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Sentiero Bonacossa

PRATI FIORITI, PASCOLI E BOSCHI

 

La catena delle Maddalene

 

Il Sentiero Aldo Bonacossa, segnavia numero 133 del CAI, fa parte del "sentiero Italia" e attraversa per intero il versante meridionale della Catena delle Maddalene, partendo dal Passo Palade ed arrivando fino a Penasa di Rabbi. Esso mantiene lungo tutto il gruppo un'altitudine di 2000 m s.l.m., e si situa parte in provincia di Trento e parte in quella di Bolzano.

Dal Passo Palade con l'entusiasmo della partenza

Nell'estate del 2001 carichi di tutto quello che serve lasciamo la macchina al Passo Palade 1518m. anche perchè poi é più facile recuperarla. Con tutta calma seguiamo il sentiero che subito si inerpica più di quanto ci si aspettava. A casa, avevo dato una veloce sbirciatina alla carta topografica, giudicando che era meglio partire in quota, ma si, un po' di dislivello...che però visto lo scarso allenamento, si é rivelato il tratto più faticoso di tutta la traversata. Una bella sudata tra rami foglie e gran calore estivo. Arrivati in cima, proseguiamo al Lago del Luco 2180m. ove montiamo la tenda. L'aria é più frizzante, lo sguardo si allunga sull'itinerario, fatto di laghi alpeggi, con la traccia che spesso taglia i ripidi versanti erbosi che digradano verso sud.  Saika é entusiasta, continua avanti e indietro ma verso sera anche lei é abbastanza stanca. Abbiamo la nostra tenda, proprio per fermarci appena siamo stanchi, nonostante vi siano alcuni ottimi bivacchi forestali lungo il percorso. Volgendo lo sguardo veso la Val di Non, si notano più in basso, le malghe che fanno capo ad ogni piccola valle; intuisco il gran calore del mezzogiorno mentre noi godiamo della crescente copertura nuvolosa che svanisce verso sera, asciugata dall'aria secca da nord. I cavalli e le mucche al pascolo spaventano Saika ma anche noi, sono abbastanza invadenti, in particolare alcune grosse mucche, prima guardano fissandoci in modo aggressivo, poi ci rincorrono senza paura. Mia mamma da bambino mi diceva: se devi scappare dai serpenti o dai tori, corri sempre in salita...Così ci toccava aggirare le bestie che comunque ci tenevano d'occhio, con fare minaccioso. Saika faceva delle strepitose fughe con la coda tra le gambe... Tranne Malga Castrin 1813m. su tutto l'itinerario, non abbiamo mai incontrato nessuno, un ambiente tranquillo che in caso di necessità in poco tempo sei in valle.  Proseguiamo al Passo di Braz dove ammiriamo i tre piccoli laghi che caratterizzano il luogo. Superato ogni passo o cambiato versante, fa sempre capolino un nuovo scenario da ammirare  e da confrontare con la nostra  mappa. Superato un ruscello, apriamo il cancelletto di legno che delimita il pascolo, giungiamo in pochi passi alla Malga Bivacco di Vai. Una piccola, bella casetta in legno, con all'intero la cucina col tavolo, una scala a pioli che accede ad un "sopalco" per dormire. Poco più in là del bivacco, i cavalli al pascolo, indisturbati ed intimiditi dalla nostra presenza ma presa confidenza, si mostravano gioiosi correndoci incontro sullo stretto sentiero, tanto da dover star guardinghi a prendere l'acqua al ruscello, perché arrivavano al gran galoppo. Al mattino, aperta la finestra, mentre facciamo colazione, improvvisamente ci siamo trovati tutta la testa del cavallo in cucina, più carezze gli facevamo e più ci mettevamo nei guai. Saika non si é goduta tanto...Proseguiamo il nostro cammino contenti anche di questa insolita e affettuosa esperienza coi cavalli. Nel pomeriggio, grosse formazioni nuvolose preannuncia verso sera, se continua così, si scatena un temporale. Infatti giunti a monte di Malga Bordolone di Sotto, le cime e le creste intorno, sono avvolte da nubi nere, dense e potenti. Al primo tuono ci affrettiamo a perder quota scendendo verso la Malga, tenendo Saika vicina e al guinzaglio. In un catino di rocce, poco distante da dove eravamo prima, incalzavano i tuoni facendo vibrare il terreno. In , un momento successe il finimondo. Eravamo attrezzati per ogni tempo ma se fossimo stati in quota, non tanto per l'acqua mista a grandine che scendeva a secchi  ma per i fulmini e gli spaventevoli assordanti boati: "l'avremo vista brutta". Col tempo così subito si fa sera e la temperatura scende in picchiata. Giunti alla Malga Bordolone, bussai alla porta mentre in strada la pioggia toccando terra rimbalzava, aumentando a vista d'occhio il volume nei canali di scolo già traboccanti, e chiesi: permesso, pensavo tante malghe sono anche Agritur erano tutti seduti a tavola a mangiare...la malga é anche Agritur? No, risponde un tipo; poco male noi abbiamo tutto e col nostro fornelletto ...possiamo metterci con la tenda nella legnaia che da sulla strada,  adibita anche a parcheggio? NO! Bah! Sono rimasto un po spiazzato...che non ho nemmeno risposto a quella scortesia. Nel piazzale c'é un ragazzo con un furgone e mi dice: lungo la strada a qualche chilometro c'é un bivacco della forestale. A bene, grazie. Con giacca e cappuccio, soprapantaloni, scarponi e una pila, non ci ferma nessuno; camminare sotto l'acqua è più che previsto, invece mi piace meno piantare la tenda quando piove, con zaini e abbigliamento bagnato. Se aspettate un attimo vi porto io...

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