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Bepi Hoffer
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Ritorno al Mare
Cavo, 26 gennaio 2012 |
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Uomo libero,sempre tu amerai il mare! Perché il
mare è il tuo specchio; tu contempli
l’anima tua nell’infinito svolgersi
dell’onda e un abisso e il tuo spirito non meno
amaro.
da
L’UOMO E IL MARE (Charles Baudelaire) |
Scendo
dall'aliscafo che collega Piombino a Cavo dell'Isola
d'Elba e subito vengo colto come da una vampata di quiete, quasi
dimenticata. Il molo é deserto, l'aria é tiepida e il
silenzio attende che riparta la nave dalla quale scende a fatica
e con passo insicuro un vecchio. I marinai si prodigano
nell'accompagnamento a terra e a riporre i bagagli oltre la
transenna: "venga comandante". Anche per lui pochi passi ed é
sul molo, i marinai lo lasciano al suo bastone con la certezza
che qualcuno verrà a prenderlo. Potente il silenzio dissolve il
rumore man mano che la nave alzandosi sui pattini velocemente si allontana . Camminando piano per
lo zaino carico e le gambe storte che ad ogni passo fanno fare clik a piedi e ginocchia, penso che se mi va'
strabenissimo forse avrò la fortuna del comandante, quella di vivere ancora
queste sempre più essenziali emozioni, date dal silenzio e dalla
natura. Vedo che Kitalpha, ha resistito
ottimamente all'ultima mareggiata F9, abbattutasi
sull'Isola e su questo piccolo porto, il quale ha ben
resistito nonostante i pontili galleggianti e le troppe
imbarcazioni legate ad essi...
Le vecchie batterie dei servizi hanno sofferto la mancanza di
ricarica, d'altronde non volevo aver corrente elettrica attiva a
bordo. In altri inverni ero solito chiedere all'ormeggiatore di
mettere in moto il motore ogni due settimane ma questa volta non
é stato possibile e scrivo il motivo: l'alberino della pompa
dell'acqua di mare (girante) era rigato di conseguenza filtrava
una goccia d'acqua di mare pertanto andava cambiato. In
settembre mi accordai con Antonio, bravo meccanico e dai prezzi
onesti di fare questo semplice lavoretto. Ai primi di ottobre
ormeggiavo in porto e tentai di smontare la pompa ma,
necessitava una chiave non in uso dalle nostre parti.
All'ora alla prima occasione viene lui, passa un mese e
finalmente ai primi di novembre smonta la pompa e mi suggerisce
di far fare l'alberino dal tornitore di S. Vincenzo, anzi che prendere quello originale, cosi
avrei ottenuto notevole risparmio. Sono passati tre mesi e dopo
numerose telefonate, i soliti mancati appuntamenti, senza badare
al fatto che tu stai ogni volta ad aspettare inutilmente ma, é
una condizione che noi tutti ben conosciamo, il nervoso per la
mancanza di professionalità, di rispetto, il perché era meglio fare
in un altro modo ecc. Sono sicuro che se non reagisco, al
momento di lasciare il porto a fine inverno non posso partire.
Due giorni fa gli ho telefonato e adesso non risponde più... se
mollo la presa si rilassa, se insisto non risponde,
metabolizzato la cosa, aspetto ancora e se dovrò denunciare il
fatto lo farò. A queste cose non mi abituerò mai, capitasse un incendio o quant'altro
e dovessi salpare, non lo potrei fare. Il bello é che inevitabilmente il bonario
rapporto interpersonale col meccanico salta... Ma si, il silenzio va' conquistato di volta in
volta perchè anche in questo modo di vivere, perderlo è
frequente. Sono troppi i legami necessari per proseguire: oggi é il
meccanico, ieri era quello del porto, prima ti urta il pontone,
ecc. Ho avuto anche la poco gradita comunicazione dall'agenzia
delle entrate di giustificare l'acquisto e mantenimento della
barca. Non credo di aver problemi in quanto posso dimostrare di
essere congruo. Fra una settimana ritornerò a casa con
i documenti della barca necessari per l'accertamento... Mi
sentirei anche orgoglioso di essere a posto con tutto, ma per
come stanno le cose, quelle che noi tutti sappiamo, ogni sentire
é fuori luogo.
Qua in paese ritrovo i conoscenti, mi raccontano del Capodoglio arenato in spiaggia:: era morto in mare e le correnti lo hanno
spinto fino qua. Per rimuoverlo dovevano trovare una soluzione,
la meno costosa. Così é stata fatta una buca e sepolto. In
futuro doneranno le ossa ad un museo. Altro fatto che ha
scosso il paese: Il pilota dell'aliscafo, nei pressi
dell'approdo ha scorto la boa che segnala la presenza di un sub.
Chiamato via radio il delegato del porto, hanno urgentemente
fatto intervenire un professionista che immergendosi in apnea
scorgeva un corpo adagiato sul fondo con tanto di pinne
maschera. L'allarme é immediato, intervengono tutti: Guardia
Costiera, Carrabinieri, 118, pompieri e i sub militari. In poche
parole era un brutto scherzo...un manichino con maschera, pinne e zavorrato con della sabbia...
05 febbraio, anche qua sull'isola l'inverno si é fatto sentire.
Mareggiate e forte vento hanno caratterizzato queste giornate,
la neve non si é vista a differenza del continente che é
completamente in tilt. Ritarderò di qualche giorno il rientro a
casa. Il meccanico non si é ancora visto...ieri ho spedito la
zattera all'Eurovinil per la revisione straordinaria in quanto,
secondo loro é dal 2007 che non viene revisionata; a Monfalcone
nel 2008 l'avevo fatta revisionare, ho un documento intestato
Eurovinil con firma
e timbro di chi si dichiara rappresentante
autorizzato che lo certifica e la spunta di tutto quello che era
stato controllato... In pratica sarei andato in giro con una
zattera che forse non avrebbe funzionato. Spero ben non sia
così. Mah... Oggi leggo sul
giornale del Trentino che prossimamente servirà una
assicurazione integrativa per l'assistenza sanitaria...vuoi
vedere che fra poco anche nei paesi EU se noi Italiani non si
entra in ospedale senza assicurazione...
adesso vedo come fare la denuncia dei redditi a distanza e poi
prendo il largo; nel senso che navigando si é attratti da
pensieri positivi.
Ieri Mario Mellini mi ha proposto di fare parte dei
volontari dell'Associazione Misericordia, come autista
dell'ambulanza. Ho aderito con piacere dando completa
disponibilità 24h su 24h, fino chè ci sono. Come da tante altre
parti il contesto
sanitario é questo: se qualche abitante ha bisogno di una visita
specialistica, deve andare a Portoferraio, i collegamenti son
quel che sono e tanti
anziani hanno necessità di assistenza.
Terminata
l'esperienza con l'Ufficio delle Entrate...
Consegnati all'UE tutti i
documenti richiesti per gli anni 2007/08 ove si evince la legale
mia disponibilità economica per l'acquisto di Kitalpha,
in'oltre, anche se non richiesti, avevo appresso i miei
movimenti bancari e quelli di un conto cointestato con Carla per
dimostrare la condivisione delle spese di mantenimento barca e
di tutte le spese che ogni coppia affronta insieme. Senza
dilungarmi troppo, non per pigrizia ma per stanchezza mentale
rispetto a questo argomento, in quanto ho continuato a parlarne
con tutti: parenti, amici, conoscenti che hanno fatto esperienza
con accertamenti, commercialisti e avvocati. In pratica il
redditometro stabilisce quanto devi spendere per mantenere
questa benedetta barca, il mio reddito non é sufficiente a far
fronte alle spese presunte, pertanto l'UE si comporta come
avessi entrate in nero; così mi sanziona e mi tassa sulla
differenza tra il mio reddito e quello presunto. Ho un bel dire
che eravamo in due ad usufruire di quel bene e che tutto é stato
sostenuto dalla coppia, vedi conti correnti. Non serve a niente,
nemmeno fossimo sposati, perché il bene di lusso é a nome mio.
Mah... Vi sono degli aspetti che potrebbero giustificare un
ricorso; ma da noi, il 95% di chi ricorre perde la causa. Oltre
alle spese di un legale tributario, devi pagare le sanzioni a
prezzo pieno. Sei vinci in primo grado rischi di essere
trascinato dall'UE, fino in cassazione: Anche avessi ragione,
per legge dovrei pagare le mie spese legali. mi avrebbero detto
che nei prossimi anni, visto che siamo due pensionati ci
lasciano stare basta non cambi barca. In conclusione:
visto che abbiamo la grazia di essere ancora in salute, uniamo
le nostre forze e fin che si può continuiamo a vivere alla
nostra maniera evitando possibilmente di rimaner oppressi e
depressi, perché coinvolti in situazioni da mal di testa.
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....Si
riparte con la primavera nel cuore 31 marzo
2012 |
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Tra i fiori di Capraia,
il cammino nella natura seppur leggermente in salita,
continua, distanzia
le cose meno belle e avvicina i nostri affetti
che vorremo con noi |
Tante piccole manutenzioni se riescono bene rallegrano le belle
giornate che questa primavera ci regala. Sono costretto a
mettere da parte la mia nota pigrizia nel far le piccole
manutenzioni, come pulire il tubo della pompa che aspira l'acqua
della doccia o stringere la fascetta del tubo che porta l'acqua
al lavello della cucina, ecc. e anche
l'esempio di Carla mi sprona ad essere più efficiente. Lasciare il porto é come partire per
la montagna. Devi avere lo zaino a posto e con tutto quello che
ti serve.
Salutati i conoscenti di Cavo, recuperate le numerose cime di
ormeggio controllo la "Drappa" o "corpo morto" di sinistra
appena sganciata e noto che é impigliata nell'elica... una delle
passate burrasche deve aver sollevato il cavo rimanente
vincolato in banchina. Basterebbe aver innestato la marcia che
si sarebbe avvolto all'elica, l'apposita lama atta a tagliare
eventuali cavi avvolti non può dare totale garanzia e basta poco
per fare un grave danno. Ci avviamo contenti verso il largo.
L'elica sembra giri sbilanciata e subito viene il pensiero che
le pale a passo variabile abbiano subito qualche trazione
durante l'ondeggiare della barca in porto. Peso poi che forse
qualche aderenza durante i mesi di fermo possa aver deformato il
bordo del profilo della stessa. Dovrò immergermi e verificare...
Spento il motore diamo vela al poco vento e piano piano
arriviamo nell'ampia baia della "Biodola" buon ridosso dai venti
da SE che attendiamo fra un paio di giorni per veleggiare fino
all'Isola di Capraia. Lungo il percorso effettuiamo la pesca
alla traina con le nuove esche ma continuiamo a non prendere
niente. In baia caliamo sul fondo anche una "nassa" con
dentro
il pane senza ottenere risultati. Il giorno che riusciremo a
prendere un pesce é "aldilà da venire". L'acqua é fredda e in
qualche modo metto la testa in acqua e mi rassicuro che l'elica
é libera ma sporca di microrganismi di mare. Andrebbe pulita
bene. Cominciamo ad ambientarci: basta TV e nottate a guardare
film insulsi, la radio i libri e il dondolio del mare conciliano
il sonno per lunghe dormite notturne. Prima dell'alba del 2
aprile, l'eolico con il suo sibilo ci annuncia il vento. Il
cielo é denso di nuvole basse, l'umidità preannuncia qualche
gocciolina d'acqua. Alle 9.30 lasciamo la baia, col solo
"Genoa" andiamo a 5 nodi. In mare non c'é nessuno, spengo tutti
gli strumenti tranne il pilota, mentre il generatore a vento
carica le
batterie, intanto noi eseguiamo le nostre cose come
si usa fare in casa. Una buona bistecca alla milanese del vino
rosso e caffè invitano
a turno a fare un pisolino, poi il vento
da SW al gran lasco ci fa voglia di dare randa e filiamo oltre i
6 nodi fino in porto a Capraia.
Il luogo é splendido in ogni stagione, una perla e gli isolani
ci tengono alla sua salvaguardia. Dall'ultima volta che sono
arrivato qua sono state fatte al porto diverse migliorie anche
per protezione dalle forti mareggiate invernali. La flora
Mediterranea caratterizza in modo particolare questa bella isola
e come quasi tutti gli isolani le persone sono gentili. Nel far
cambusa troviamo le prime "fave" e un formaggio adatto di "primo
sale". Rimaniamo per la notte in porto insieme a qualche barca
da charter di tedeschi.
Anche questa notte è piovuto ma troppo poco per dissetare la
flora assetata dal lungo periodo di siccità. Mentre i gruppi di
tedeschi partono, andiamo dai pescatori appena rientrati e
compriamo una bella seppia di Capraia. Qualche pezzetto ci
servirà da esca per la nostra pesca, il resto cotto nel sugo di
pomodorini freschi, il tempo che cuocia la pasta e poi
servito. Una squisitezza.. Il nero era per l'ottimo risotto di
questa sera. Prima di pranzo siamo usciti dal porto e abbiamo
dato ancora appena fuori, in un'ansa naturale ben a ridosso. Fra
qualche giorno cambierà il vento e stare qua all'ancora non va
bene così ripartiremo. Insistiamo con la pesca ma non ci da
soddisfazione.. Il libro e la calma di vento conciliano il
sonno, anche se sono appena le 10 di sera..
Sorpresa: questa mattina 4.4 Carla come si alza
verifica gli ami e la nassa. Agitata per la presenza nella nassa
di un pesce, non si fida a tirare a bordo. In effetti é brutta Mureno di circa un metro. Il peggio che potevamo prendere. Ha la
forma di una grossa biscia, con un muso molto aggressivo e
cattivo. Non ci fidiamo nemmeno a farla uscire dalla nassa
prendendola per la coda, per ributtarla in mare. E' anche buona
da mangiare, pertanto pensiamo che morirà subito e intanto
mettiamo sul gas la "mocca" del caffé. Quella si muove ancora,
pertanto bisogna "finirla". Intanto decidere ci lo deve fare,
poi serviva l'aiuto di entrambi. La faccio breve perchè non é
stata una cosa per niente bella, alla fine, messa senza testa in
un secchio, questa tentava ancora ad uscirne... Non sò come
Carla ha fatto a togliere la viscida pelle. Comunque fatta
fritta era delicata e squisita. Nel pomeriggio ha cominciato a
piovere, tempo ideate per continuare la lunga lettura di un bel
giallo e successiva dormita.
5.4 Questa mattina, come previsto il vento é
cambiato. Una notte di pioggia e poi ha iniziato leggero
vento da NW, pertanto veniva meno la condizione di ridosso e
senza aspettare rinforzi di vento, a metà mattinata abbiamo
salpato l'ancora. Tangonato il Genoa, messa una ritenuta alla
Randa e via per 118° con destinazione Portoferraio. Dopo un paio
d'ore il vento cala e procediamo a 3-4 nodi sappiamo che la
giornata é quieta pertanto non abbiamo fretta. Del resto
arrivare prima per poi rimaner fermi in baia... le stesse cose
si possono fare navigando. Fino ad alcuni anni fa, se
calava il vento era uno stress, perché impiegavi più temo ad
effettuare una traversata ed ero stufo e non vedevo l'ora di
arrivare. Se hai un programma o ti devi attenere ad una tabella
di marcia, per due sole persone la navigazione lungo costa può
diventare stancante, invece così no.
7.4 Siamo nella rada di Portoferraio, dondoliamo all'arrivo e
partenza di ogni traghetto che é diverso dal dondolare causa il
vento perché grazie all'ancora le eventuali onde formate dal
vento, sono sempre di prua e così determinano il "beccheggio",
diverso é quando l'onda causata dalle navi ti prende di fianco creandondo "rollio", se é forte la barca entra in una forma di
risonanza "risonanza" e non devi avere bottiglie fuori posto...
ma ci si fa l'abitudine. Adesso anche le navi circolano al
minimo di velocità, probabilmente per risparmiare carburante e
sono meno fastidiose, mentre in estate le corse sono più
frequenti e veloci e sopratutto in prossimità del porto al
momento di rallentare sollevano onde maligne. Come dicevo ci si
abitua a tutto, in montagna se sei tanto stanco ti addormenti
anche su un sasso. Ieri eravamo invitati a pranzo da Paola ed
insieme ad altri ospiti abbiamo trascorso un bel pomeriggio;
riflettendo, anche in questo tipo di vita se si rimane aperti
agli altri, si conoscono tante persone; di alcune rimane il
ricordo dell'incontro e lo scambio di qualche e-meil, con altre
si crea, anche per motivi occasionali, un rapporto
interpersonale che inizia su l'onda di comuni interessi o
passioni. Anche in questo girovagare mi ha sempre colpito quello
che sta dietro e che scopri in ogni persona, come un percorso a
ritroso partendo dalla cima del monte che si allarga fin oltre
la valle. Questo sfaterebbe l'idea che molti hanno che questa
scelta di vita implichi solitudine e distacco dal mondo.
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