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La Spezia: palestra di vela

Il catamarano della redazione Libeccio è stato alcuni mesi ospite del porto turistico dell’Assonautica di La Spezia dov’era arrivato nell’aprile scorso. La necessità di rifare la carena, montare un nuovo supporto per il motore non ci hanno consentito, prima della fine di giugno, di riprendere il nostro viaggio lungo le coste italiane.


L’iniziativa si chiama Dove Navigare e ha preso il via nel gennaio scorso da Bordighera, primo porto ligure dopo il confine francese. Un osservatorio che consentirà a BOLINA di acquisire una conoscenza delle problematiche degli approdi, ma anche di conoscere le realtà locali che operano nel diporto. Il risultato, oltre ad articoli sulla rivista, sarà la pubblicazione di guide alla navigazione costiera. A bordo si alternano amici, collaboratori o lettori che ci fanno da ciceroni. Coppia fissa del Libeccio sono Giorgio Casti, direttore del mensile, e Gabriele D’Alì, architetto e collaboratore di BOLINA, esperto di multiscafi

I PORTI


La Spezia - Il golfo di La Spezia ha l’apertura a Sud Est, con a levante Punta Bianca e a ponente l’isola del Tino, all’estremità Sud dell’isola Palmaria.
La Spezia si trova in fondo a questo grande golfo, protetta da una poderosa diga foranea che la ripara dai venti e dalle onde meridionali, e lasciando ai lati due “passi”, detti appunto Passo di levante e di ponente.
La città si è sviluppata intorno alla base della Marina Militare, che ha qui l’Arsenale, e alle numerose presenze industriali, impianti per la raffinazione di prodotti petroliferi, cantieri navali, una centrale termoelettrica. Nonostante oggi dal punto di vista strategico-militare La Spezia abbia visto sminuire la sua importanza a favore di altri siti, gli insediamenti della Marina nel golfo rimangono numerosi.
Ma anche l’Aeronautica Militare e la Polizia di Stato “occupano” sia zone di territorio che specchi acquei, prevalentemente nel ponente del golfo. Tra il porto commerciale e quello militare è così rimasta una piccola fascia pubblica che rappresenta di fatto il solo fronte a mare della città, e a La Spezia non esiste un solo scivolo. Il turista nautico che arriva nella città con barca al traino dell’auto, può trovare accesso al golfo unicamente negli scivoli delle località fuori La Spezia, a Cadimare, Fezzano e Le Grazie. Ed è un vero peccato, perché il capoluogo spezzino, con adeguati parcheggi e scivoli pubblici, avrebbe di certo un’affluenza interessante di turisti provenienti dal Nord Italia e, perché no, dal Nord Europa.
Un’indicazione: la città di La Spezia dista 100 chilometri da Parma, 190 da Verona, 220 da Milano e 270 da Torino.
Eppure, nonostante la “compressione” tra industria e insediamenti militari, il golfo sta vivendo in questi tempi una nuova stagione con al centro proprio il turismo nautico. Negli ultimi tre anni sono stati infatti completati, e si sono progressivamente sviluppati, tre nuovi porti turistici (Porto Lotti, Marina del Fezzano e Assonautica La Spezia) per complessivi 1.300 approdi circa. A questi si aggiungono i quasi 2.000 ormeggi esistenti tra la foce del Magra, Lerici e altre località del golfo.
Le attività nautiche a La Spezia sono quindi già una realtà, grazie a una configurazione geografica del golfo che consente la navigazione da diporto anche d’inverno. Ma percorriamo miglio su miglio questo stupendo golfo, partendo proprio da una delle “note dolenti”: Porto Venere.


Porto Venere - La situazione di Porto Venere è nota agli utenti del mare italiani e stranieri. Riviste nautiche, BOLINA compresa, hanno più volte pubblicato lettere che lamentavano disservizi nel porticciolo a fronte di tariffe a dir poco esose: 150.000 lire al giorno, senza docce e servizi, per una barca di 10 metri. Il Comune nel 1994 aveva dato in concessione la gestione del porticciolo a una società privata che aveva evidentemente pensato di far diventare l’approdo (pubblico) un marina per vip, senza averne né i servizi né la capacità di accoglienza.
E così la vicenda è andata avanti, nonostante le denuncie che fioccavano ogni anno numerose, fino al settembre scorso. Dal primo ottobre 1998, infatti, il Comune ha ripreso la gestione e, si spera che la situazione ritorni alla normalità. Come abbiamo pubblicato lo scorso mese (BOLINA n. 146, pagina 25), il sindaco, Giovanni Pistone, ha dichiarato che «il porticciolo tornerà un luogo di accoglienza a beneficio del visitatore e della comunità».
Porto Venere è un approdo dal fascino incomparabile e merita di certo una maggiore attenzione al turismo nautico, senza necessità di avventurarsi in cattive imitazioni di marina privati. Col suo abitato fortificato dai genovesi e il castello, il borgo conserva immutate da secoli le sue caratteristiche case a torre che si allineano strette l’una sull’altra sui carruggi e sulla calata.
Per chi cerca qui un approdo davanti a questo stupendo paese, se non c’è posto in banchina, è possibile dare fondo in rada dove creano pericolo solo i venti da levante, che peraltro possono rendere precario anche l’ormeggio in porto.
Il passaggio di Porto Venere, tra la Chiesa di Punta S. Pietro e l’isola Palmaria, è praticabile agevolmente solo di giorno e con bel tempo. Meglio, provenendo da Ovest, doppiare sia l’isola Palmaria che quella del Tino, poi accostare a sinistra lasciando lo scoglio Torre Scuola ancora a sinistra (il passaggio tra questa e la Palmaria è sicuro al centro) e puntare su Porto Venere. Per informazioni sulla gestione del porto si può contattare il Comune: 0187/79481.
A Porto Venere segnaliamo l’Antica Osteria del Carugio, via Cappellini, 66 - tel. 0187/790617. Chiusa tutti i giovedì e il mese di novembre, l’osteria offre piatti tipici (polpo in insalata, “mesciüa” - tipica zuppa di cereali spezzina - insaccati, torte di verdura, pesce) con un buon rapporto qualità-prezzo (sulle 25.000 lire a testa compreso il vino della casa).


Le Grazie - Lasciando Porto Venere e costeggiando il golfo di La Spezia nel braccio di ponente, dopo aver doppiato Punta della Castagna, l’omonimo seno, e Punta S. Maria, seno del Varignano, entrambe zone militari, entriamo nel golfo di Le Grazie. In fondo a questa baia ben ridossata c’è il paese.
A sinistra entrando vi sono molti gavitelli, al centro le strutture dell’ex cantiere Valdettaro, a destra ancora gavitelli e in fondo una banchina pubblica in grado di ospitare non più di 15-20 barche. In caso di affollamento conviene dare fondo all’ancora all’esterno delle boe in un fondale di 6-8 metri.
Il cantiere Valdettaro è stato rilevato dalla stessa società a cui fa capo l’imprenditore Giorgio Vanelo, proprietaria del Marina del Fezzano. L’obiettivo è di installare dei pontili galleggianti per 250 barche di lunghezza superiore ai 12 metri, recuperare le vecchie strutture del cantiere trasformandole in servizi, negozi, etc., realizzare un’area verde in continuità con i giardini pubblici. Già a partire da questo mese di ottobre il nuovo marina metterà a disposizione i primi pontili (informazioni: 0187/790103). Le Grazie è uno scalo molto ridossato, acqua e carburante sono disponibili in banchina, il paese offre tutti i generi di rifornimenti alimentari.


Marina del Fezzano - Continuando il nostro viaggio verso l’interno del golfo di La Spezia, lasciato il seno di Le Grazie incontriamo una baia che ospita i mezzi della Polizia di Stato e un pontile della Snam. Subito dopo c’è il centro abitato di Fezzano. Una grande gru di colore azzurro indica l’insediamento del Marina del Fezzano. Si tratta di un approdo con pontili galleggianti: quelli esterni, che fungono anche da frangionda, in cemento con “opera viva” a forma di catamarano riempiti di materiale espanso, e quelli interni in metallo e legno.
Marina del Fezzano ha un pescaggio che varia dai 5 ai 12 metri, e può ospitare circa 270 barche di lunghezza fino a 18 metri. È una struttura moderna che offre, oltre ai servizi di banchina, manutenzioni alle barche: falegnameria, officine meccaniche, elettricisti, etc. Per entrare al marina bisogna costeggiare il molo più esterno parallelo alla costa e, al termine di questo, seguire le indicazioni delle boe. Dal prossimo inverno verrà anche attivato il servizio di lavanderia e un ascolto sul canale Vhf 9; per informazioni: 0187/790103.
Fezzano è un paese simpatico e accogliente dov’è possibile fare i rifornimenti alimentari. Di fronte all’abitato ci sono un molo pubblico e scivoli per piccole barche. Segnaliamo anche qui un ristorante interessante, la trattoria La Bitta in via Gallotti, 50 - tel. 0187/790456. Le specialità sono in prevalenza a base di pesce, muscoli ripieni, pesce spada, tonno affumicato, grigliate miste. Il conto è sulle 30.000 lire a persona, compreso il profumato vermentino sfuso della casa.


Porto turistico Alberto de Benedetti - È l’approdo dell’Assonautica, inaugurato la scorsa primavera. Posto lungo la passeggiata alberata della città, è stato realizzato con pontili galleggianti in grado di ospitare circa 600 imbarcazioni; una sessantina dei posti sono riservati al transito. Si tratta di un’opera che ha avvicinato ancora di più la nautica alla città, con servizi di buon livello e costi conformi a un’associazione di utenti. Al momento della nostra visita non erano disponibili le tariffe per il transito, ma Giancarlo Del Santo dell’Assonautica ci ha anticipato che saranno allineate a quelle più economiche in vigore in Italia.
Tutti i posti barca sono dotati di energia elettrica e acqua. Peccato che proprio all’ingresso al pontile principale vi sia uno scarico fognario con acqua sporca e conseguenti odori. Tuttavia questo problema è in via di soluzione, dato che è in corso d’opera l’allacciamento della rete fognaria al depuratore cittadino.
È anche un po’ “stonata” con lo spirito dell’associazione, che ha per compito statutario la promozione del diporto nautico e, come tale, ha usufruito di agevolazioni pubbliche, la chiusura anche diurna dell’accesso ai pontili (con un cartello: “ingresso consentito ai soci”), cancello elettrico e inferriata. Il recapito telefonico del Porto Alberto de Benedetti è 0187/770229.
A La Spezia segnaliamo il ristorante Sevieri, via F.lli Rosselli, 58 - Tel. 0187/733570. È un antico ristorante dove si possono gustare i piatti tipici della cucina spezzina (appetitosi antipasti di pesce, mesciüa, fritto misto, torte di verdura, etc.) in un ambiente simpatico; costo a persona 35-40.000 lire, più il vino.


Industriale Canaletto - Proseguendo nel nostro viaggio all’interno del golfo di La Spezia, i rimessaggi, con annesso cantiere, che si incontrano sono diversi. Uno di questi è quello gestito dal navigatore Mauro Melis, che nel 1992 partecipò alla Ostar, transatlantica dall’Inghilterra agli Usa, riportando un ottimo piazzamento (2° posto) nella sua classe.
Si tratta della Industriale Canaletto, situata a ponente del porto commerciale, che dispone di un tratto di molo e un piazzale per carenaggi, lavori di motoristica, di falegnameria e vetroresina. L’ambiente è simpatico, alla buona, gestito da competenti (tel. 0187/521081 - 0338/2148219, Massimo Libri).


Porto Lotti - Nel versante di levante del golfo è attivo dal 1996 uno dei più importanti marina privati d’Italia, Porto Lotti. Ubicato in una zona facilmente raggiungibile dall’autostrada, il porto è stato realizzato dalla Lotti Spa in un’area dove la stessa società operava da anni in demolizioni navali. Porto Lotti può ospitare 530 imbarcazioni di misura superiore ai 12 metri. Tutta la struttura è dimensionata a scafi medio gradi, con banchine alte, ottimo arredamento con fioriere e alberi, attrazioni quali piscina, ristorante, campo da tennis, palestra, sauna, negozi, personale disponibile 24 ore su 24 a operazioni di ormeggio e disormeggio.
Anche dal punto di vista tecnico Porto Lotti offre servizi all’avanguardia. Dalla sorveglianza con sistema informatico a cellule fotoelettriche per il controllo dell’intero marina, al travel lift da 160 tonnellate. Infine, il marina spezzino offre tutti i supporti nautici per la manutenzione e il rimessaggio.
Le tariffe di Porto Lotti non sono peraltro proibitive, data anche la concorrenza con altri porti nel golfo, soprattutto per contratti di soste annuali. Il recapito telefonico di Porto Lotti è 0187/5321 e l’ascolto sul Vhf viene effettuato sul canale 9.


Lerici - Uscendo da Porto Lotti continuiamo a costeggiare il golfo verso l’uscita dal Passo di levante, lasciando a dritta la diga foranea. Prima di raggiungere i due fanali rosso e verde, scorrono dietro la nostra scia numerosi cantieri navali, tra i quali spicca per le belle imbarcazioni a vela ormeggiate Beconcini (tel. 0187/524127).
Doppiata la punta di S. Teresa sormontata da un forte e da un ex caseggiato militare, ristrutturati per farne una scuola di vela (vedere box a pagina 44) s’intravede la grande spiaggia prima di Punta Galera e, alla nostra prua, il castello con torre che sovrasta l’abitato di Lerici. Provenendo da Sud-Est lungo la costa, invece, il castello lo si scorge solo all’ultimo momento.
Lerici è impraticabile d’estate, tanto lo specchio acqueo del paese è disseminato di corpi morti. Le barche di passaggio non hanno modo di fermarsi in banchina, dal momento che il molo una volta a loro riservato, è stato distrutto da una mareggiata e non ancora sistemato. Con bel tempo si può comunque dare fondo all’ancora, in fondale sui 7 metri, all’esterno delle boe, stando attenti al relitto affondato che si trova al centro della baia.
Navigando lungo la costa, detta Costa dei Poeti, dietro il paese di Lerici e la punta Maralunga, c’è una bella baia dov’è possibile dare fondo all’ancora con venti settentrionali. In un fondale di 6-7 metri, tra un grande scoglio-isola in fondo a destra, c’è un buon ancoraggio.
Costeggiando verso Sud-Est s’incontra ancora una serie di tre baie con spiagge molto belle e altrettanti ancoraggi, anche se d’estate sono affollate di bagnanti. Poi, davanti alla prua si staglia il pittoresco paese di Tellaro e, a seguire, un tratto di costa con scogliere a picco, sotto le quali è possibile dare fondo con tempo buono, fino a Punta Bianca. Doppiato questo capo molto suggestivo per le caratteristiche rocce di marmo grigio-chiare entriamo nella zona della foce del fiume Magra.


Foce del Magra - Arrotondando la Punta Bianca, infatti, s’intravede la larga foce del Magra. Banchi di sabbia impediscono l’accesso al fiume a imbarcazioni con pescaggio superiore ai due metri, e a poco più di un miglio dall’entrata un ponte non consente alle barche a vela di risalire più a monte.
In questo breve tratto di costa, sia a destra che a sinistra del fiume, è sorta una serie di ormeggi in banchine di legno e rimessaggi a terra dove d’inverno sostano numerose barche. Il fiume Magra è un approdo interessante (si calcola che vi sia circa un migliaio di barche, tra quelle a vela e quelle piccole a motore), uno “sfogo” naturale che meriterebbe un’attenzione da approdo e non da ormeggio abusivo, come capita sovente a molti dei corsi d’acqua italiani.
L’ingresso e l’uscita dal Magra si può effettuare con sicurezza solo con mare calmo e, comunque, i banchi di sabbia all’interno possono variare. Pertanto è consigliabile informarsi prima di entrarvi, consultando qualcuno pratico della zona. I “marina” nelle due sponde del fiume offrono servizi (acqua, energia elettrica, docce, wc) di buona qualità, e per i viveri è possibile fare rifornimenti nei paesi di Bocca di Magra (riva destra), Fiumaretta (riva sinistra), Ameglia (riva destra dopo il ponte).
Testo ripreso dal sito della rivista di Bolina