Quest'anno l'autunno si é
subito presentato con il passaggio di una perturbazione; per
l'occasione sono riparato in un angolo ancor più a ridosso nella
rada di Portoferraio, ho dato fondo a due ancore appennellate:
l'ammiragliato e la mia auto costruita, 50 metri di catena su un
fondale di 7m. Visto il luogo sicuro, volevo anche riverificare
se il sistema funzionava...Dopo due giorni di vento con punte
superiori ai 35 nodi ho controllato le ancore: l'Ammiragliato
aveva ancora un giro di catena, uno l'avevo tolto il primo
giorno, facendo con la barca un giro inverso a quello imposto
precedentemente dal vento attorno al galleggiante collegato con
il "grippiale" che segnala la posizione delle ancore. Ho
concluso che l'Ammiragliato é meglio usarla da sola, anche per
issarle a bordo il grippiale é stato comodo sollecitando meno il
"paranco".
Comunque l'autunno mi piace con ogni tempo, in questo periodo di
cambiamento stagionale noti quanto si accorciano le
giornate, la temperatura più é fresca, i venti sono meno stabili
ma spesso anche Chieti, ecc.
Salpo
e ritorno a Porto Azzurro: il vento a 15 nodi da NW fa correre
Kit dandomi soddisfazione, con due bordi arrivo a Capo Vita,
appena doppiato ammaino la Randa e con solo Genoa rapidamente
giungo in rada dove c'è Renato all'opera di ricerca ancora;
subito attiviamo l'ecoscandaglio digitale ma con scarsi
risultati. Il giorno successivo vado a Rio dal meccanico: ho la
pompa dell'acqua di mare che gocciola, così ordino l'alberino
della girante, riteniamo sia lui la causa. Con l'occasione
compro un "visore", atto ad osservare il fondo rimanendo sul
tender; ritorno e ci si da da fare anche con l'ausilio di questo
strumento ma niente da fare. Faremo in un'altro modo... Adesso
riprendo la manutenzione al ponte in teak alternando con altri
piccoli lavoretti che allietano queste giornate.
INCONVENIENTI SEMPRE IN AGGUATO
Da
ieri (25.9) sono alla fonda nella rada di
Porto Azzurro ad una distanza dal cantiere di Mola di circa
250/300 metri verso NE; dando fondo su 11 metri di fondale e con
55 metri di calumo; oggi alle 11.15 circa, in calma di vento, il
pontone (chiatta con grù) “San Giuseppe” ormeggiato presso il
cantiere di Mola ove aveva da poco levato gli ormeggi e trainato
dal rimorchiatore
"Pasquino", nella fase di salpare l’ancora , finiva
sopra la mia catena, escludendo ogni mia manovra, anche perché
mi sono reso conto del fatto quando era troppo tardi per salpare
la mia ancora; così il pontone si é appoggiato sulla fiancata di
dritta della mia imbarcazione agganciando in seguito la catena
del mio ancoraggio trascinando la prua contro il pontone,
urtandola e creando danno alla stessa.
A vista la battagliola di prua è inclinata verso dritta con la
cromatura “grattata”, lasciando evidenti segni anche di colore,
come la luce di via di dritta; la piastra in acciaio appena
sotto “l’occhio di cubbia” evidenzia il colpo subito nella piega
della stessa e la lamiera a lato, atta a proteggere lo scafo
dall’ancora; il perno di bloccaggio del salpa ancora, si è rotto
durante le manovre d’emergenza. Non ho visto altro danno salvo
perizia. Ho chiamato via radio il comandante del rimorchiatore
mettendolo a conoscenza del danno, il quale invitandomi sul
canale 10 dichiarava: l’impossibilità immediata di farsi
sentire ma l’avrebbe fatto, cordialmente ribadivo quanto una
semplice comunicazione, fatta 5 minuti prima, bastava a farmi
salpare. Mai più visto e sentito nessuno...ma
farò valer le mie ragioni.
Una bella improvvisata
Fa
notte presto e quando sono le 19.30 puntualmente all'inizio del
giornale radio é anche ora di cena, poi segue un programma di
attualità un buon sigaro scrutando il cielo stellato e se
stessi, per poi continuare qualche bella lettura o altro, prima
di dormire; improvvisamente suona il cellulare: é il mio amico
Marco; beh, ci siamo telefonati ieri, istintivamente mi
aspettavo qualcosa di straordinario: "son ala biglietteria de
Piombino per ciapar el traghet, ghé problemi"? Ho sacramento. E'
stato come si accendessero improvvisamente tutte le luci
della barca. Tutto il resto é semplice per lui e per me, gli
indico come e cosa e verso le 21.30 mi metto una luce
frontale e prendo il tender. Il luogo dell'incontro era una
stradina asfaltata, la percorrevo fino che ci saremmo
incontrati. Ero contento, poi una luce, lui e la grossa
moto inconfondibili, un semplice abbraccio perché due amici,
fosse passato anche un anno é come fosse un giorno. Sistemata la
BMV Dakar e bauletti vari ci siamo avviati verso Kit in attesa
all'ancora. Oggi é ripartito da Rio con il traghetto delle 07.00
albeggiava; se duto su un muretto sopraelevato vedevo: l'alba,
il mare e la nave salpare ma lui chissà dov'era. Pochi giorni ma
belli, in amicizia, raccontandoci di tutto, muovendoci in barca
e in moto. Ci eravamo fermati a Rio perché dovevo farmi fare un
preventivo da Massimo per i danni subiti dal "pontone"...ma un
attimo prima d'incontrarci nel fare un piegamento gli si
bloccava...ho attivato subito il Marco: disteso sul pontile nel
porto il dolorante Massimo, con una serie di trazioni l'ha
momentaneamente sollevato dal dolore e fatto la diagnosi,
consigliandolo di mettersi a letto. Il preventivo lo faremo
quando sarà possibile, così partito il Marco poche ore dopo sono
partito anch'io per Cavo.
Anche oggi una giornata splendida così tranquillamente ho
approdato e ormeggiato in porto.
Una perla dell'Isola d'Elba: Cavo
Continuano
le splendide giornate giornate autunnali e non penso ad un posto
migliore di questo. Ieri poco prima che il sole tramonti ho
fatto qualche foto e il bagno al mare nell'acqua trasparente e
poco fredda, scorci che non riesco a tradurre in immagini ma
almeno li vivo bene. Solo il pensiero per Kitalpha mi disturba,
non mi sembra tanto sicuro il posto barca assegnatomi:
l'ingresso al porto crea un piccolo spazio a 10° N e ho timore
che eventuali marosi entrino creando danno all'imbarcazione ma
qua l'ormeggiatore mi assicura che é qua da quattro anni e non é
mai successo niente... Scriverò una lettera ai responsabili del
porto per sottolineare questo mio timore...
L'alba di oggi, mercoledì 5 é più umida, la natura si prepara
alla perturbazione di dopo domani. Ho inviato la mia
lettera ed avuto
la risposta; quando
scrivendo di ormeggio, c'è il presidente che risponde
citando la "traversia", é meglio lasciar perdere. In tutti i
porti il concetto é uguale...ma i fatti, possono fare la
differenza. Dalle previsioni, i venti più forti giungono da NE,
sono più freddi pertanto anche più densi, all'ora dopo aver
fatto il pieno di gasolio per evitare condense invernali nei
serbatoi, ho poi ormeggiato di prua a circa 45° dal vento
previsto. Mi ha telefonato un certo Raffaele, dovrebbe
rappresentare la ditta proprietaria del "pontone" e dice: verrei
a rendermi conto dei danni e poi tiriamo su la barca ed
eseguiamo i lavori... Beh, va bene, mah:
intravedo troppe incognite; meglio che l'assicurazione paghi sul
preventivo, poi i lavori sono garantiti... Ha chiamato Antonio
un mio caro amico, incontrato la prima volta
all'aeroporto di Trento e dopo 35 anni ritrovati come naviganti
anzi che paracadutisti, entrambi su HR, lui ha un bel 42; E'
interessato a fare il corso:
SRC (Short Range Certificate) che
prepara all'utilizzo di radio VHF, ricevitore NAVTEX, SART ed
EPIRB; L'esame per ottenerlo si può fare
all'istituto tecnico di Pirano (Portorose - Slovenia) e
successivamente andare alle Poste e Telecomunicazioni
Provinciale chiedendo la conversione Italiana. In questo modo io
ho fatto il GOC. Al link:
http://www.egmdss.com/it/
si
trovano tutte le info necessarie:: numero di telefono, indirizzo
e-mail.
Il lavoro di manutenzione al ponte prosegue: oggi ho messo la
gomma tra un paio di doghe in teak; Parlandone col mio amico
Marchetto, a fare una doga al al giorno impiegherei un
paio di mesi...Mah, non é il tempo che mi manca. L'esecuzione:
togliere la vecchia gomma, raschiando la canaletta col
scalpello, mettere a lato della stessa nastro adesivo in carta,
con un pennellino dare il primer, la gomma, passare col dito
bagnato sulla gomma ottenendo così una nuova canaletta, togliere
subito il nastro prima che si indurisca la gomma e stare attento
dove metti: mani e piedi, altrimenti fai un macello, con un po'
di filosofia, dà anche soddisfazione...
Il 1 ottobre, sabato mattina ero andato in pescheria da Enrico a
comprare il pesce; uscimmo sul marciapiede a far due
chiacchiere, a noi si associò Federico, dopo una breve
presentazione mi disse di essere vissuto anche lui in Trentino.
Ah.. ma dove? A Pergine - ma dai, é il mio paese - in che via?
Prati - abito anch'io in quella via, nella casa che fa angolo...
poi é arrivato Alessio, lui ha la passione di "finte azioni
militari"; dice che l'isola si presta molto a questo tipo di
attività, così mi ha spiegato come funziona; intanto si é
aggiunto un'altro, diceva di essere stato in Bondone a lavorare
e conosceva: "el faina" e "el paia"... Al lato opposto della
strada, la "vinoteca" di Cristina, carina e simpatica, faccio due
chiacchiere anche con lei. Mi sembrano tutti cordiali e in poco
tempo si conosce un po' tutti. Ho stazionato in tre località
poco distanti tra loro ma con genti così diverse.
I lavori al ponte continuano, divento sempre più svelto e
preciso; far bene la canaletta tra le doghe in teak mi riesce
meglio grazie ad alcuni accorgimenti: una "dima" e l'uso di
qualche cacciavite, meno incisivo dello scalpello. Il meteo é
instabile e l'aria più fredda, al mattino aspetto che il sole
asciughi l'umidità delle ore notturne rimasta sul ponte; nel
frattempo faccio la spesa e due chiacchiere con i conoscenti;
giorno dopo giorno come in tutte le cose, si approfondisce la
conoscenza per poi chiamarsi per nome. Il tabaccaio é diventato
Alberto, il cubalo Carlos, Mario il mio vicino di barca con il
motoscafo da pesca, mentre lavoro lo vedo partire con le canne
alzate e spesso accompagnato da un paio di amici appassionati;
ha quasi 80 anni ma ne dimostra molti meno, ex primario di
cardiochirurgia, con quelle mani d'oro si fa tutti i lavoretti e
modifiche, anche lui con soddisfazione: Carlos invece é giovane,
appena sposato e in cerca di lavoro; é simpatico ed
intelligente, soffrendo come tanti altri per arrivare fino qua e
riuscirà nel suo intento. Parlo di barche con uno che dice di
essere istruttore di vela, mi ha impressionato un suo racconto: era skipper su un Baltic 51
teneva a riva: la trinchetta, la randa con due mani di
terzarolli, con 85 nodi di vento teneva tranquillamente 60° dal
vento, ho risposto che con kit, un inverno navigavo da Venezia
diretto a Monfalcone con Bora ma volendo andare a vela ho dovuto
optare per Umago a 90° dal vento... un
marinaio del posto,
chiacchierando con noi, raccontava di esser partito da Riva di
Traiano diretto ad Olbia e dopo 30h sono arrivati 20 miglia più
a Sud, dopo aver preso un forza 8 di 60 nodi, ne avevano piene
le palle a stare a galla; stamattina ho rincontrato il marinaio,
scendeva dal su magnifico Gozzo del 1956, era andato a pesca ma
preferì rientrare per una fastidiosa, onda lunga. Nei
giorni successivi ho approfondito con il famoso istruttore
l'arte di navigare ma, come sospettavo, c'era ben poco da
approfondire.
Tempo da lupi
E'
il 6 novembre, la burrasca forte di questi giorni si é quasi
sfogata. Abbiamo subito punte di oltre 40 nodi di vento ma in
Grecia ne ho viste di molto peggio. Il porto e kit ha sopportato
abbastanza bene l'evento, nonostante l'affollamento di
imbarcazioni in questo piccolo approdo...Per due giorni i
traghetti hanno sospeso il loro servizio e tutti eravamo pronti
al peggio: i nubifragi verificatisi in Liguria non si sono visti
altrimenti anche qua avrebbero creato problemi. Sospesi i lavori
rimane tempo per pensare alle cose da fare per mantenere
efficiente Kit: revisione zattera salvataggio, cambiare le
batterie dei servizi, revisionare generatore corrente, cambiare
pignone pompa acqua di mare, far girare l'acqua dolce nel motore
e nel fuoribordo, togliere il fiocco Genoa, e riporre tutte le
vele dopo averle ben "arieggiate", riporre nella sacca il
tender, pulire e ritoccare l'opera morta dello scafo, ecc. Il
vento ed il mare é in lento miglioramento, il paese si ridesta i
pescatori e quelli che hanno la barchetta vengono in porto a
verificare eventuali anomalie negli ancoraggi; si formano
capannelli di persone a discutere e commentare: c'é un bel
Catalina 42 ormeggiato all'Inglese appena dopo l'ingresso del
porto, con qualche sottile cima fissata maldestramente e mezze
consumate dal continuo sfregamento; i parabordi che per la
risacca in porto e il rollio della barca s'appoggiano in
banchina lasciando la fiancata sbattere sul nudo cemento, un
oblò aperto sul ponte con la pioggia di questi giorni... e
pensi: come si può lasciare sola una barca in queste condizioni.
E' arrivato Mario l'ex il primario di un grande reparto di unità
coronarica in Liguria, mi ha regalato un Totano fresco da fare
per pranzo; I Totani sarebbero i Calamari, li usa come esche e
li mantiene vivi in una nassa appesa alla barca, in questi
giorni di brutto mare si mangiano quelli... così é la
vita...comunque: al mattino v'à sul tetto di casa con dei
bocconcini preparati per i gabbiani che puntualmente verso le 10
si vedono svolazzare avanti e indietro felici e contenti; come i
suoi 32 gatti che accudisce; come volontariato per la gente del
paese e per quelli di Rio, fa elettrocardiogrammi,
ecografie, ed eventuali introiti devoluti al volontariato
locale...
Intanto
continua a piovere, in questo clima é necessario essere comunque
produttivi con: letture, corrispondenze varie, lavoretti di tipo
casalingo, una rispolverata ai manuali di astronomia, di
meteorologia, e quando non se ne può più, scendere dalla
scaletta di prua a far due passi e socializzare con qualcuno di
quei pochi abitanti del luogo. Una delle cose positive, é questa
cordiale disponibilità interiore verso gli altri, salutando
volentieri il prossimo, guardando le persone negli occhi senza
fasi scivolare addosso tutto quello che sta' intorno a noi.
Prima della "mareggiata" ero in pizzeria e Nicola che
gestisce insieme al fratello e proprie mogli il locale,
vedendomi sempre gironzolare (Kit é ormeggiata di fronte) mi
chiese gentilmente una mano: doveva salire sull'albero della sua
barca a vela; tra una chiacchiera e l'altra ci si conosce e vien
fuori che sono una famiglia di napoletani; uno dei tanti aspetti
notati anche per diversità dalle mie abitudini é stata questa:
mentre si svolgeva l'azione richiesta a bordo dell'imbarcazione,
gli capitò per le mani un bel capellino da velista e subito
volle regalarmelo, ci rivedemmo un'altra volta, aveva qualche
caramella: me ne offrì una, regalandomene altre due; andavo a
far due passi e passando davanti al giardino di casa del
fratello mi fermai a far due chiacchiere complimentandomi per la
bellezza del posto in cui abitava, così parlando colse tre
mandarini dall'albero e me li diede...si sono piccole cose ma
credo facciano parte anche di una cultura, in questo caso
napoletana che fa la differenza e che non tutti abbiamo, in
questo caso si distinguono positivamente, lasciandoci se
possibile, qualcosa di tangibile, aumentando in noi la
sensazione di essere ben accetti. E questo fa piacere.
A lezione di pesca
Fa
buio presto e tanti pescatori nel tardo pomeriggio escono in
mare e rientrano a notte fonda. Altri pescano dal pontile del
traghetto, così da un paio di sere, mi incammino anch'io verso
il molo con una delle canne regalatemi da Bruno per effettuare
la pesca al Totano. Mi guado in giro come fanno gli altri per
vedere se qualcuno prende qualcosa ma, anche qua ci vuole molta
pazienza, per adesso ho preso solo tanta umidità. Intanto ho
movimentato l'attrezzatura, Mario mi ha preparato una serie di
"ami" adatti ad un certo tipo di pesca e spiegato come fare.
Ieri mi ha invitato a pescare; l'appuntamento era per le 13.30.
Imbarcato con noi c'era Celestino, uno dei suoi amici pescatori
che spesso lo accompagnano. Con la veloce imbarcazione, in pochi
minuti giungiamo nei pressi di un piroscafo affondato nel 1918,
Mario dice che in quel luogo si pesca bene. Infatti peschiamo
diversi pesci di piccola taglia, poi inizia la pesca alla traina
con ami più grandi e come esca Totani vivi, pescati la sera
prima e tenuti in acqua di mare. I pesci mangiano metà esca ed
evitano gli ami...Al tramonto inizia la pesca ai Totani,
diventano "cartucce" da usare il giorno dopo.. Rientriamo a notte fonda; io
contento di ritrovare il calduccio accogliente di Kit e
cucinarmi alcuni squisiti pesci freschi.
Ho comprato a Mario un paio di "canne" usate e mulinello, per la
pesca d'altura: pertanto ho tutto quello che serve, invece dovrò
impratichirmi meglio...l'altra sera nel togliere dei pesci dalla
serie di ami posti a monte del grosso totano esca, ho lasciato
in bando un pò di filo, il motoscafo girava dalla parte adatta a
sormontare il filo con l'elica del motore e così é stato: il
totano é finito nell'elica e nella mia gamba si é piantato
superficialmente un amo da 30; estraendolo con le dita non
veniva ma Mario da buon chirurgo, ha preso una pinza e l'ha
levato come fosse un chiodo...era dispiaciuto per il totano
(cartuccia) andato a mare...
Proseguono i lavori al
ponte e anche nuove piacevoli conoscenze interpersonali: sabato
pomeriggio hanno ormeggiato Silvia e Paolo armatori di una bella
HR uguale alla mia; da buoni vicini ci siamo raccontati qualche
esperienza vissuta con le nostre sorelle barche, scambiandoci
anche i nostri indirizzi web; il giorno successivo, sono
rientrati a Punta Ala, loro base di partenza; ci siamo salutati cordialmente
contenti di esserci conosciuti. Successivamente, visitando i
rispettivi siti web ci si conosce meglio e a volte si scoprono
vite straordinarie: due si incontrano, si innamorano,
condividono un progetto di vita, consapevoli che "non vi sono
rose senza spine" e felicemente lo realizzano. Splendido:
www.poderesalicotto.com
08 dicembre, domani si ritorna a casa per trascorrere il Natale
in famiglia.
BUON NATALE E BUONE FESTE ANCHE A VOI.
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