Al riparo dai venti di
Scirocco e di Maestrale
Il mare è ancora agitato ma il breve tragitto per giungere, con
venti portanti, a Porticello è presto fatto. E’ il più affollato
porto di pescatori della Sicilia. Dò fondo all’ancora e ormeggio
di poppa a fianco di un grosso caicco. Chiedo al comandante di
questo di questo di passarmi la prima cima a doppino nella bitta
soppravvento alla banchina. Da soli all’ormeggio se lanci la
prima cima a qualcuno è più comodo. Poi con calma termino le
operazioni di ormeggio. Per la notte è previsto Scirocco e se è
forte, visto il tipo di ancora del momento (cqr) non sarebbe
tanto raccomandabile rimanere in quella posizione senza cambiare
tipo di ancora. Mi informo dai pescatori. Il tam-tam
del porto dà: due
colpi di vento forte, durane la notte, di Scirocco e, successivamente
per alcuni giorni, di Maestrale. Chiedo quali pescherecci non escono il giorno dopo e
decido di cambiare ormeggio e affiancarmi ad uno di essi, in zona
maggiormente protetta. A sera termino le mie operazioni che
giudico a regola d’arte e serenamente dopo cena, scavalcando due
pescherecci per raggiungere la banchina, cerco un bar che abbia
un meritato buon wischy.
Per questo chiedo a un signore che seduto ai
bordi del molo guarda il mare. Gentilmente mi dice – ti
accompagno io – lui si chiama Giovanni, è vissuto 45 anni in
America e adesso trascorre la vecchiaia nella sua terra natia.
Ci accomodiamo sulla terrazza del bar che guarda il mare. Lui
adesso è astemio e per compagnia, beve un bicchiere d’acqua. Discorrendo si
rivela un’ottima persona: mite, di cultura e rispettoso
verso tutto il genere umano e la natura. Adesso, dice, sono come un bambino, guardo e
imparo. Una prima folata di Scirocco interrompe i nostri
discorsi, mi sento più tranquillo se ritorno in barca.
Decide di accompagnarmi per un tratto perché nel frattempo
abbiamo cominciato a parlare di religione. Un argomento che in
questi ultimi anni mi fa riflettere. Nel corso della sua vita è
stato colto dal dono della fede e ha esplicitato con sapienza e
memoria diversi concetti e motivi che lo pongono nel giusto modo
di misericordia e speranza che il vangelo e altri testi
insegnano. Ci siamo salutati e più sereno e contento ho
affrontato la notte burrascosa.
Ieri ho preso il treno per Bagheria portando
a far ricaricare la bombola della camping gas,
perché su quest’isola, non ho mai
trovato il ricambio per i 5Kg. Strada facendo mi sono fermato a salutare
Mimma presso il suo laboratorio. Come sempre era intenta a
incollare e cambrettare scatolette in compensato di varie
dimensioni, per una ditta che poi le avrebbe riempite di
prodotti locali da vendere ai turisti. Il coperchio sarebbe
stato ornato di raffigurazioni tipiche siciliane. La conosco da
poco tempo e grazie ad Albano ho reperito una campanella delle
nostre mucche da portagli in regalo, come da lei
richiestomi. In quelle poche volte che
ci siamo visti ha sempre trovato motivo di sottolineare la sua
cultura, le sue qualità poetiche, i suoi intenti di volontariato
verso gli ultimi e in particolare la sua intelligenza… L’avevamo
incontrata anche con Albano al quale aveva esplicitato, con le
lacrime agli occhi, la sua rinuncia alla laurea in farmacia,
nonostante fosse destinata ad andare in America come
ricercatrice. Ieri gli ho fatto notare che forse stava un po’
esagerando…mi ha risposto che vi sono due tipi di intelligenza:
quella emozionale e quella sostanziale ecc. ho risposto che se
una persona consapevole dei suoi limiti si ritiene contenta
della vita vissuta per aver fatto il suo possibile, del suo
meglio per migliorarsi, è già un bel risultato
e se si riconosce in quello che è stato il proprio percorso di
vita e ne è soddisfatto, è sufficientemente intelligente. Spesso ho
incontrato persone di questi luoghi che si lamentavano perché
una volta erano qualcuno e adesso non sono considerati dagli
altri ma - se sapessero
chi ero io - …dei suoi sei figli ce ne uno, il più
piccolo, - ti dico io, quello diventerà qualcuno
-. Fanno sacrifici e
debiti per matrimoni sfarzosi, album fotografici di tutti i tipi,
fatti sempre da professionisti per: battesimi, compleanni, prime
comunioni, cresime, facendosi mancare il pane,
ma: cellulari,
computer, internet, impianti stereofonici e altro,
non mancano. Ovviamente non sono tutti
così.
"E' bello quel che
piace"
Tra
questi pescatori mi trovo proprio bene. Ormai mi conoscono tutti
e mi trattano come uno di loro. Anche'essi vivono in simbiosi
con la natura. In base ai periodi dell'anno e del meteo
sanno dove probabilmente c'è il pesce e di quale tipo. Spesso
sbarcano le reti, ( lunghe anche più di 2 Km.) per attrezzarsi
alla pesca di pesce pregiato come: il Dentice o il pesce spada.
Le tecniche sono antiche e non le impari in poco tempo. Qua sono
quasi tutti "figli d'arte". Come tra gli alpinisti si parla di
montagna qui si parla di pesca, di mare, di leggi ingiuste che
regolano la pesca, di quello che ha pescato uno o l'altro, di
chi ha preso un verbale dalla capitaneria e di come andranno le
condizioni meteo. Gli aneddoti sono infiniti. Spesso incontri
persone semplici dal vissuto con straordinaria passione, come
Salvatore: Il nonno e il padre pescavano; a quel tempo non avevano il
motore ma si muovevano a remi o a vela. Cerano numerose tonnare
e quello è tutto un altro discorso interessante. Da giovane
questo Salvatore aveva fatto il militare nella Marina e
all'inizio
era stato imbarcato a Taranto nei sommergibili ma, soffriva di
claustrofobia.. poi come Nocchiere, sulla Vespucci a Livorno e
La Spezia. Ha girato mezza Europa. Era particolarmente
bravo nelle impiombature delle: drizze, scotte, amantigli, ecc.
tutte a tre trefoli. Saliva dalle sartie fino
alla "coffa" di maestra o di mezzana, spesso gareggiando a chi
arriva primo. In navigazione l'equipaggio era sempre in stand by;
avevano tempo dieci minuti per trovarsi al posto di manovra a
movimentare le vele. La nave pescava fino a 7m. sotto il livello
del mare e lì erra stivata, oltre alla cambusa e tutto quello che serviva,
avevano riservato un locale per le prove musicali. Appassionato
di percussioni apprendeva l'uso della batteria. L'orchestrina
dilettava i numerosissimi ospiti e l'equipaggio. Al momento del
congedo gli venne chiesto di rimanere ma, a casa con il padre
ormai vecchio non si poteva fare a meno di ritornare alla pesca
quale unico sostentamento della famiglia. A parte il vissuto di
Salvatore, anche gli altri hanno preso in mano il lavoro di
famiglia: Beppe con suo figlio Andrea, un'altro Salvatore con il
suo bel Gozzo da 7.50m. quando con le reti non fa buona
pesca si imbarca sul peschereccio di Nicola e di suo fratello,
coadiuvando il marinaio Beppe. Anche con Nicola ho un buon
rapporto interpersonale, ieri ha portato in porto suo figlio
Ivan di appena 3 anni, gioioso di salire sul peschereccio di
papà. Insieme siamo andati a comprare un
parabordo rubatomi nottetempo da un peschereccio di
forestieri...Sono affiancato dal peschereccio di Antonio che mi
procura il vino di uva pigiata dal contadino con i piedi ...
A sere alterne faccio due passi con Giovanni, con lui ho un
buon dialogo che mi rasserena sempre. E' domenica 22.5. Tanti
sono in mare; chi è partito ieri pomeriggio chi questa notte ma,
rientrano già stasera a causa del previsto Scirocco per
la prossima notte. In fretta hanno sbarcato quintali di reti per
una giornata di pesca al tonno dove almeno guadagnano qualcosa.
E' una pesca proibita e sono costretti a questo tipo di vita
tra: guardie e ladri. Le forze dell'ordine impiegano e si
prodigano anche con elicotteri per contrastare l'illegalità
ottenendo anche notevoli risultati ma, parliamo sempre su chi
lavora. Invece poi vi sono le navi da pesca giapponesi o
francesi che invece aspettano i tonni al largo e quelli li
possono pescare....Comunque in questa caccia, spesso i pescatori
riescono a portare la "pagnotta" a casa e a torto o ragione io
tengo per loro, considerando che la gente che LAVORA se
non fa qualcosa in nero non campa. Come sempre ci sarebbe un
rovescio della medaglia ma intanto mi soffermo sul "dritto".
Vita tra chi conosce l'arte della pesca
A
parte certe notti impossibili a prendere sonno in quanto: dopo
cena arrivano gli equipaggi di pescatori, con qualcuno si parla
de più e del meno... poi arrivano i furgoni frigo che li
riforniscono di esche congelate, (consistono di diverse cassette
di calamari, seppie o sgombri, dipende dal tipo di pesca) poi
tanti salpano. Gli orari dipendono dal tipo di pesca e della
distanza dalla costa o dal luogo più adatto. Dipende anche dalla
Luna: se al sorgere o al tramontare; se è crescente o calante;
se è Luna piena o a un quarto ecc. del tipo : Luna seduta
marinaio in piedi, in questo caso è meglio rimanere in porto.
Dal vento, i pesci lo percepiscono, come ogni altro evento,
prima che accada: se previsto Scirocco, certi pesci non li
prendi, se è previsto Maestrale, altri come i tonni ecc. si
eccitano e sono allegri, il momento è più favorevole. Per ogni
ora , momento e condizione, è favorevole un diverso tipo di
pesca. Ovviamente serve la rete giusta col tipo di maglia adatta.
Varie sono le tecniche: a strascico, in gruppo e libere in linea
da S a N o a zig zag nelle singole calate, con la lampara:
calano delle barche a remi, dotate di grosse lampade. Non
ricordo come chiamano ogni tipo di tecnica. Se si aggiungono i
decreti e regolamenti ministeriali, non basta una vita per
apprendere tutto;poi prima dell'apertura(03.30) del mercato
ittico, conferiscono il pesce. Tale conferimento è aperto a
tutti anche ai non residenti. Lì si determina il prezzo. Il porto è pulsante come un cuore
sia di notte per quanto scritto che di giorno per: riparazione
delle reti strappate dai cari Delfini, cambio di reti per tipo
di pesca e per eventuali decreti ministeriali in riferimento
allo spessore della maglia, cambio degli ami dei
"Palangari" per rispetto alla normativa del momento,
manutenzione di tutti i beni strumentali. Per ogni pescatore,
dopo la famiglia, la Madonna o il loro Dio, perché tutti sono
molto credenti, il porto sta al centro per ogni confronto e
possibili strategie di lavoro e di mercato.
I furbetti si trovano ovunque
Uno dei motivi per i quali mi sono fermato
a Porticelllo è stata l'avaria, data dalla rottura della cinghia
di uno dei due alternatori, subita dopo appena 2 h dalla
partenza da Termini Imerese. L'ì avevo smontato un alternatore
perchè faceva un sibilo, forse indice di usura dei cuscinetti.
Daniel l'aveva rimontato. In navigazione avevo notato una carica
inconsueta, poi la rottura. Riparare in quel porto era l'ideale.
Ho cambiato la cinghia. Quando faceva vento l'eolico svolgeva il
servizio di ricarica batterie, nei giorni di calma di vento
accendevo il motore per breve tempo. Dopo diversi giorni si
rompe nuovamente e in più entrambe le batterie dei servizi non
tengono più la carica. Mi attivo a trovare uno specializzato in
elettrauto e mi informo sui costi delle matterie. Mi indicano in
"Scintilla" il più bravo e per le batterie un negozio del luogo.
Smonto alternatore sospetto perche l'altro era già stato
verificato e lo porto in officina. Dopo due giorni é ancora sul
bancone di Scintilla, peraltro noto per essere non tanto di
parola. I tempi stavano stretti per l'approssimarsi del volo
verso casa e prima, riportare la barca a T.I. al porto di mia
fiducia.
Mi fanno il nome di un tecnico di Bagheria, anche se caro ma
almeno è puntuale. Arriva, mi decanta le sue qualità e
professionalità. Consegno il "pezzo" ripreso dal banco di
Scintilla e rimaniamo d'accordo che lo prova e nel caso non
funzioni mi telefona per la mia conferma per l'acquisto a
Palermo di uno nuovo. Dopo un'ora mi telefona e mi dice - sto
andando a Palermo- evidente che è rotto. C'è uno originale a
275€ e uno simile a 170€. Prendi quello originale.. e le
batterie? visto che il prezzo era maggiore che a Porticello ho
temporeggiato; prima verifichiamo che tutto funzioni poi
vediamo. Arrivato ha montato l'alternatore, metto in moto e
poi dico - ma questo va come l'altro - ma il mio era
rotto? no dice - non era rotto ma io non te lo garantisco...così
se dovesse rompersi ne hai uno di ricambio.. non eravamo
d'accordo così ma visto che mi avevano fatto il suo nome subito
non mi sono impuntato. Gli ho pagato in contanti la fornitura e
ci saremmo rivisti il mattino dopo per finire il lavoro. Intanto
mi sono informato sul modello che mi è stato venduto, ovviamente
era una sottomarca, al prezzo di listino 170€. Il mattino
seguente è arrivato sicuro di s'è al punto di consegnarmi una
bolla con la quale dichiarava che l'alternatore era originale
Volvo al prezzo di 575€ ma grazie alla sua onestà ne avrei
risparmiate 300. Ci siamo seduti, gli chiesto il costo del
lavoro e riaffermato come sono andate le cose, lui ha ammesso e
ha confermato la fornitura Volvo. Avevo registrato la
conversazione tanto per evitare chiacchiere con chi mi aveva
fatto il suo nome e, ho chiamato i carabinieri. Per farla breve,
si è messo a piagnucolare pregandomi di non fargli questo, che
ha subito anche un ictus. D'accordo faccia lui. E'
ritornato a Bagheria e mi ha riportato i soldi, ha smontato
l'alternatore e io gli ho riconsegnato la bolla quale secondo
corpo del reato di truffa. Sceso dalla barca ha preso forza e mi
ha detto - vado io alla Capitaneria a dire che persone così non
dovrebbero farle entrare nemmeno in porto. La sera prima ero
amareggiato data l'ennesima fregatura ma la notte mi ha portato
consiglio e in seguito, non ho provato soddisfazione ma non mi
sono sentito come la sera prima e in più coi miei 280€ che mi
premevano assai.
Gli amici mi hanno indicato il posto giusto per mettere la
barca; più riparato e lontano dai traffico portuale. Così
conosco Salvino papa di Domenico. Non sono pescatori, il figlio
ha un Pab a Bagheria e porta anche turisti in barca; il
papa, persona di cultura, con un vissuto interessante che non
descrivo, anch'essi sono semplicemente se stessi e cordiali,
anche con loro si può parlare quasi sorridendo. Ho conosciuto
Carlo, titolare del cantiere navale; oltre al suo lavoro è un
bravo chitarrista con la passione per la musica Jazz e con
l'hobby di restaurare a tempo perso barche in legno di gran
pregio. Poi ho conosciuto un simpatico "brigante"; mi alzo un
mattino e trovo un vecchio barcone in legno legato alla mia prua
con 3 metri di cima. Era l'unica che aveva a bordo. Era messo
sottovento alla mia prua con la poppa che scodinzolava a dx e a
sx battendo di qua e di la contro le altre imbarcazioni. Ho
controventato con una cima la sua prua con la prua di un
peschereccio più grande evitando che cambiando il vento si
appoggiasse sulla mia prua, spedando la mia ancora, facendomi
finire con la poppa in banchina. Quando è arrivato il novello
armatore mi ha gentilmente ringraziato...Incuriosito mi informo
sul personaggio; aveva comprato il barcone per meno di 3 mila €
e destinato al macero perché: il pescatore proprietario si è
comprato un peschereccio più grande o nuovo, sul quale ha
passato la licenza. Dato che licenze non ne concedono, il
barcone doveva essere demolito. Il pescatore novello, è un
coraggioso nulla tenente, non avendo niente da perdere fa quello
che vuole, in barba ai decreti ministeriali e alle licenze. Non
è l'unico.. Un giorno mi ha detto - se mi fermano gli dico che
il verbale me lo facciano non meno di diecimila € così ho più
soddisfazione. Ha quel punto,
quando ormeggia, preparo tanti parabordi... |
Situazione meteo
Da una settimana le condizioni
meteorologiche sono avverse alla navigazione. Praticamente è dal
giorno successivo al mio arrivo in questo porto, che tutti i
pescatori sono fermi in attesa di condizioni meteo favorevoli
alla pesca. Tutto è cominciato da una notte di forte vento da
Scirocco in rotazione, il giorno successivo, da Libeccio
e, nei sei giorni seguenti, da Ponente, con pioggia, per poi
passare a Maestrale portando almeno il cielo sereno. Un
alternarsi a brevi momenti di calma del vento, mantenendo, il
moto ondoso del mare.
Uomini
di montagna uomini di mare
Uomini accomunati dal
confronto con la natura la quale li cresce umili ma forti,
capaci, concreti e quando serve, generosi. Questo, secondo me, è
il motivo che un intero paese di pescatori, con il porto quale
luogo di ritrovo, ancora incontaminato da interessi turistici,
abitato da: uomini così vissuti e , anch'essi privi di "profeti
in patria", caratterizza in parte, la qualità di
questa comunità che la rendono non dico unica ma
rara. Dinamiche presenti nel passato anche nelle nostre valli di
pastori, contadini ed emigranti; fortunatamente il turismo ha
portato, anche, la necessaria ricchezza, purtroppo spesso, a
discapito della natura e dell'ambiente.
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