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Voltri - Le Cinque Terre

I primi di marzo raggiungiamo il catamarano Libeccio lasciato tre settimane prima ormeggiato a un pontile dello Yacht Club Italiano di Genova. Ci aspetta la terza tappa dell’iniziativa Dove Navigare.
Dopo un mese di febbraio meteorologicamente tiepido, troviamo Genova con un clima quasi primaverile. Il lavoro dell’equipaggio in questa terza tappa inizierà con l’esplorazione della città della Lanterna per finire al Golfo di La Spezia. Prima giornata dedicata alla preparazione della barca, poi massima concentrazione all’osservazione di Genova come polo nautico.

I PORTI

Voltri - Iniziamo la nostra perlustrazione da Ponente. Genova comincia praticamente da Voltri, dov’è sorto un grande porto commerciale. Al navigante che arriva da Ovest la vista del grande molo indica che da lì inizia il porto, il quale si protrae, 8 miglia più avanti, fino alla Bocca di Levante.
Il porto di Voltri è sorto davanti al torrente Branega, e per non ostruire la sua foce il molo di sottoflutto è distante qualche centinaio di metri da terra. Si è così creato un bacino protetto dov’è sorto un approdo spontaneo per una flottiglia di circa 200 barche. Qui si sono insediate associazioni di pescatori, cooperative, circoli, etc., tutti con “base” nautica. Davanti al bacino sono fissati corpi morti, installati pontili e c’è un variopinto villaggio di casupole: è la nautica espulsa da Genova.
Sestri Ponente - Proseguendo verso Levante c’è continuità tra gli alti moli del porto di Voltri e la diga che protegge l’aeroporto. Qui sorge il porto più imponente di Genova con 1.250 ormeggi: Sestri Ponente. Per entrare occorre seguire un corridoio di lampioni verdi. Gli approdi sono gestiti da diverse associazioni, la maggiore delle quali è la Lega Navale Italiana Sezione di Sestri Ponente, poi c’è l’Associazione Sportiva Pesca e Ricerca, l’Assonautica, il Circolo Portuale “Luigi Rum”, l’Arca-Enel, l’Associazione Nautica Sportiva, l’Asap, la Società Pescatori Dilettanti, l’Associazione Pesca di Cornigliano e i Canottieri Sampierdarenesi.
«Queste associazioni, insieme ad alcune strutture commerciali, si sono costituite nel “Comitato Marina di Sestri” – spiega il presidente del Comitato e della locale Lega Navale Giorgio Bonino – col progetto di studiare il riordino e l’ampliamento degli ormeggi fino a un totale di 2.100 posti». Il progetto è stato approvato dalla Regione e gran parte dei finanziamenti individuati.
Lo specchio acqueo di Sestri Ponente soffre attualmente dell’assenza di infrastrutture, scarsità di parcheggi, impossibilità di accesso al mare, e della pessima qualità delle acque (foce del torrente Chiaravagna e vari scarichi fognari): un segno di assenza d’attenzione di Genova al turismo nautico. Tuttavia a Sestri si offrono servizi decorosi, elettricità e acqua, la Lega Navale Italiana effettua l’ascolto sul canale 67, ci sono diversi scivoli per piccole barche, gru fino a 50 tonnellate, distributore di carburante. I cantieri sono in grado di fare fronte a ogni genere di riparazione.



Genova - Da Ponente a Levante di Genova, e viceversa, le imbarcazioni da diporto possono navigare solo all’esterno della diga. Ciò grazie a un’ordinanza molto discutibile della Capitaneria di Porto, scaturita dal solito “fastidio” con cui è visto il diporto a Genova. Lasciati quindi sfilare a sinistra miglia e miglia di molo, rientriamo dalla Bocca di Levante.
Qui c’è il Marina Fiera di Genova; nato come supporto al Salone (500 posti), è diventato ormeggio permanente. Lasciato a dritta questo approdo, c’è il porticciolo Duca degli Abruzzi (470 posti), con l’ottima darsena riservata allo Yacht Club Italiano, il più antico d’Italia.
Lungo il Molo Giano, oltre ai Carenanti (scheda accanto) c’è l’Unione Dilettanti Pesca, un pontile per 80 barche; poi la Canottieri Genovesi Elpis, un pontile per 80 posti; la Lega Navale Italiana, sezione di Genova, con due pontili per 150 barche; il Rowing Club Genovese con un pontile. Anche questi circoli, come quelli di Sestri Ponente, hanno presentato un progetto di unificazione delle strutture.
Il problema di questi approdi è che sono totalmente separati dalla città. Sono circoli privati all’interno dell’area portuale, sbarrati al pubblico, senza accessi al mare per il cittadino che non sia socio senza parcheggi. Il diportista che si trovasse ospite per alcuni giorni in uno di questi pontili non avrebbe modo di raggiungere un negozio, un ristorante, un bar, senza il disagio di un lungo percorso a piedi in strade polverose e scarsamente illuminate. Da sempre Genova è separata dalla “città portuale”. Ancora oggi per raggiungere questi circoli occorre transitare per accessi con guardianaggio, e perfino i taxi applicano un supplemento di tariffa per “entrare” nel porto.
Si respira già un’altra aria nel Porto Vecchio nella zona ex Expo. Il restauro d’importanti opere, quali il Magazzino del Cotone, la presenza dell’Acquario e ampi spazi esterni, hanno restituito il mare a Genova. La calata di fronte ai Magazzini del Cotone è gestita dal Marina Molo Vecchio, 130 ormeggi da diporto (7 milioni l’anno per una barca di 10 metri, varo e alaggio e 10 giorni a terra compresi). In fase di realizzazione, nella zona a Ponente dell’Acquario c’è un altro approdo, il Marina Porto Antico, 270 posti, che avrà anche insediamenti immobiliari (albergo, negozi, un parcheggio).
Il 3 marzo, martedì, lasciamo Genova. Delusi per aver trovato una città sbarrata verso il mare. Il tempo sta cambiando e per giovedì e venerdì è previsto un peggioramento. Approfittiamo della “finestra” di bel tempo ancora aperta e, a motore, procediamo verso Levante. A bordo, oltre a Giorgio Casti e Gabriele D’Alì, c’è Flavio Bucci, un amico di BOLINA, genovese.
Da Genova a Camogli (10 miglia) sfilano alla nostra sinistra gli abitati di Quarto, Quinto, Nervi e Bogliasco. Solo Nervi ha un piccolo porticciolo praticabile con mare calmo.



Camogli - Entriamo nel Golfo Paradiso per avvicinarci a Camogli, uno scalo interessante ma affollato anche d’inverno. Al transito viene riservato una parte del molo sopraflutto dove possono sostare sei-sette barche. La cittadina vanta una storia marinara, e il Museo Marittimo merita una visita (tel. 0187/72 9049, chiuso martedì).
Lasciata Camogli doppiamo Punta della Chiappa e costeggiamo il Promontorio di Portofino, di straordinaria bellezza. Affascinante l’ancoraggio di San Fruttuoso, un villaggio in fondo a un’insenatura rocciosa. Qui si può dare fondo nella parte terminale della calanca.
Portofino - Scapolata la Punta di Portofino entriamo nel Golfo del Tigullio e dirigiamo su Portofino. Lo spettacolo è straordinario, non solo per il fascino del borgo variopinto, ma perché in questa stagione il molo della celebre piazzetta è completamente vuoto. Possiamo quindi toglierci lo sfizio di ormeggiare all’inglese.
Santa Margherita Ligure - Il porto di Santa Margherita si presenta affollato anche in questa stagione, molti i pontili con numerosi gestori dei circa 300 posti disponibili. C’è tuttavia la possibilità di trovare un ormeggio gratuito per tre giorni alla testata del molo foraneo.
Dopo Santa Margherita e prima di raggiungere Rapallo c’è una serie di piccole insenature: il Seno di Pagana, poi il Porto di S. Michele. Entrambi buoni ridossi per brevi soste.



Rapallo - Solo un miglio a Levante di Santa Margherita c’è Rapallo, il cui porto è diviso in due bacini: uno comunale, occupato dalle imbarcazioni dei circoli nautici locali, l’altro privato, della società Carlo Riva, per un totale di 300 posti.
Interessante il grande scivolo sul canale del torrente Boate, dove si possono varare piccole imbarcazioni. Per il transito è disponibile il molo Duca degli Abruzzi, con sosta di 72 ore (Capitaneria, tel. 0184/50583).



Chiavari - Ci spostiamo verso Chiavari, distante 4 miglia, porto comunale, 495 posti. Riconoscibile da lontano per un’alta torre bianca, Chiavari ha l’ingresso a Ponente. Il molo foraneo è riservato al transito e ai pescatori: qui la sosta è gratuita per i primi tre giorni (canale Vhf 10) e bisogna dare fondo all’ancora. Il direttore Com.te Giovanni Schiaffino ci anticipa che è prevista la sistemazione del molo di transito con servizi igienici, acqua, elettricità, già dal giugno 1998. Tariffe annuali per una barca di 10 metri: otto milioni e mezzo.



Lavagna - Distante un miglio e mezzo da Chiavari, con i suoi 1.400 posti barca Lavagna è l’approdo turistico più grande della Liguria. Costeggiamo il molo foraneo lungo quasi un miglio. Per l’ormeggio occorre comunicare con la direzione del porto (canale Vhf 9). Ci viene assegnato un posto nella darsena: 25.000 lire, acqua ed elettricità comprese.
Dopo aver apprezzato l’ordine e la pulizia del porto di Chiavari, quello di Lavagna ci appare trasandato; diversi moli in cemento presentano crepe. La precaria manutenzione è confermata dai servizi igienici: le macchine a gettone delle docce risultano in parte divelte, molti wc sono sporchi...
L’amico Fulvio ci deve lasciare per rientrare a Genova. Alla sera ceniamo in città da Ü Brunzin (tel. 0185/394279), dove gustiamo una buona farinata, fritto misto e insalata; il conto è di 35.000 lire a persona.
Al mattino lasciamo Lavagna intorno alle nove. Nella notte si è alzato un Sud-Ovest forza 4, buono per navigare a vela.



Sestri Levante - La rapidità del catamarano ci consente di raggiungere presto Sestri Levante (3 miglia) dove ammiriamo la bella Baia delle Favole, approdo a Nord-Ovest. Giusto il tempo di prendere i riferimenti e doppiamo Punta Manara, col dispiacere di non aver potuto far scalo alla Baia del Silenzio, a Sud-Est di Sestri Levante, un’insenatura spettacolare, adatta a ospitare piccole imbarcazioni.
Da Punta Manara verso Levante, fino a La Spezia non vi sono dei veri porti ma baie e approdi di grande fascino e un entroterra ricco di vegetazione.
C’è Riva Trigoso, riconoscibile per gli impianti industriali della Fincantieri, buon rifugio dai venti settentrionali. A seguire, Moneglia, simile a Riva Trigoso ma più piccola, con la spiaggia davanti all’abitato. Avvicinandosi all’ancoraggio di Ponente, sotto una villa di colore giallo, occorre fare attenzione a uno scoglio, detto Secca Pietra Stella.
Prima della Punta del Mesco c’è Bonassola, con un’insenatura aperta e frequentabile solo con bel tempo. Poi c’è Levanto, borgo di pescatori, riconoscibile dal Casino Municipale di colore rosa. Anche a Levanto non c’è un vero porto, ma una bella baia con fondale di sabbia che offre un ancoraggio ridossato dai venti settentrionali.



Le Cinque Terre - Doppiata Punta Mesco iniziano le Cinque Terre e i suoi paesi: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Tutti piccoli centri balneari senza porticcioli, ma con ridossi protetti da moli e adatti alle piccole barche.
Via via che le Cinque Terre scorrono davanti ai nostri occhi, il vento rinforza fino a 20 nodi, e ogni tanto arrivano da Sud-Ovest onde di dimensioni importanti, premonitrici di peggioramento. Presto ci appaiono a prua le isole di Palmaria e del Tino, punta occidentale del Golfo di La Spezia. Passare tra la Palmaria e la terraferma spinti dall’onda da poppa è un’emozione forte, sembra di entrare nella “passe” di un atollo. Una volta all’interno del golfo il vento cade, ridossati da un lato da Portovenere a dall’altro dalla Palmaria, su un mare improvvisamente calmo.
A La Spezia gestisce un cantiere e un rimessaggio un amico di BOLINA, Mauro Melis, il navigatore spezzino che nel 1992 partecipò alla Ostar classificandosi secondo nella sua classe. Ottima l’accoglienza di Mauro, che ci offre un buon ormeggio per la notte. Il giorno dopo ci propone una soluzione più pratica nei pontili dell’Assonautica, al centro della città. Lasciamo la barca in buone mani fino alla prossima tappa. Che prevede la visita agli approdi del Golfo di La Spezia e la navigazione fino a Livorno.
Questo viaggio ci sta facendo sempre più apprezzare il piacere del turismo nautico. La barca è solo un mezzo per osservare la costa da vicino, accostare a siti altrimenti inavvicinabili mantenendo un’autonomia totale. Se non c’è il porto si sceglie l’ormeggio, se il porto c’è ma non è di gradimento se ne sceglie un altro. E poi, appena possibile, si lascia la barca e via all’interno, a piedi verso il verde, per vedere l’orizzonte del mare da lontano. La costa Ligure si presta a questo modo di vivere la barca.
Testo ripreso dal sito della Rivista di Bolina