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IL BECCO
DELL'AQUILA                          
Un mito nel BASE jump

M. Brento il vuoto

sport avventura

LA GRANDE PARETE DEL MONTE BRENTO

In quel luogo detto "Becco d'aquila" se sei lì per saltare gusti  il magico  momento, che i  sensi ti mostrano in maniera amplificata; le emozioni, le sensazioni, tutto è così intenso. Se sei di casa e hai già fatto parecchi lanci, ti senti sicuro e apprezzi quei momenti. L'alpinista analizzerebbe invece la cosa in un altro modo. Ricordo quello che disse l'amico Marco Furlani, (la via Vertigine è opera sua): "arrivato in cima, quando mi sono sporto ho sofferto di "vertigini". L'alpinista potrebbe vivere così questo vuoto, temendo l'altezza, gli strapiombi, quando invece i suoi piedi sono sullo zoccolo (tanto temuto dai jumpers) si sente ormai al sicuro.  Sono sensazioni diverse, come l'approccio e i suoi valori in campo.
Avevo prestato il mio materiale ad un amico e l'avevo accompagnato al "Becco" per assisterlo nel lancio; intanto scendere per il sentiero fino all'orlo parete senza paracadute, all'inizio mi creava disagio; solo dopo essermi assicurato alla "clesidra" ho superato la sensazione di vuoto che sentivo nello stomaco. La consapevolezza, di non poter cadere e l'abitudine al tipo di ambiente, mi hanno permesso quale spettatore, di godere serenamente un luogo così esposto come quel Becco d'aquila e di condividere l'emozione dell'amico, al suo primo lancio.  
 L'aria prima del lancio sembra diventi più palpabile, densa di emozione, tutto quello che ti sta intorno é più definito, i passi sono sicuri: sei molto determinato, hai in mano la situazione. Poco prima vivevi in un'altra dimensione, e cioè quella che ti permette di non concentrarti e di vivere con semplicità le cose che ti stanno intorno e di pensare al lancio con piacere.  La concentrazione incomincia nel momento in cui scendo per le ripide rocce che portano al punto di uscita.  A un passo dal bordo dello strapiombo, qualche ciuffo d'erba, qualche ghiaino. Appoggio il piede, su due minuscoli
dentini di roccia ormai famigliari, che spuntano proprio sul punto più esposto; l'altro piede appoggiata dietro in modo da permettere uno slancio di fianco, roteando brevemente al momento del salto. Lo stacco, per un istante il vuoto, in una folle accelerazione man mano placata dal vento. Nello stesso tempo il panorama si apre con grande profondità; era celato dal poggiolo di roccia fino a  poco prima del lancio. Lo zoccolo si avvicina velocemente e la parete, con il suo pericoloso pilastro sulla destra, sale, scorre veloce dietro di te e ai lati del tuo campo visivo. Le braccia e le gambe subito tese all'indietro per favorire l'allontanamento dalla parete che aumenterà con la velocità. Gli ultimi tetti sono il punto ideale per l'apertura del mio paracadute; quasi a testa in giù li vedo avvicinarsi,  sarò pronto a reagire nel caso in cui il mio paracadute non si aprisse correttamente.                                            

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  EXIT

Guardando dall'exit
che si trova proprio
dove
finisce la via
"vertigine"
dà un senso di sicurezza.  Il suo vuoto è talmente grande  da dare l'impressione
di essere a bordo di un aeroplano.

RARE OCCASIONI

Al "Becco d'aquila" i pensieri cambiano, 
c'è chi convinto di saltare, arrivato sulla rampa che immette al bordo della parete, cambia idea.  Di solito, non ritorna contento per aver risolto il dubbio se lanciarsi o no ma apprezzerà la rara occasione di essersi conosciuto meglio.
    

9 SECONDI
 

 

 

 

 

Sono passati esattamente 9 secondi dallo stacco: prendo con la mano destra il piccolo paracadutino estrattore e lo lancio in fuori nel forte vento contrario. Lo strappo all'apertura del paracadute è violento,  per un istante tutto si ferma,  tutto è avvolto nel silenzio: vado tranquillo verso l'atterraggio. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Lo slancio, per un istante il vuoto, una folle accelerazione man mano placata dal vento.
 

ZOCCOLO KILLER
 

È un semplice zoccolo, come quello di tante altre pareti. Purtroppo ben pochi lo prendono o lo prendevano in considerazione. Questa foto mi riprende dall'elicottero. Il punto di ripresa é spostato dalla verticale, ma richiama all'attenzione i jumpers che vogliono saltare al Brento. Lo zoccolo del monte Brento.jpg (173073 byte)
In questo lancio ho aperto sopra lo zoccolo, ma alla quota prevista per poter avere il tempo di sganciare. Ovviamente la mia imbracatura  é specifica da BASE e dotata di emergenza vincolata.

 

Lago di Garda m1.jpg (379729 byte)

Dal monte Baldo
uno scorcio verso il monte Brento e a tutto quello c'é
intorno

 

 

 

 

 

 

 

 

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Parete Est del Monte  Brento