...il vento, le onde e le montagne, sono sempre dalla parte dei navigatori e scalatori più abili.



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Bepi Hoffe
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Al cospetto del Vulcano Stromboli Vivere il mare con i propri figli é una opportunità per fargli conoscere questa natura e farsi conoscere.

Da Catania all'Isola d'Elba

 

 

di Bepi Hoffer

non si vende pesce ch'é ancora in mare

Da Catania all’isola di Ischia

In navigazione tra Stompoli ad Ischia, vele spiegate al vento di NE.Domenica 3 ottobre 2010, il sole è tramontato; partiti oggi dall’isola di Stromboli, abbiamo coperto 36 miglia, per l’isola di Ischia; per dove siamo diretti ne rimangono ancora 92 circa. Abbiamo aspettato un giorno il vento da SE. PerKitalpha, insieme ci sentiamo liberi... adesso è gia' tanto se facciamo 5 nodi con vela e motore,,,queste ore sono state rallegrate anche dalla vista di delfini e tartarughe, il mare è calmo continuiamo il viaggio attendendo durante la notte, vento forza 4 da E e SE. L’unico disagio un rumore anomalo nella zona dell’elica, verificatosi dopo essere partiti da Catania. In quel porto, un sub aveva pulito l’elica e la presa a mare, in quanto grazie all’inquinamento e all’acqua poco fredda, prolifica di tutto; infatti, può immergesi chi ha già fatto l’epatite ed ha preso gli adeguati anticorpi. Così la carena è piena di aderenze varie che rallentano la velocità e la perfetta funzionalità dell’elica. In quel marina Nic, mi sono trovato molto bene, ho conosciuto alcune persone che ancora mi telefonano per sentire se il viaggio prosegue senza problemi. Adesso il mio equipaggio è composto da mio figlio Andrea e dalla sua ragazza Cristina. Raggiungere il porto di Scilla in Calabria , non è stata proprio una passeggiata: poco vento, correnti contrarie, onde incrociate, hanno creato disagio; atterriamo di notte verso le ore 20.00 ormeggiamo in terza fila, anche contenti di essere in orario per cenare al ristoranteAnche la traversata per Stromboli è lenta e l’approdo al gavitello, nella baia di San Vincenzo è stato fatto con massima attenzione, per il pericolo di secche rocciose. La montagna viva  e la presa d’atto di una natura potente è sempre impressionante. La vicina spiaggia completamente nera e il paesino lastricato é di pietre laviche. Notiamo un certo traffico di persone che salgono in vetta ad ammirare la fumante caldera; immaginarsi in alta stagione quanti turisti. Agganciarsi al gavitello costa: (con barca lunga fino ai 15m.) 30€ e 65€ in alta stagione. Rimaniamo un paio di giorni anche per aspettare venti portanti. Nel pomeriggio ripartiamo in anticipo sul meteo, anche per atterrare di giorno, vento zero ma l'onda non é contraria. Adesso è notte fonda, sporgendosi dalla “capot” che ripara tutto il “pozzetto”, si vede solo cielo stellato. Proseguiamo aspettando il crepuscolo dell’alba, del nuovo giorno;.infatti un bel ESE ci consente di proseguire a vele spiegate per tutta la seconda metà del viaggio. Grazie ad un buon colpo di vento attraversiamo velocemente il canale tra Procida e Ischia, subito inizia il traverso di avvicinamento a Casamicciola. Nelle immediate vicinanze del porto, concentrato sulle secche e sull'ingresso metto la barca al vento per ritirare la randa; ma in un attimo mi sfugge la ritenuta della stessa che nell'avvolgersi sventola, sbattendo sulle "crocette", é così che la ritiro con il bordo cucito sulla "balumina", rotto per un paio di metri,,,il perché é più articolato...ma se l'avessi un Verso l'Isola di Ischia po' ridotta prima, quando avevo il vento in poppa, sarebbe stato meglio. Avvilito e menomato dell'integrità del mezzo, attivo gli amici per trovare una veleria. L'amico Antonio di VR (vedi Penelope) trova alcune velerie, scelgo quella di Fiumicino, anche sulla base delle info dell'amico Antonio di Velletri. (conosciuto da paracadutista 36 anni fa e, navigatore come me) Entriamo nel porto di Casamicciola ad Ischia, messi i piedi a terra, i ragazzi riprendono forza, rientreranno a casa, la loro vacanza é finita...io cambio il fiocco e metto il Genoa, adatto per navigare anche senza randa e più redditizio con venti deboli.

Dall'isola d'Ischia all'isola d'Elba

Kitakpha al "gavitella" nella baia di San Vincenzo e la spiaggia neraE' la mattina del 6 ottobre, Andrea e Cristina con i bagagli pronti vanno al traghetto, ci abbracciamo: stai attento "papi"...che bello quando i nostri figli si preoccupano per noi, poi li rassicuriamo, magari senza successo. Solo con Kitalpha mi allontano dal molo, lascio un'altro mio ricordo ad Andrea di suo padre, in questo caso: solitario amante della natura. Attraverso la "capotte" trasparente, con gli occhi spalancati colgo il suo saluto e lo metto vicino al cuore. La corrente é favorevole, nell'opera viva, la barca si é anche un po' pulita e cammina bene. Entro subito in sintonia con l'ambiente, credo che navigare da soli sia il massimo nell'intimo rapporto con la barca e la natura; nel lungo periodo, al primo posto metterei: essere una coppia di innamorati, che va' per mare. Indubbiamente l'andar da soli presenta difficoltà all'atterraggio in porto, ma osservo che vi é rispetto per chi ha bisogno di una mano e tutti si prestano a prendere le cime. Verso Capo Circeo, aumenta il vento, entra in gioco anche la randa; il tramonto é senza crepuscolo, le nubi all'orizzonte fanno subito buio, é un'altro momento nel quale é importante star bene dove sei e, essere contento della propria imbarcazione, é l'unica che conosci bene.. Fuori intravedo in lontananza le luci della costa, in avanti non si vede nulla, nemmeno con il radar; Il pozzetto é confortevole, la "capotte" ripara completamente dal vento umido, le luci soffuse degli strumenti consentono di notare attraverso i vetri del parabrezza, qualsiasi minima "luce di via", con due cuscini sotto la testa posso stendermi e stare in dormiveglia; due sveglie suonano ogni mezzora, le vele, le onde e altri allarmi digitali segnalano evventuali cambiamenti di rotta. Contatto per radio la marina di Nettuno, avvertendoli che mi sarei fermato solo per qualche ora notturna, mi rispondono che hanno un posto e di richiamarli appena arrivo in zona; a mezzanotte arrivo nei paraggi del porto, incerto se mettermi in rada o in marina, gli richiamo più volte senza ottenerne risposta, va da sé che scelgo l'ampia rada di Anzio, ben al largo dato i relitti sommersi descritti dal portolano, dò ancora, su un fondale di 10m. e posso dormire tranquillo.
Alle 05.00 le due sveglie si attivano una dopo l'altra; in questo buio pesto, le luci di Kitalpha illuminano a giorno le manovre sul ponte, ben presto Capo Anzio si allontana e il crepuscolo fa capolino. Detta così dice poco ma, intimamente: come suona la sveglia, sei di nuovo tu e Kitalpha; gli altri sono: il silenzio, la notte, il mare, la costa e il vento che,  combinato con il fruscio della corrente del mare o dell'onda, rende l'idea dell'intensità; nel frattempo sbirci dal finestrino, cercando i riferimenti luminosi della costa, che ti lasciano immediatamente proseguire sulle opzioni secondarie: vestirsi adeguatamente e con calma; riverifica esterna della posizione, colazione e meteo radio; a questo punto, le previsioni sono confermate e il morale é buono, pensi a salpare e issar le vele, con tanto di cintura di sicurezza, perché intorno non vi é anima viva. Quello descritto, per me' é un momento di grazia: in azione, sereno e tranquillo con me stesso; con i tempi che ritengo opportuni e le priorità decise momento per momento. Tutto é messo in chiaro, spengo il motore, Kitalpha prosegue in rotta, appena oltre i 5 nodi, penso al mio viso sorridente: forse per me, é questa la felicità. 
A mezzogiorno imbocco il canale Nord di Fiumicino, sia Antonio da VR che il velaio mi aspettano sulla banchina, appena prima del ponte levatoio pedonabile; attracco in attesa dell'ora di apertura del ponte e di quello successivo, che avverrà alle15.00; Il pefetto sincronismo con Antonio mi facilita l'approdo, un grande abbraccio e poi andiamo a pranzo. Ci raccontiamo un po' di cose e facciamo il punto della situazione: riparazione vela, poi mi accompagnerà fino all'Elba. Antonio di Velletri arriverà domani mattina, ci incontreremo dopo 36 anni...Arrivati in veleria, quattro addetti ammainano la randa, e garantiscono che per sera sarà pronta. Grande professionalità della ditta Cruciani. E' così che il mattino seguente all'apertura dei ponti alle ore 07.00 prendiamo il mare, con il dispiacere di non rivedere Antonio da Velletri ma con la necessita di rispettare la disponibilità di Antonio da VR ed anche il meteo favorevole; in questi giorni intorno a me, vi sono state burrasche (in Tirreno settentrionale, meridionale, Sardegna e Carsica settore Ovest) e, se avessi ritardato o anticipato ogni partenza ne avrei risentito le conseguenze. Adesso risaliamo con il vento da Est e poi SE che é il massimo di condizione, perché protetti dalla costa, durerà due giorni, quel tanto che basta per "arrivar..."La randa funziona meglio di prima, il buon vento da Est, verso sera aumenta, diamo ancora in Cala Grande, sul versante Ovest dell'Argentario, luogo poco raccomandabile e solo con venti da Est. Antonio avrebbe preferito il porto perchè, giunti sul posto non si vedeva niente, solo il mio potente faro illuminava la vicina scogliera; diamo ancora, che ara sul duro fondale di 10m. poi si impunta  e prende, resistendo alle varie sollecitazioni con motore a marcia indietro; nelle operazioni di fonda, la barca aveva percorso un po' di metri, vado a poppa, accendo il faro e scorgo entro il nostro raggio di giro una bandierina con galleggiante la quale é collegata ad una lunga rete da pesca, appoggiata sul fondale e ne segnala anche la presenza...vi lascio pensare a tutte le considerazioni che si possono fare. Ritiro 5 - 6m di catena quanto basta per scansarla in poppa ma con catena tesa al massimo e il vento in asse alla bandierina, avrei dovuto recuperane di più. Sonno tranquillo ma in "stembay", il vento fresco é rimasto nella direzione giusta e la bandierina distante; per quanto riguarda l'ancora avevamo sottovento tutto il Tirreno. Andare in porto avremo speso più di due ore per rimetterci in rotta, oltre a manovre e preparazione all'ormeggio, per solo cinque ore di riposo.  
La baia naturale di porto AzzuroAll'alba del giorno 09 ben riposati e dopo abbondante colazione, salpiamo; svolgiamo subito la randa e appena fuori dalla Punta di Cala Grande, prendiamo buon vento che ci sosterrà fino a Porto Azzurro... Grazie Antonio.

 

Faro all'Isola di Stomboli

      IMMAGINI CORRELATE
 

Verso l'Isola di Ischia, in attesa del vento al "giardinetto"   A notte fonda giunge il vento da SE, proseguiamo a "fiocco tangonato"
     
Delfini   Isola di Stromboli in vista
     
La baia a San Vincenzo   Il paese  di San Vincenzo
     
Il paese di San Vincenzo   Il vulcano Stromboli visto da Ovest
     
In vista dell'Isola di Ischia   Isola di Ischia
     
Ischia   Ischia
     
Ischia   Ischia
     
Baia naturale di porto Azzurro  
     

 

 

 

bepi.hoffer(@)baseitalia.com

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