portato in porto suo figlio Ivan di appena 3 anni, gioioso di salire sul peschereccio di papà. Insieme siamo andati a comprare un parabordo rubatomi nottetempo da un peschereccio di forestieri...Sono affiancato dal peschereccio di Antonio che mi procura il vino di uva pigiata dal contadino con i piedi ... A sere alterne  faccio due passi con Giovanni, con lui ho un buon dialogo che mi rasserena sempre. E' domenica 22.5. Tanti sono in mare; chi è partito ieri pomeriggio chi questa notte ma, rientrano già stasera a causa del previsto Scirocco per la prossima notte. In fretta hanno sbarcato quintali di reti per una giornata di pesca al tonno dove almeno guadagnano qualcosa. E' una pesca proibita e sono costretti a questo tipo di vita tra: guardie e ladri. Le forze dell'ordine impiegano e si prodigano anche con elicotteri per contrastare l'illegalità ottenendo anche notevoli risultati ma, parliamo sempre su chi lavora. Invece poi vi sono le navi da pesca giapponesi o francesi che invece aspettano i tonni al largo e quelli li possono pescare....Comunque in questa caccia, spesso i pescatori riescono a portare la "pagnotta" a casa e a torto o ragione io tengo per loro, considerando che la gente che LAVORA se non fa qualcosa in nero non campa. Come sempre ci sarebbe un rovescio della medaglia ma intanto mi soffermo sul "dritto".    

 

 

 

 

 

 

 

 

Vita tra chi conosce l'arte della pesca 
A parte certe notti impossibili a prendere sonno in quanto: dopo cena arrivano gli equipaggi di pescatori, con qualcuno si parla de più e del meno... poi arrivano i furgoni frigo che li riforniscono di esche congelate, (consistono di diverse cassette di calamari, seppie o sgombri, dipende dal tipo di pesca) poi tanti salpano. Gli orari dipendono dal tipo di pesca e della distanza dalla costa o dal luogo più adatto. Dipende anche dalla Luna: se al sorgere o al tramontare; se è crescente o calante; se è Luna piena o a un quarto ecc. del tipo : Luna seduta marinaio in piedi, in questo caso è meglio rimanere in porto. Dal vento, i pesci lo percepiscono, come ogni altro evento, prima che accada: se previsto Scirocco, certi pesci non li prendi, se è previsto Maestrale, altri come i tonni ecc. si eccitano e sono allegri, il momento è più favorevole. Per ogni ora , momento e condizione, è favorevole un diverso tipo di pesca. Ovviamente serve la rete giusta col tipo di maglia adatta. Varie sono le tecniche: a strascico, in gruppo e libere in linea da S a N o a zig zag nelle singole calate, con la lampara: calano delle barche a remi, dotate di grosse lampade. Non ricordo come chiamano ogni tipo di tecnica. Se si aggiungono i decreti e regolamenti ministeriali, non basta una vita per apprendere tutto;poi prima dell'apertura(03.30) del mercato ittico, conferiscono il pesce. Tale conferimento è aperto a tutti anche ai non residenti.  Lì si determina il prezzo. Il porto è pulsante come un cuore sia di notte per quanto scritto che di giorno per: riparazione delle reti strappate dai cari Delfini, cambio di reti per tipo di pesca e per eventuali decreti ministeriali in riferimento allo spessore della maglia,  cambio degli ami dei "Palangari" per rispetto alla normativa del momento, manutenzione di tutti i beni strumentali. Per ogni pescatore, dopo la famiglia, la Madonna o il loro Dio, perché tutti sono molto credenti, il porto sta al centro per ogni confronto e possibili strategie di lavoro e di mercato.
I furbetti si trovano ovunque
Uno dei motivi per i quali mi sono fermato a Porticelllo è stata l'avaria, data dalla rottura della cinghia di uno dei due alternatori, subita dopo appena 2 h dalla partenza da Termini Imerese. L'ì avevo smontato un alternatore perchè faceva un sibilo, forse indice di usura dei cuscinetti. Daniel l'aveva rimontato. In navigazione avevo notato una carica inconsueta, poi la rottura. Riparare in quel porto era l'ideale. Ho cambiato la cinghia. Quando faceva vento l'eolico svolgeva il servizio di ricarica batterie, nei giorni di calma di vento accendevo il motore per breve tempo. Dopo diversi giorni si rompe nuovamente e in più entrambe le batterie dei servizi non tengono più la carica. Mi attivo a trovare uno specializzato in elettrauto e mi informo sui costi delle matterie. Mi indicano in "Scintilla" il più bravo e per le batterie un negozio del luogo. Smonto alternatore sospetto perche l'altro era già stato verificato e lo porto in officina. Dopo due giorni é ancora sul bancone di Scintilla, peraltro noto per essere non tanto di parola. I tempi stavano stretti per l'approssimarsi del volo verso casa e prima, riportare la barca a T.I. al porto di mia fiducia.
Mi fanno il nome di un tecnico di Bagheria, anche se caro ma almeno è puntuale. Arriva, mi decanta le sue qualità e professionalità. Consegno il "pezzo" ripreso dal banco di Scintilla e rimaniamo d'accordo che lo prova e nel caso non funzioni mi telefona per la mia conferma per l'acquisto a Palermo di uno nuovo. Dopo un'ora mi telefona e mi dice - sto andando a Palermo- evidente che è rotto. C'è uno originale a 275€ e uno simile a 170€. Prendi quello originale.. e le batterie? visto che il prezzo era maggiore che a Porticello ho temporeggiato; prima verifichiamo che tutto funzioni poi vediamo. Arrivato ha montato l'alternatore, metto in moto e poi dico - ma questo  va come l'altro - ma il mio era rotto? no dice - non era rotto ma io non te lo garantisco...così se dovesse rompersi ne hai uno di ricambio.. non eravamo d'accordo così ma visto che mi avevano fatto il suo nome subito non mi sono impuntato. Gli ho pagato in contanti la fornitura e ci saremmo rivisti il mattino dopo per finire il lavoro. Intanto mi sono informato sul modello che mi è stato venduto, ovviamente era una sottomarca, al prezzo di listino 170€. Il mattino seguente è arrivato sicuro di s'è al punto di consegnarmi una bolla con la quale dichiarava che l'alternatore era originale Volvo al prezzo di 575€ ma grazie alla sua onestà ne avrei risparmiate 300. Ci siamo seduti, gli chiesto il costo del lavoro e riaffermato come sono andate le cose, lui ha ammesso e ha confermato la fornitura Volvo. Avevo registrato la conversazione tanto per evitare chiacchiere con chi mi aveva fatto il suo nome e, ho chiamato i carabinieri. Per farla breve, si è messo a piagnucolare pregandomi di non fargli questo, che ha subito anche un ictus. D'accordo faccia lui.  E' ritornato a Bagheria e mi ha riportato i soldi, ha smontato l'alternatore e io gli ho riconsegnato la bolla quale secondo corpo del reato di truffa. Sceso dalla barca ha preso forza e mi ha detto - vado io alla Capitaneria a dire che persone così non dovrebbero farle entrare nemmeno in porto. La sera prima ero amareggiato data l'ennesima fregatura ma la notte mi ha portato consiglio e in seguito, non ho provato soddisfazione ma non mi sono sentito come la sera prima e in più coi miei 280€ che mi premevano assai.
Gli amici mi hanno indicato il posto giusto per mettere la barca; più riparato e lontano dai traffico portuale. Così conosco Salvino papa di Domenico. Non sono pescatori, il figlio ha un Pab a Bagheria e porta anche turisti in barca;  il papa, persona di cultura, con un vissuto interessante che non descrivo, anch'essi sono semplicemente se stessi e cordiali, anche con loro si può parlare quasi sorridendo. Ho conosciuto Carlo, titolare del cantiere navale; oltre al suo lavoro è un bravo chitarrista con la passione per la musica Jazz e con l'hobby di restaurare a tempo perso barche in legno di gran pregio. Poi ho conosciuto un simpatico "brigante"; mi alzo un mattino e trovo un vecchio barcone in legno legato alla mia prua con 3 metri di cima. Era l'unica che aveva a bordo. Era messo sottovento alla mia prua con la poppa che scodinzolava a dx e a sx battendo di qua e di la contro le altre imbarcazioni. Ho controventato con una cima la sua prua con la prua di un peschereccio più grande evitando che cambiando il vento si appoggiasse sulla mia prua, spedando la mia ancora, facendomi finire con la poppa in banchina. Quando è arrivato il novello armatore mi ha gentilmente ringraziato...Incuriosito mi informo sul personaggio; aveva comprato il barcone per meno di 3 mila € e destinato al macero perché: il pescatore proprietario si è comprato un peschereccio più grande o nuovo, sul quale ha passato la licenza. Dato che licenze non ne concedono, il barcone doveva essere demolito. Il pescatore novello, è un coraggioso nulla tenente, non avendo niente da perdere fa quello che vuole, in barba ai decreti ministeriali e alle licenze. Non è l'unico.. Un giorno mi ha detto - se mi fermano gli dico che il verbale me lo facciano non meno di diecimila € così ho più soddisfazione. Ha quel punto, quando ormeggia, preparo tanti parabordi...

Situazione meteo

Da una settimana le condizioni meteorologiche sono avverse alla navigazione. Praticamente è dal giorno successivo al mio arrivo in questo porto, che tutti i pescatori sono fermi in attesa di condizioni meteo favorevoli alla pesca. Tutto è cominciato da una notte di forte vento da Scirocco in rotazione, il giorno successivo, da  Libeccio e, nei sei giorni seguenti, da Ponente, con pioggia, per poi passare a Maestrale portando almeno il cielo sereno. Un alternarsi a brevi momenti di calma del vento, mantenendo, il moto ondoso del mare. 

   

 

     

     

     

     

     

Uomini di montagna uomini di mare

Uomini accomunati dal confronto con la natura la quale li cresce umili ma forti, capaci, concreti e quando serve, generosi. Questo, secondo me, è il motivo che un intero paese di pescatori, con il porto quale luogo di ritrovo, ancora incontaminato da interessi turistici, abitato da: uomini così vissuti e , anch'essi privi di "profeti in patria",  caratterizza in parte, la  qualità di questa comunità  che la rendono non dico unica ma rara. Dinamiche presenti nel passato anche nelle nostre valli di pastori, contadini ed emigranti; fortunatamente il turismo ha portato, anche, la necessaria ricchezza, purtroppo spesso, a discapito della natura e dell'ambiente.

 

     

 

 

 
  Costa Ovest della Sicilia

Diario di bordo 

Estate 2016