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A quelli che non sanno e credono
di essere i primi e vogliono affrontare queste bellissime e difficili pareti, ricordo
le vittime risalenti a parecchi anni fa. L'esperienza acquisita riduce
sensibilmente il rischio, non seguire l'autoregolamentazione vuol dire aumentarlo.
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Questo
panorama incantevole, mostra
il lago di Garda, la valle del Sarca e il monte Brento, luogo dove si svolgono
dei lanci di B.A.S.E. Jump.
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Al
regno Dolomitico dei B.A.S.E. Jumper
accedono i più appassionati e meritevoli.
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In questa immagine, si
vede un jumper
a paracadute aperto,
dopo aver effettuato un lancio dalla "Parete Rossa".
Da come si può ben notare, l'apertura del paracadute é avvenuta a pochissimi
secondi
dallo stacco.Su queste
pareti prive di zoccolo si devono
" tenere" più secondi di caduta libera. Il jumper era dotato di
monovela, con un 180°, o un avvitamento a quella quota non avrebbe avuto
scampo. Ad aprire a 200mt.avrebbe
sicuramente rischiato, molto meno.
Cima
Grande di Lavaredo
Nei primi anni 90, un B.A.S.E.
JUMPER Friulano, perde la vita lanciandosi dalla cima Grande.
La causa dovrebbe consistere, nell'apertura immediata del paracadute e di un
fatale 180°.
BASE jump
in Lavaredo
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Sass
Pordoi
Nella
prima metà degli anni 80, un Jumper Americano, dopo aver costruito un trampolino
si lanciava con gli sci. Non riusciva a superare il ghiaione sottostante e
finiva in fondo alla parete.
TORRI DEL VAIOLET
Spigolo Delago -Ultima
frontiera del B.A.S.E. Jump in Dolomiti
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Marmolada
Nei
Primi anni 80 un maggiore Americano effettua un B.A.S.E. jump.
Impatta sulla parete.
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