L'inizio di tante
belle emozioni
Dopo il corso
iniziato nel 1974 seguito dai lanci di brevetto effettuati dal
C119, dal Cessna 172, mi sono concentrato nella progressione
tecnica. All'aeroporto di Trento si poteva usare il Pilatus
adibito al servizio antigrandine, quando non era disponibile si
andava a Bolzano, Verona, Belluno e Thiene. Imparavo con
soddisfazione ed ero sempre timoroso per tutti i pericoli che
immaginavo così mi tenevo sempre allerta. Ero un allievo di nuova
generazione, facevo tanti lanci e tanti chilometri. Nel club
Trentino, solo il nuovo istruttore stabilitosi da poco a Trento e
divenuto socio, svolgeva assidua attività, tutti gli altri: il bos,
l'aquila, la vecchia e ecc. erano moderati, per tanti motivi e
io in coppia con un mio amico ben presto prendemmo il volo.
Iniziammo a fare stage di relativo a Udine, varie gare di
precisione: come a Gorizia, a Poggiorusco di Mantova, a Bolzano,
alle paraski di Covara. A Trento il club organizzava il trofeo
Gentili era sempre un avvenimento. Già nel 76 fui nominato
l'atleta dell'anno e selezionato per la Nazionale di paraski.
Tutto era una novità, i conoscenti
divenivano amici di sport.
Eravamo diventati bravi, partecipammo ai campionati Italiani a
Siena, altri stage ad Albenga, nuovi materiali e avanti a tutta
manetta. Così iniziammo a partecipare alle manifestazioni
richieste al club. Dissapori tra l'istruttore e il mio
compagno di lanci mi mettevano in gioco sostenendo la parte
lesa.(l'amico) Pagai il prezzo previsto: venni escluso quale
riserva, dalla squadra nazionale ai campionati del mondo in
Australia. Ormai il cambio generazionale era avvenuto; nonni , bos, aquile, istruttori con materiali e lanci pagati...via! Mi
detti da fare a organizzare l'attività: corsi, manifestazioni,
gare, stages, affittando e gestendo aerei ed elicotteri,
costituendo un gruppo numeroso di soci/sportivi praticanti,
creai un gemellaggio con un gruppo Svizzero,
ospitandoli
ogni estate, con il loro aereo Pilatus; garantendo l'attività
estiva. Per
l'organizzazione e svolgimento delle competizioni nazionali e internazionali di paraski e altri eventi
sportivi, fondai il "Gruppo Paracadutisti Trentini" dove tutto
il club era coinvolto; durante lo svolgimento degli eventi
sportivi più impegnativi, i giovani allievi stremati ma contenti
non mollavano, dormendo sul pavimento di casa mia, due ore per
notte. Notevole coinvolgimento anche l'organizzazione dei lanci
in montagna: sulla Tosa e sul Monte Bianco, è stato bello invece
il Cervino era troppo impegnativo per prenderlo allegramente.
Nuove normative facevano capolino; era saggio centralizzare
l'organizzazione dei corsi e rivolgersi a centri
con professionisti a disposizione. Il ricambio per la conduzione
del club era impossibile,
altri centri più numerosi di noi chiudevano e io, in più di
venti anni di capocentro, avevo fatto la mia parte. L'avvento
del BASE jump, ha dato lo strappo definitivo...
Bei ricordi ma senza nostalgia e questo vuol anche dire, andare
avanti.
Un aereo tutto
per noi
Un'altro momento clou è stata la gestione
dell'aereo Dornier. L'Aero club di Trento del quale ero membro
del consiglio per il paracadutismo e volo libero, assume l'esercenza
del Do 27 e noi la gestione. Il gruppo paracadutisti fa un
ulteriore passo avanti. Bastava avere un pilota disponibile
anche durante la settimana e si andava in volo. Era un aereo a
decollo e atterraggio corto, ad ala alta e molto robusto; molto
vecchio e carrateristico. Eravamo tutti molto orgogliosi.
Avevamo allestito all'interno, un pianale in legno eliminando
uno scalino per uscire, messa una rete ferso la coda, si stava
una meraviglia. Per arrotondare le ore organizzavo voli per gli
amici appassionati. Il volo classico era: M. Cevedale, Gran
Zebrù, Ortles, Presanella, Gruppo di Brenta e poi facevo un
lancio sull'aeroporto il quale completava il "pacchetto" in
offerta e anch'io ero contento. Organizzavo i corsi, gli allievi
venivano lanciati anche a Gardolo, per ragioni di sicurezza e
una volta anche a Barco in occasione della castagnata sociale.
Tutti erano contenti. Purtroppo il gioco è durato un paio di
anni:
Con il "nostro" aereo, eravamo andati in
Sardegna a
Oristano; in ferie e a farlo lavorare, facendo lanci. Un volo
avventuroso con il pilota novello...tutto bene. Durante il
ritorno, il pilota mi dice: se vuoi stacchiamo i due fili
elettrici dell'orametro e li riattacchiamo a metà strada. Sarebbe
stato un bel risparmio economico ma non mi fidavo, volevo
escludere qualsiasi inconveniente. Due settimane dopo durante lo
svolgimento dell'ordinaria attività in aeroporto, il pilota dopo
aver lanciato i parà, decide di passare a salutare suo fratello
che gestisce un rifugio. Per non incidere sul nostro bilancio
economico, stacca i due fili in volo, atterra e prima di
spegnere gli riattacca...invertendoli. L'aereo si è subito spento
per non ripartire mai più. Si erano bruciati i "magneti";
avrebbero dovuto cambiarli e far fare la revisione generale in Germania,
con costi largamente superiori al valore del velivolo. Il
proprietario e l'A.C. l'avessero saputo, al pilota gli
avrebbero tolto anche le mutande. Noi inconsapevoli mortificati e avviliti. Il
pilota caro conoscente, mi invocava spesso di chiamare lui aiutandolo
così ad
accumulare ore di volo...avesse detto "mi dispiace, ho sbagliato,
vi ho messo in crisi...è la prima volta che ne parlo, tanto
ormai tutto è prescritto.
Comunque avanti, con altri aerei, altri piloti... nuovi contratti,
altri lanci e ancora
sport amicizia ed avventura.
https://www.youtube.com/watch?v=_5xB6SLTmMo
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