...il vento, le onde e le montagne, sono sempre dalla parte dei navigatori e scalatori più abili.



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Terza settimana                             Viaggio Diario  Press  Scrivi

26 novembre 2006 - Dentro l'oceano

20° 45' Nord 26° 03' Ovest

L'Atlantico oggi ha messo il vestito della domenica. Enormi onde striate dalla schiuma arrivano dalle Azzorre dove c'è stata burrasca. All'orizzonte sembrano colline che corrono verso di noi. Sollevano dolcemente Margaux che plana raggiungendo i 10 nodi di velocità. Oceano, oceano, sempre oceano davanti, intorno, dentro di noi. I pensieri si perdono, tornano a casa, si contorcono, assumono forme strane, si aggrappano agli affetti, ai ricordi (e’ un giro di parole per dire che se non stai all’occhio, l’oceano ti fa andare fuori di testa). Ogni cosa vista dal mezzo dell'Atlantico appare relativa, lontana, irreale.

Qui conta solo il moto perpetuo della barca: i turni di guardia, giorno e notte, scandiscono le ore in un ciclo che non si interrompe mai. Abbiamo lasciato le Canarie da cinque giorni eppure sembra un'eternità. Arriveremo tra 12-15 giorni, a seconda dei venti, ma la data appare priva di significato. Su una barca in mezzo all'Atlantico il tempo si perde oppure diventa un'ossessione. In questo spazio immenso c'è tempo per imprecare contro un'altra barca che incrociamo nel mezzo del nulla poco prima di pranzo. Benché avessimo mure a dritta, e dunque diritto di precedenza, va a incrociare davanti alla nostra prua costringendoci ad ammainare il genoa per ridurre la velocità. Vediamo due persone a bordo su uno scafo in balia del vento che fanno strane manovre. Forse sono in difficoltà. Forse restano alla cappa in attesa che il mare si plachi. Non lo sapremo mai. Li passiamo via con un battito d'ali. In un istante vengono ingoiati da questo mondo blu. Siamo di nuovo soli.

25 novembre 2006

22° 7' Nord, 23° 29' Ovest

Il vento e' tornato. Filiamo via di poppa con rotta sud ovest incontro agli alisei. Il vento riporta anche il buon umore. Siamo solo a 2152 miglia dalla meta. Bepi finalmente riesce a mettersi in contatto via radio con un amico di Pergine. Tra mille sibili arriva una voce lontana che ci saluta e prende nota della nostra posizione. Quella voce remota ci fa sentire un po' meno soli, come quella barca a vela che questa mattina, lontanissima, è apparsa come un miraggio all'orizzonte. Al pomeriggio Dabs organizza un Karaoke in pozzetto con tanto di primario, skipper e utenti che cantano i Nomadi e vecchie e struggenti canzoni di Battisti. Finisce con Dabs, Chiara e Pier che ballano in piedi accompagnati dal rollio della barca. Per un attimo ci sentiamo meno soli.

24 novembre 2006

23° 32' Nord, 21° 57' Ovest

Niente vento. Procediamo a motore a neppure 5 nodi. E' una giornata di sole caldo, verrebbe voglia di andare in spiaggia. Siamo qui in mezzo all'Atlantico, eppure l'oceano è così altro: ci circonda, ci accarezza, lo possiamo solo sentire, respirare, ma non lo possiamo sfiorare. Non possiamo toccare questo mare materno. Talvolta ci sentiamo come un'astronave nello spazio, prigioniera della sua dimensione terrena. Per avvicinarci all'oceano (oltre che per improrogabili necessità igieniche) organizziamo un bagno collettivo a poppa. Ci laviamo tutti con sapone e grandi secchiate di acqua di mare. L'acqua rigenera. Al pomeriggio Bepi proietta un video sulla tre cime di Lavaredo. Boschi, montagne, alpinisti che arrancano ci riportano per un attimo a casa. Quando il video si spegne è strano ritrovarsi proiettati da qualche parte in mezzo all'oceano. E' già da qualche giorno che Pier ha abolito il Valium e tutte le schifezze che usava per dormire, eppure si fa di quelle ronfate memorabili. Grazie mare.

23 novembre 2006

24° 35' Nord, 20° 2' Ovest

Il vento ci molla. Siamo sui 10 nodi. La progressione e' lenta. Sul Gps restiamo un puntino attaccato alle Canarie. L'Atlantico ci culla bonario. Siamo soli anche se in realtà ci sono un paio di barche italiane che ci seguono a qualche decine di miglia. Come sempre alle 15 e 15 Dabs si collega via radio con gli atri equipaggi e con Dj, un radiomatore italiano che segue come un buon papà tutte le barche tenendo contatti con le famiglie. Ogni giorno segna posizione, miglia percorse e miglia alla meta (a noi ne mancano 2379, un'immensità). Adrenalina a bordo quando finalmente il mulinello della canna inizia a sibilare. "E' grosso, bestia se è grosso... " urla eccitatissimo Roberto. E' un dorado da 5 chili. Fa quasi pena vedere questo animale bellissimo, con le sue pinne dai riflessi color della luna, agganciato da una subdolo polipetto di plastica. Lui si dibatte orgoglioso ma l'amo in gola non gli lascia scampo. Bepi e Roberto issano a bordo la preda con molta cautela ("occhio che quello ti stacca un dito", avverte Bepi) . Poi arriva Dabs che da pescatore navigato ripulisce il malcapitato dorado preparandolo per la padella. Non facciamo in tempo a pulire il primo pesce che all'amo abbocca un secondo dorado. Bottino della giornata: 7 chili di pesce pronto per una cena indimenticabile.

22 novembre 2006

26° 26' Nord, 18° 20' Ovest

La cartina del gps mette inquietudine. La nostra barca e' un puntino che sembra non muoversi mai dalle Canarie nel mezzo di un Atlantico infinito. Eppure da molte ore la barca corre verso sud. Ci aspettano venti giorni di navigazione, soli nel mezzo di questo infinito blu. Siamo tutti un po' inquieti, ma i venti sono favorevoli. Margaux, barca da un milione di euro, ha sempre qualcosa che non va: Dabs ha speso un paio d'ore a sturare un gabinetto, poi le mail che continuano a non funzionare, infine una batteria finisce ko e il Gps fa i capricci. Eppure è la nostra barca, è grazie a lei se un giorno arriveremo nel nuovo mondo. Pier annuncia ufficialmente che a Pasqua tornerà in Sardegna a trovare mamma e papà, manca dall'isola da dieci anni. L'oceano, al crepuscolo, mette nostalgia di casa.

21 novembre 2006 - Al largo di Tenerife

28° 22' Nord 16° 19' Ovest

Il vero viaggio inizia adesso. E' stato questo il pensiero di tutti, mentre Tenerife si allontanava.
Margaux è di nuovo in acqua, pronta per il volo: 2.700 miglia marine da percorrere (condizioni meteo permettendo) in 18 giorni.
Dopo la spesa colossale di lunedì, oggi l'ultimo rifornimento: 620 litri di gasolio hanno riempito la pancia della barca (ormai stracarica, fra carburante e vettovaglie) in un porto a sud dell'isola.
Nel primo pomeriggio, mollati di nuovo gli ormeggi, la partenza: rotta 180 gradi sud, in cerca dell'Aliseo che spingerà l'equipaggio dei folli attraverso l'immensa distesa dell'Atlantico. Velocità 6-7 nodi e mare praticamente piatto: il che vuol dire che a bordo ci si muove piuttosto agevolmente, senza essere sbattuti qui e là; ma vuol dire anche che il dolce costante dondolio ti ricorda in ogni momento che non sei più sulla terraferma.
Il meteo questa volta è favorevole: se le previsioni sono attendibili (ma visti i precedenti non c'è da prenderle come oro colato) il cielo sereno, con vento moderato, dovrebbe durare per tutto il viaggio. Basso e amplificatore per i concerti oceanici, dolci per la festa di metà traversata: a bordo c'è tutto; incluso l'ultimo acquisto: una canna da pesca d'altura nuova fiammante (l'ha acquistata Dabs in sostituzione della precedente, desaparecida-rubata in Spagna), che dovrebbe consentire di variare la dieta con qualche bel pesce fresco. Cucinato sotto la supervisione di mamma Anita, ovviamente...

20 novembre 2006 - Santa Cruz de Tenerife (isole Canarie)

28°28’ nord , 16°14’ ovest

Trentacinque scatole di acqua minerale da sei bottiglie, ognuna da un litro e mezzo. Quanto pesano? Non lo so, ma tantissimo. E poi 20 chili di pasta, 5 chili di riso, infinite confezioni di carne, cavoli (è quasi l'unica verdura che resiste a lungo in oceano dove dunque mangeremo... crauti!!!), pelati ovunque, fagioli, fagioli, fagioli. Ma anche piselli, forme di formaggio, un prosciutto intero. Un sacco di patate, 5 scatole di caffé, dolci per il party di metà oceano e molto, molto altro ancora.
Il capitano Dabs e mamma Anita scorazzano come ragionieri nei corridoi del più grosso supermercato di Santa Cruz. In mano sventolano una lista di tre pagine che lentamente viene depennata. Alla fine ci ritroviamo con quattro carrelli stracolmi. La cassiera ci guarda interdetta: "Famiglia numerosa e, pensi, che ci basta solo per stasera..." l'anticipa Dabs.
Ma fare la spesa per l'oceano è solo metà della fatica. Dopo occorre mettere tutto via.

Margaux viene letteralmente imbottita di cibo. Ogni armadietto, ogni pertugio, ogni spazio in sentina è occupato da cibo. Ora la barca al galleggiamento sembra un'anatra che ha mangiato troppo. E l'anatra domani mattina parte, direzione Caraibi, Americhe, la Fine del mondo e del nostro viaggio.

Si prevedono 20 giorni di navigazione e per una volta il meteo sembra favorevole. Ci rimane solo da fare il pieno di gasolio, altri 600 litri nella pancia della barca dei folli.

Poi via. Adios amici.

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