Forza 6 -7 Beaufort
Puntuale alle 07.00 parte il traghetto dal porto di Kea. Non
é casuale la coincidenza con la nostra partenza, lo seguiamo
da vicino rimanendo il più possibile nella sua remora. In
prossimità del faro lui fugge senza risentire dei potenti
marosi provenienti da Nord all'uscita della baia. Il vento
amico ci spingerà fino a destinazione, i giorni successivi
saranno meno favorevoli. Quel poco di vela che basta
l'abbiamo spiegata entro la baia, il motore aiuta a
mantenerci in sopravento e a distanza di sicurezza dalla
costa rocciosa, poi, in acque libere inizia la corsa di
gran lasco. L'isola pur distante dal continente, forma
un canale lungo il quale l'onda si fa più minacciosa.
Kitalpha é nel suo ambiente naturale, cara regina;
lasciandola al pilota automatico qualche spanciata sul
fianco sx consiglia di prendere in mano il timone,
anticipando l'onda che a volte, velocemente si infrange a
poppa o a prua col rumore di uno schiaffo. Proseguiamo al
giardinetto la rotta la recupereremo fuori dal canale;
ambientati alla situazione lasciamo correre Kitalpha a oltre
9 nodi, anche lei mostra di gradirli molto. La barca con 40
quintali di chiglia lunga, é ben piantata nella corrente del
mare e noi ben legati in pozzetto ci sentiamo sicuri e
collaudati. Dalla cresta di qualche onda scorgiamo il fondo
di qualcuna di esse, li per lì desterebbe impressione, poi
pensi che quando vedi l'onda arrivare, sei nel cavo e non fa
così impressione. All'altezza di Cape Sounion le onde sono
più uniformi e prendono la via del mare aperto. Lasciamo
lavorare il pilota; in queste condizioni non ci si annoia,
le ore passano in fretta e le miglia scorrono velocemente.
Ci teniamo sottovento dall'isola di Geòrgios il cui capo SE
ci riserva marosi e colpi di vento, nonostante la nostra
prudenziale distanza. Recuperiamo la rotta con un'andatura
al traverso,; il vento è meno forte 20-25 nodi e il
mare ha meno fetch a disposizione. Siamo in vista
dell'isola Ydra e la costa del Peloponneso, ci infileremo in
mezzo, tanto il vento e mare vengono da terra. Diamo fondo in
una baia nei pressi di un Hotel con un laghetto, pensiamo a
Bruno e Cristina, venuti qua in ferie anni fa e imbarcatisi
su uno di quei super veloci motoscafi, hanno visitato Ydra.
Peloponneso
Proseguendo per l'isola Pitioùsa facciamo
una sosta alla piccola penisola Mandrakia, nella quieta
omonima baia, per rifornimento di tabacco e un meritato
pranzo, anche per sollevare Carla, dai soliti mestieri di
casa... Anche oggi una bella veleggiata che ci porta in una
piccola baia, di fronte alla caotica isola appena nominata,
dove diamo fondo e saremo tormentati fino a notte fonda, dai
veloci barchini che come taxi, fanno spola, tra terraferma e
isola.
Il giorno successivo un pò indecisi
entriamo nel caos del porto dell'isola, fatto di
bassi fondali, barche ovunque, catene incrociate e caldo
soffocante, dal quale fuggiamo. La giornata senza
vento e senza fretta scorre in mare con il motore in moto
ombreggiati dalla vela e rinfrescati dalla brezza
artificiale creata dalla velocità. Dirigiamo verso la baia
di Kiparissi incastonata alla base di alti monti dalle
pendici scoscese. Nella Cala della Chiesetta, ci appoggiamo
al molo insieme a qualche altra imbarcazione. Un bagno
nell'acqua sempre trasparente, ha alta priorità.
E' il 20 luglio, una brezza da NE
promette bene, tangoniamo il fiocco e a tutta randa
proseguiamo a 4 - 5 nodi; dalle previsioni meteo era
garantita un'altra "smotorata", invece rinfrescati dalla
brezza e ombreggiati dalla velatura ci gustiamo la
silenziosa navigazione osservando la costa sempre più
frastagliata e brulla, ove anche le cime dei monti declinano
di quota man mano che avanziamo verso Sud. Osserviamo in
lontananza un motoscafo che si addentra e scompare tra la
costa rocciosa, consultiamo il portolano e
notiamo essere una zona interessante, l'avevo trascurata
perché leggermente fuori rotta: é Gèrakas, quattro
case, un porticciolo ben riparato dalle rocce circostanti da
tutti i venti; l'ingresso al porto é invisibile tranne che
per un fanale colorato di bianco sulla scogliera. Tra queste
rocce l'acqua ha una trasparenza cristallina, un luogo
adatto agli appassionati di immersioni anche se non
attrezzato di servizi di tutti i generi.
Il giorno 21 luglio andiamo più a Sud che
é dove siamo adesso: Monemvasìas, é un antico porto, un
tempo molto frequentato dai naviganti, per la sua vicinanza
a Capo Maleas, punta SE del Peloponneso. Oggi 22 rimaniamo
fermi perchè é previsto nel pomeriggio leggero vento da sud,
così approfittiamo per visitare il vecchio villaggio
fortificato che é di origine bizantina, ma fu in gran parte
rimaneggiato dai veneziani. Se con lo sguardo non si indugia
troppo sui ristoranti e negozi il carattere del borgo non
viene offuscato. Vi sono numerose chiese, quella più bella
stà in cima alla rupe ove é garantito un panorama
mozzafiato. Domani il vento sarà più favorevole per le 30 miglia che ci separano
dall'isola di Kythira.
Isola di Kythira
Sveglia di buon mattino in questo venerdì
23, il vento da N é in ritardo
sulle previsioni meteo, speriamo arrivi; intanto ci godiamo
quest'alba quieta; momento sempre, non dico emozionante ma
che stà da quelle parti. Visto il mare piatto preparo armato
il tangone, Carla intanto termina la messa a punto della
barca per la navigazione. Dopo un paio d'ore di motore,
finalmente a vela; manteniamo una andatura a farfalla,
con vento a circa 15 nodi e sui 160°-170°. Per noi
questa é la condizione meteo ideale per navigare, certo
bisogna avere il tempo di aspettare e che questa situazione
si verifichi. Decidere di fare il Peloponneso in questa
stagione, vuole dire: patire più caldo, ma anche avere meno
vento e di conseguenza meno imbarcazioni a vela ma anche a
motore. Pensare che stiamo scoprendo dei luoghi che ci
piacciono molto. Ritornando alla navigazione stiamo
puntando, due miglia al largo di Capo Malea per poi
stringere con un gran lasco sull'isola di Kythira.
Ak Malea o Capo Malea: in greco cattivo, maligno. La "Pilot"
del 1910 scrive a questo proposito: la caduta delle raffiche
dalla montagna, erano talmente forti intorno alla riva, che
rompevano le vele e spesso causava il capovolgimento della
barca. E' prudente
una distanza di tre miglia dalla costa
per proteggere la vostra barca. Il mantenimento di questa
distanza inoltre protegge dalle onde che si formano lungo la
costa in modo irregolare e accompagnate da forti correnti.
Considerato le ottime condizioni ma comunque mi sono tenuto
nell'asse del vento per diverse miglia; nonostante questo ho
sentito dei colpi di vento, da immaginare quale postaccio
sia... Giunti al porto di Diakofti e sistemata Kitalpha in
modo sicuro, ho pensato all'amico Guido, che deve essere
stato proprio qua e raccontando dell'isola, la descriveva
come la vivo: selvatica e solitaria. L'isola é anche molto
pescosa; non tanti anni fa, le Cernie erano ovunque, adesso
molto meno; per la verità in questo posto, oltre a non
vedere pescatori, non vi sono nemmeno ristoranti, tranne
quei tre fatiscenti, da non poterli chiamare nemmeno
trattorie; il piccolo supermarket ha un frigorifero da
bibite, adibito per salamini, formaggi, ecc. L'isola é
abbastanza grande, all'interno vi é un vasto
altipiano poco
abitato, ma non é tutta così e questo lo scopriremo più in
là.
|
IMMAGINI CORRELATE
PRINCIPI GENERALI
L'offesa deve essere vendicata.
Non é uomo
d'onore chi si sottrae al
dovere della vendetta, salvo nel caso
che, avendo dato con il complesso della
sua vita prova della propria virilità, vi rinunci per
superiore motivo morale. |