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Bepi Hoffer
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I miei sport dell'aria
Nuove
emozioni
tra sport avventura
ambiente natura e libertà
Sport caratterizzati da amicizie con giovani
entusiasti di conoscere e farsi conoscere. |
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PARACADUTISMO
Era il 1974
quando iniziavo presso il piccolo aeroporto
di Trento, questa splendida ed emozionante
attività, la quale diventava la base, il
punto di partenza per lo svolgimento e
sviluppo dei miei sport dell'aria.
Quasi contemporaneamente attratto dal volo
libero, nel 1976 iniziavo questa
altrettanto bella attività volando con il
deltaplano. Al mattino dei giorni di
festa facevo paracadutismo, al pomeriggio
cambiavo compagnia e si andava a volare. Avevo
la fortuna di vivere gli anni pionieristici
per quanto riguarda il volo a vela. Era
tutto una scoperta; aprire nuovi itinerari,
raggiungere quote e distanze sempre
maggiori, scoprendo nuovi panorami ed
emozioni. In certi periodi volavo anche
tutti i giorni, atterrando appena fuori
casa. Questo accresceva notevolmente le
qualità tecniche e i materiali sempre più
competitivi facevano il resto.
Anche nel paracadutismo ero sportivamente
aggressivo fino a diventare ben presto
capocentro. Per venticinque anni, su mia
responsabilità il centro ha visto passare
centinaia di allievi, con decine di corsi.
Pur dovendo affittare aeromobili da privati
sono stati svolti migliaia di lanci.
L'aeroporto angusto e pericoloso per la
presenza, ai suoi lati: del fiume e della
ferrovia, ci ha lasciati esenti da
incidenti. Fantastiche compagnie di giovani
si susseguivano accrescendo il numero degli
attivi restanti. L'attività in aeroporto mi
stava un pò stretta e di routne. Così, oltre
all'attività ordinaria, a numerose gare,
manifestazioni, organizzate e svolte in vari
luoghi usufruendo
dell'elicottero; iniziavo ad accomunare alla
montagna questo sport. Nelle stagioni
invernali organizzavo in Panarotta ed in
Bondone, i campionati Italiani di
Paraski per giungere negli anni successivi
alle gare internazionali Europeancup e
Worldcup, ove nel 1987 facevano
capolino i primi lanci con paracadute, in alta montagna;
sull'Adamello e Cima Tosa. Passati gli anni
ruggenti degli atterraggi in vetta, del
lancio a 8000 aprendo subito la vela, frenato dai costi proibitivi
di un atterraggio in vetta
ad un 8000 già individuato, che sarebbe
stato il coronamento dell'attività, fa breccia il B.A.S.E. Jump...La continuità, anche
emozionale, per il momento è assicurata.
BASE
JUMP
Quella cengia, amore e odio,
quell'attimo di ragione e pazzia,
infinito raccoglimento, meditazione,
scorre nella pupilla arrossata
da un febbrile vento, ondeggiante
la pellicola della vita,
in un film del terrore.
Un tremito sale dai piedi al capo,
il sangue ribolle, vulcano in eruzione,
la pelle si solleva, si stacca,
in atto di ribellione,
la mente infuocata, è fucina,
con ghiacci che navigano sotto
nel vuoto, che comandano l'anello
dell'estremo coraggio della vita.
di
Diego Caviola
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Lanci di BASE
Con Marco
Umberto e altri amici entusiasti di
questa specialità |
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Il volo del falco
Il sogno di
Leo diventa realtà: filmare il volo
del falco in un lancio di BASE |
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Una
ballata del vecchio jumper
La concentrazione incomincia
nel momento in cui scendo per le ripide
rocce che portano al punto di uscita. A un passo dal bordo dello
strapiombo, qualche ciuffo d'erba, qualche ghiaino.
Appoggio il piede su due
minuscoli "dentini" ormai familiari che spuntano proprio sul punto più esposto,
l'altra gamba appoggiata dietro in modo da permettere uno slancio di
fianco roteando brevemente al momento del salto. Lo stacco, per un
istante il vuoto in una folle accelerazione man mano placata dal vento.
Nello
stesso tempo il panorama che sta sotto di te, e che fino a poco prima del
lancio era coperto dal poggiolo di roccia, si schiude: lo zoccolo si avvicina
velocemente e la parete, con il suo pericoloso pilastro sulla destra, scorre
dietro di te e ai lati del tuo campo visivo. Le braccia e le gambe vanno subito tese all'indietro
per favorire l'allontanamento dalla parete che aumenterà con la velocità. Gli ultimi
tetti sono il punto ideale per l'apertura del mio paracadute, a testa in giù li
vedo avvicinarsi, sarò pronto ad agire nel caso in cui il mio paracadute non si
aprisse correttamente.
Sono passati
esattamente 9 secondi dallo stacco: prendo con la mano destra il piccolo
paracadutino estrattore e lo lancio in fuori nel forte vento contrario. Lo
shock d'apertura del paracadute è
violento, poi per un istante tutto si ferma, tutto è avvolto nel
silenzio, vado tranquillo verso l'atterraggio.
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