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Bepi Hoffer
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MAR ADRIATICO
da Santa M. di
Leuca a Marina di Ravenna
dal 26 agosto al 05 ottobre 2017
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Controvento
lungo il Canale d'Otranto
A Leuca nel pomeriggio del
26.08 é previsto un po' di vento in rotazione provenire da
Scirocco e nei giorni successivi sempre da NW - N e NE. Dopo la
ritirata di questa mattina, causa vento e onda contro, sono alla
fonda appena fuori dal porto in punto attesa, sperando nel
vento pomeridiano da SE. Avessi voglia di pescare e starmene
tranquillo tanto, non ho nessuna fretta. Intanto si insinua
piano piano una leggera brezza e la barca trattenuta dall'ancora
inizia a girare verso SE. Non ci penso due volte e riparto
subito. Seguo da vicino la costa dalle bianche scogliere
incavate dal mare fino a trovarmi esposto alla corrente
adriatica. La brezza scompare ma il vento e l'onda proveniente
da settentrione è accettabile. Piano piano sfilano il
Porto
di Tricase e altri porticcioli molto angusti e accessibili a
unità di piccola taglia che comunque faticano a trovare posto a
causa del gran numero di natanti stanziali. Il sole sta
tramontando poco prima di raggiungere
Capo d'Otranto. Come si vede
dall'immagine sopra, questo è un tratto di costa bella da
scoprire percorrendola con zaino e tenda. Doppiato il Capo, si
accendono le luci di via, vento e il mare si agitano di più e
cala la notte. Mantengo una batimetrica di 50m. e poggio a sx
verso la linea ideale a raggiungere il porto, per poi trovare a
90° ancora a sx le due boe che delimitano il canale d'ingresso.
Con qualche telefonata verifico se c'è un posto barca alla LN o
affiancandomi a qualcuno ma troppo caos tra: bassi
fondali,
vento e mare mosso, buio e contro luci, atmosfera frenetica e
festaiola. Mi metto all'ancora su un fondale di fango e alghe,
buon tenitore, presso il porto esposto al NE ma non si prevede
gran vento. Senza dubbio è un luogo da ripartire appena
possibile. Se a Brindisi vento e mare è a forza 5 a Otranto
minimo è a forza 6. Infatti la mattina del 27.08 appena dopo
colazione, riprendo il mare. Il porto di San Foca dista appena
10M ma il vento e mare contro mi impongono di bordeggiare a
motore. Contro l'onda non riesci a proseguire. Avanzo lentamente
con il dubbio se ritornare indietro fino a S.M. di Leuca. Con
questa onda il mio timore si riferisce ai bassi fondali
all'ingresso del porto. In queste condizioni meteo Brindisi è
troppo distante e le condizioni sono in peggioramento. Decido di
avvicinarmi all'ingresso con la massima cautela: minima velocità
di governo, perché controvento, pronto a mettere il fiocco a
riva, ecoscandaglio e osservare il moto ondoso. Alla fine ho
trovato la profondità necessaria come dichiarato via radio dal
marina locale e non ho dovuto nemmeno ridurre velocità di
avanzamento. Ormeggio contento di essere quasi fuori dal Canale
d'Otranto. Anche in questo porto ero stato dieci anni fa.
All'ora il porto era deserto e nel paese vi erano poche case.
Adesso è un luogo turistico ben attrezzato. Verso sera vedo
giungere la barca di Paolo con
gli
amici di Ravenna: Fausto, Antonio, Enzo e Jerri, conosciuti a
Crotone. Una magnifica e gradita sorpresa. Abbiamo approfondito
il ns. rapporto interpersonale e mi hanno dato ulteriori
informazioni riguardo Marina di Ravenna. Le condizioni meteo
sono ulteriormente peggiorate. In pratica abbiamo dovuto
rimanere per quattro notti...Sigh! Nel frattempo ho seguito
questi cari amici a visitare Lecce. Preso il pullman e per
stradine dai muri a secco, si attraversa parte dell'ampio
territorio di antichi uliveti, ben curati e con qualche trullo
qua e la. Mi ricorda il viaggio a Gallipoli fatto con mio papà
55 anni fa, con il camion, effettuando un trasloco.
Arriviamo così nel capoluogo del Salento. Denominata la "Firenze
dell'arte Barocca" per gli splendidi palazzi del XVII e XVIII
secolo e inoltre notevoli esempi di epoca romana. Bello.
Mercoledì 30 agosto i miei amici ripartono di buon'ora per fare
tappa a Brindisi. Durante la notte il mare si è discretamente
quietato. Rimaniamo d'accordo di risentirci quando arrivo a
Ravenna. Io, visto che posso rimanere ormeggiato fino alle ore
20.00 attendo che
il
mare si calmi ancora, poi mi metterò all'ancora per la notte
ripartendo di buon mattino. A sera preso di un po' di pigrizia:
disormeggia, dai ancora fuori dal porto e poi riparti...ormai
era quasi notte, non c'èra più nessuno, sono rimasto lì e
ripartito prima dell'alba del giovedì 31. Così ho ammirato
il crepuscolo e il sole che rinasce. Fatto quella trentina di miglia che mi separavano da
Brindisi, dove contattavo la LN per usufruire dei tre giorni di
ormeggio in quanto socio Lega della Navale Italiana. |
IMMAGINI
CORRELATE
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BRINDISI
Città dalla
zona portuale molto estesa, avvincente e vivace. Il possente
castello Forte a Mare domina il porto esterno e medio, si entra
a quello interno puntando verso il grande monumento bianco
che spicca
sul lato N all'ingresso del porto è un gigantesco timone alto
50m dedicato ai Marinai d'Italia. Intenso il traffico di navi
traghetto e per la presenza di una base della Marina Italiana.
Ampio spazio dedicato al diporto con posti al transito, darsene
della LN e marina private.
Sosta dal 31.08 al
15.09.2017 |
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La
solitudine è per lo spirito, ciò che il cibo è per il corpo
di Lao Tzu |
In attesa
della voglia di navigare
Da
tempo avevo deciso di
fermarmi e riposare. I giorni di sosta a San Foca non sono stati
sufficienti a farmi ritornare la voglia di fare miglia. Brindisi è il porto ideale dove ho sostato
in diverse occasioni. Trascorro i primi tre giorni presso la LN
ma nel frattempo mi rivolgo all'Autorità in cerca del Nostromo
per ottenere la concessione di transito e ormeggiare alla
banchina del lungomare. Un ottimo riparo da tutti i venti e da
subito ho smesso di controllare il meteo. Solo quello era un
piccolo piacere. Quando sono arrivato gli amici di Ravenna
erano già ripartiti. Le anomale condizioni meteo
obbligavano a ripartire di buon'ora, per evitare vento
contrario. La scarsità di variabilità dei venti è stata
anche limitata dall'alta pressione stabilizzata per tutta
l'estate. Dopo qualche giorno di sosta, una rara perturbazione
transitata in Nord Italia, ha destato un bel Scirocco per quasi
due giorni ma non mi sentivo di rimanere in corsa. Mi stancavo
subito. Mentre gli amici, giunti in zona di Trani, hanno
sfruttato bene l'unica spintarella di buon vento, giungendo fino
alle Tremiti e forse oltre. Intanto io ho fatto visita al pronto soccorso locale per
verificare le mie condizioni ancora anomale. Le analisi
risultavano ottime ma la "prostatina" appariva troppo
ingrossata. Anche l'ospedale mi ha fatto una buona impressione.
La voce di popolo lo davano capace in Urologia. Infatti mi
curavo per una forma di cistite che non esisteva e mi hanno
cambiato la cura. I giorni trascorrono serenamente, le notizie
dei miei cari erano buone. Siamo tutti in attesa della nipotina
da parte di Andrea e Norma che nascerà a Novembre. Daniel e Cristian
e mamma Rossella non stanno più nella pelle, sono anch'essi in attesa del lieto evento. I
miei amici li sento settimanalmente. Qua incontro persone che rendono la giornata più
attiva e positiva. A volte mi chiedono come trascorro tanto
tempo in barca. Le giornate trascorrono serenamente, si instaura
una specie metodicità. Solo
far due passi, guardarsi intorno e andare in pescheria o altro
ed senti suonare a mezzogiorno. Si pranza in compagnia dei notiziari radio
e riposino
pomeridiano se la sera precedente ho fatto tardi. Le ore, dalle 17 alle 19 sono le ore
più lunghe. Allora altro giretto sulla lunga banchina del
transito a osservare le barche dei nuovi arrivati. Una di quelle
sere era attraccato il più grande catamarano da diporto del
mondo. Quarantaquattro metri di lunghezza, fermo in attesa del
prossimo charter a 200 mila€ a settimana. Salgo la scalinata di
fronte per fare alcune foto fino all'alta colonna di Traiano che
segna la fine della via Appia ed è gia ora di cena. Il sole
caldo è al tramonto il tempo di lavare i piatti bere il caffè ed
è già sera. Alle ore 21 i miei programmi radio preferiti hanno
termine ed inizia il via vai di vacanzieri o di stanziali che
salutando prendono anch'essi una boccata d'aria. Devo dire che con me stesso sto molto bene.
Tutto il resto che non ho menzionato, comprime la giornata, pertanto a volte prevale la
pigrizia o vanno fatte. Per ricaricare la bombola della Chempingas
ho girato una giornata perché in bassa Italia non vi sono
ricambi per la bombola da 5 kg. Per male che vada conosco un
poco la periferia della città e gli autobus sono puntuali... In
Sicilia la ricaricavano tutti, qua una volta lo facevano, adesso
hanno paura. Il verbale è salato per tutti, anche per me.
Risolverò il problema più avanti di bombole ne tengo due. Un
giorno ho cambiato l'olio del motore, un'altro comprato l'alberino in
acciaio
della pompa dell'acqua di mare. Poi leggo, scrivo e parlo con la
gente. Un mattino, nella piazza della "Cattedrale" ho
applaudito gli sposi. Anche qua i matrimoni sono sfarzosi e
tutti eleganti e partecipi. In una bella serata ho partecipato al festival di musica antica.
I musicisti provenienti da più paesi europei suonavano strumenti
risalenti al 1400 o 1600 uno spettacolo. Un'altra sera dopo
cena, vado a fare due passi e bere un grappino. Mi fermo presso un ristorante
che conoscevo, tutti i
tavolini erano occupati, in disparte all'esterno, una ragazza
seduta ad un tavolino si gustava un digestivo, io con la grappa
in mano, con cortesia ho chiesto la sedia vuota e mi sono seduto
in fianco al tavolo. Abbiamo brindato insieme. Lei era della
Lapponia. La sera dopo è passata sul lungomare con un ragazzo di
Brindisi a
salutarmi. La mattina seguente sarebbe rientrata in patria. Mi
ha fatto una foto che poi mi ha inviato. Bello. Ero attraccato in un zona dove tutti passeggiano o si siedono alle
panchine fino a tardi. Così qualche volta c'era qualcuno
da fare due chiacchiere. Una sera ritornando da un giretto a
piedi, su una delle panchine c'era una donna sui 40 anni, forse
meno. Rispose al mio cordiale saluto e così cominciammo a
parlare. Era semplice nei modi e si dialogava con disinvoltura.
Stava ritornando a piedi da S.M. di Leuca. Alta dalle gambe
lunghe, aveva buon gioco nel camminare ma anche un'ottima cultura intuibile
dal suo modo di vivere per niente casuale. Forse avrebbe
proseguito verso Roma. Si era fermata qualche giorno per far
riposare una gamba dolente. Gli ho chiesto dove dormiva. Mi
disse di avere la tenda in una pineta tra la città e
l'aeroporto. Cavolo che camminata solo da dove ci trovavamo.
Adesso non ricordo bene i dialoghi ma un po' si riferivano alle
sue esperienze in giro per il mondo ma non tanto con spirito
turistico ma di ricerca, forse dentro se stessa o tra le genti e
popoli diversi. Sapeva cibarsi adeguatamente con quello che trovava. Non
mi dava l'idea di una che va a fare tanto la spesa. Conosceva
filosofie, religioni e discipline orientali. Insomma una dura e
tosta che ben sapeva quale sia la sua via. A pochi metri dal mio
ormeggio si fermava anche il traghetto
che fa la spola tra una riva e l'altra del porto interno, fatta
conoscenza con i conduttori, ogni tanto facevo un breve giro con
loro per
fare due chiacchiere insieme e raccomandandogli di non passare
veloci, ne troppo vicini alla barca. In una casa di fronte abitava un
giovanotto dal fisico tirato da vero atleta. Aveva una bici
adorna di specchietti, campanelli e fronzoli di ogni tipo. Nelle
ore di punta, prima di cena o di pranzo se vi era un gruppetto
di persone, lanciava un urlo per attirare l'attenzione e dopo
un'agile corsa si esibiva con un paio di tuffi in acqua.
All'inizio mi sono preso uno spavento. Uscito a precipizio e poi
vista la situazione, ho fatto segno di non farsi sentire, perché
proibito scendere in acqua. Gli amici
traghettatori mi dissero che era per ottenere qualche "mancia".
Tutte queste persone sono socievoli, gentili e la bella Puglia è
una regione in gran movimento. |
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E'
veramente libero,
non
colui che può fare tutto,
ma colui che può fare a meno di tutto |
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Trani un porto
naturale straordinario
Sono
giornate senza onda e corrente contro. Nel pomeriggio si
comincia ad usare le vele o anche prima. Sento subito che il
motore, gira bene ma fa una specie di piccolo soffio. Raggiunto
il porto e il posto barca assegnatomi, mi muovo verso la sede
dell'associazione che gestisce parte degli approdi, in cerca di
un meccanico. La prima persona che incontro è un elettrauto che
gentilmente viene in barca e ascolta in rumore. Se ne intende
abbastanza per dire che, secondo lui, è uno spegni fiamma .di un
iniettore. A Manfredonia c'è l'importatore Volvo trovi quella
specie di guarnizione in acciaio e risolvi il problema. Già che
c'era mi accompagna da chi carica la bombola. E così,
invece che tagliare il golfo e andare direttamente a Vieste farò
rotta su Manfredonia. Telefono al mio amico Marchetto e gli
comunico di avvisare la sua simpatica amica Lucia. L'avevo
conosciuta ad una cena tra amici del mio paese. Lei è residente
da queste parti e sarebbe bello incontrarsi. Le giornate sono
ancora tutte caldissime. Mangio in barca, intanto il sole
tramonta e tutti saranno a prendere un po' di fresco serale. La
città si affaccia sul suggestivo porto nel quale pullulano
pescherecci e splendide barche da diporto. E' dominata dal suo
simbolo più cospicuo e distintivo: la splendida Cattedrale
romanica. In centro sono molti i palazzi nobiliari. Il castello
Svevo di Federico II, anch'esso visibile dal mare.
Un
ricco patrimonio storico che garantisce al turista spettacoli e
cultura con scenari mozzafiato.
Intanto la barca prosegue sulla sua rotta. Il rumorino, un
pochino aumenta. Voglio conferma da un meccanico, dell'ipotesi
abbastanza credibile. Chiamo via radio la CP di Barletta. Non
accettano barche da diporto, lamento una possibile avaria e
cerco un bravo meccanico. Affermo volentieri che la Guardia
Costiera, se hai qualche problema fanno tutto il possibile per
darti una mano. Infatti mi fanno entrare e mandano del loro
personale sul molo per le adempienze previste in questi casi.
Non c'è abbastanza fondale e all'ora mi metto all'ancora.
Il fondale in quel tipo di fango, non è buon tenitore. La LN
come tutte le altre sezioni sono sempre disponibili, vengono a
prendermi con un barchino e mi danno il numero di cell. del
meccanico. Mi consigliano un'ottima trattoria ma purtroppo
l'ancora ha cominciato ad arare e mi costringe a rientrare in barca
a ridar fondo e più catena.
Trascorro la notte in quel luogo. Fatto un video al motore in
moto lo invio al meccanico, il quale conferma quanto
ipotizzato, minimizzando la cosa nel senso che a Manfredonia
sarei arrivato senza problemi. Alle ore 17.00 di lunedì 18 riprendo
la rotta. Una nave doveva manovrare e senza ridar fondo, visto
il vento favorevole e portante, non ho esitato. La CP di
Barletta ha mantenuto il contatto radio, per essere sicuri che
tutto abbia esito positivo, fino alle 22.00 ora del mio arrivo a
Manfredonia presso la LN. Bravi ragazzi. Adesso questa cosa non
era niente ma nell'ambiente naturale si attivano procedure dove
gli operatori con professionalità e senso del dovere, le portano
con responsabilità a compimento. |
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Golfo di
Manfredonia
dal microclima
salubre creato dal vento
Manfredonia
18 - 22 settembre
2017 |
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Ai
margini del Tavoliere il golfo più grande dell'Adriatico
E notte, avanzo cautamente
seguendo le indicazioni dell'ormeggiatore fino al
pontile giusto. Come sempre attracco di prua. Lancio le
cime e lego le trappe a poppa. Installo la scaletta
pieghevole e scendo a salutare il guardiano notturno e a
cogliere le prime info riguardo le regole di questa
Sezione della LN che anche a quest'ora mi fa un'ottima
impressione. Tante imbarcazioni da regata d'altura,
motoscafi veloci, numerose imbarcazioni da diporto e il
bar ancora aperto per un buon caffè corretto. Il
giorno successivo è di riposo. Chiedo dov'e
l'importatore Volvo che è un fuori mano e vado a cercate
un passaggio. Mi fermo in una piazza affollata di
bancarelle, qualche pullman e punto di ritrovo di
compaesani. Trovo la persona giusta: conosce tutti, ex
portuale e sagittario come me. Solo più simpatico. Mi
accompagna a comprare queste note guarnizioni in acciaio
e mi indica una pescheria di fiducia. Con lui ci
rivedremo altre volte per qualche aperitivo. La
pescheria era uno spettacolo nel senso che aveva quasi
di tutto. In particolare, uno dei banconi C'erano, oltre
alle solite cozze, vongole e altri mitili di tutti i
tipi e varie qualità di ostriche. Tutto a ottimo prezzo.
Lì avevo già realizzato la giornata di riposo. Nel
pomeriggio mi telefona Lucia che sarebbe passata a
trovarmi. Ci diamo appuntamento per il giorno
successivo, presso il bel castello di epoca svevo
- angioino -aragonese. Contenti facciamo due passi e gli
mostro la barca. Carretta carretta ma sarebbe contenta
di accompagnarmi per un tratto di alcuni giorni. Si,
dice, Voglio fare questa esperienza. Io rispondo
contento: lo speravo. Prendiamo un aperitivo e prima di
salutarci, decidiamo che il pomeriggio di venerdì
22 partiamo. Intanto svolgo qualche lavoretto in
barca e chiamo il meccanico di fiducia della LN. Arriva
puntuale e in un attimo, mi sostituisce lo "Spegni
fiamma". Gli chiedo il prezzo e mi risponde:
faccia lei. Raro di questi tempi. Così ho fatto fare
altri lavoretti: cucire il telo invernale che chiude
tutto il pozzetto, fatto pulire la chiglia dal sub. Se
non fosse stato per quella piccola avaria non avrei mai
scoperto la bellezza di questo luogo. Proprio l'ultimo
giorno della mia permanenza, il gentile commesso di un
supermercato mi ha chiesto se ho visitato il paese di
Monte Sant'Angelo che sta a 842 m. sul promontorio del
Gargano, non troppo di distante da Manfredonia. In quel
luogo vi è il santuario di San Michele arcangelo uno dei
luoghi di culto più suggestivi della cristianità. Nel
medioevo si partivano da Mon San Michel i Normandia,
attraversavano le Alpi per venire qui a venerare il
santo, all'ora patrono della nazione Longobarda. Per i
crociati era una via obbligatoria. I pellegrini che
partivano dalla Francia, Inghilterra, dall'Irlanda
e Germania, con la forza della fede arrivavano fino a
qua. Se potrò un giorno ritornerò.
Lucia è in ritardo, il vento favorevole è in rotazione.
Mi raggiunge accompagnata da un suo caro amico, perche
poi ritornerà in treno. E' carica di provviste. Ormai
tanto vale partire dopo cena che forse cala l'aria
contraria. Nei giorni scorsi avevo montato il copri
pozzetto. Una autentica veranda esterna, comoda per
l'umida notte. Alle ore 21.00 leviamo gli ormeggi. Usciamo
dal porto puntando prima, sul faro della meda del molo
di sovra flutto e poi guadagniamo gradatamente, una
batimetrica minima di sicurezza in 15 - 17 m. Nel buio
sfila a sx Mattinata e il faro a segnalare la Cala di
Pugno Chiuso. La corrente non è favorevole ma tra
una chiacchiera e l'altra il tempo passa mentre fa
capolino il faro dell'Isola di Santa Eufemia. Sono le
03.00 del 23 settembre, prima di dar fondo nella baia a
Sud del porto di Vieste, metto la prua al vento e aziono
l'avvolgi randa. Purtroppo l'oscurità mi impedisce di
vedere fino in testa d'albero però, sia nel settore alto
dell'albero che in quello basso, la vela si è avvolta
normalmente e senza intoppi. Lucia si è già ambientata
ed è contenta. Si prepara la camera di poppa e dopo una
giornata movimentata: organizzarsi per il lavoro
facendosi sostituire, far bagagli, e attivare chi
l'accompagna, parti di notte in barca; non ha problemi a
prender sonno. Anch'io sono un po' stanco ma contento. |
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VIESTE
Testa del
Gargano
23 settembre 2017 |
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Rotta
su le Isole Tremiti ma la Randa non ci stà
Ci alziamo, facciamo colazione, questo l'ambiente,
nonostante sia abituato a viverci non mi abituerò mai
alla sua bellezza. Anche Lucia appare serena, vive
semplicemente le cose semplici. Salpata l'ancora
entriamo in porto a fare gasolio. Alle ore 10.00 siamo
fuori dal porto. Costeggiamo la rimanente testa del
Gargano e mentre pilota e motore seguono la rotta,
mangiamo delle prelibatezze che Lucia ha portato in
barca. Imposto la rotta per 290° sulle Tremiti. Si alza
un po' di vento favorevole e mentre lei si stende sulla
panca del pozzetto e fa un pisolino, srotolo la Randa.
Esce per qualche metro ma poi non esce più. In testa
d'albero si è "incattivita". Praticamente Questa notte
nel riavvolgerla si è fatta una piega sulla "balumina"
in testa d'albero e la piega è aumentata in modo
esponenziale. C'erano da fare tre cose: salire e
tentare di togliere la piega, ammainare la Randa o
provare a farla rientrare. Il vento rinfresca da ESE. A
2/3 di Genoa andiamo a 6 nodi. Ci penso e poi
decido per la terza opzione. In qualche modo la vela
rientra e, faccio rotta su Termoli, distante ancora 40M.
Problemi zero. Il mare è appena formato ma Lucia a stare
distesa probabilmente non gli ha fatto bene e si
lamenta. Poco dopo sta male. Sappiamo gli effetti del
mal di mare ma tiene duro per ore, poi si mette in"dinette"
distesa a pancia in giù e vi rimane fino all'arrivo in
porto, dove attracchiamo alle ore 22.00. Al mattino
presto del giorno successivo, il suo caro amico, verso
le ore 09.00 e arrivato. Abbiamo fatto colazione insieme
e poi è ritornata verso casa. Io mi sono adoperato a
risolvere il problema della vela: sono salito in testa
d'albero con i "Jumar" ma niente da fare,
troppo incasinata. Pertanto ho
sfilato la vela e poi l'ho riposizionata e issata e
riavvolta. Ci si impiega meno a farlo che a pensarlo. Fuori dal porto non sono uscito ma, il luogo
non mi ispira. Comunque va bene così. Lunedì 25 parto di
buon'ora per Marina Sveva dove arriverò verso le ore
14.00.
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