Randa
trinchetta fiocco e motore...
Dopo qualche giorno di Luna seduta, partiamo. Dieci nodi di
aria da 70°sono pochi per Kitalpha. Il mare é ancora mosso dai
forti venti dei giorni scorsi, l'onda é incrociata e scomoda ma
col motore,
filiamo a quasi 7 nodi. Ho fretta di portarmi fuori da
quest'isola Karpathos che perturba vento e mare. Al largo il motore non
serve più, il NW rinfresca a 20 nodi, randa ridotta e basta un
minimo di fiocco per guadagnare un nodo con la trinchetta.
Kitalpha sbanda i primi 20° poi pone forte resistenza
dall'andare oltre. Mezzo nodo di corrente contraria, riduce la
velocità effettiva a 6,5 kts. La rotta é di 54° su Lindos, in
dieci ore di navigazione arriviamo prima di notte. Steso sul
divano leggo il mio bel libro, mentre Carla é di guardia,
purtroppo: o perché cala il vento o perché aumenta, bisogna
intervenire e succede sempre quando sei tranquillo e smetti
di leggere per farti un pisolino. Certo con il GPS che
calcola l'angolo di scarroccio, dando la rotta in tempo reale, é
veramente un lusso... Sicuramente toglie fascino alla
navigazione ma preferisco tenerlo acceso...Sottovento
all'isola di Rodi, l'onda si riduce ma non l'aria, arriviamo
nella magnifica baia di Lindos, con le "luci di via" appena
accese. Per la notte e il giorno successivo, é previsto poco
vento; l'ancora tiene bene, Carla prepara un bel piatto di
maccheroni al ragù, con grana, abbondante peperoncino, del buon
vino rosso e caffè corretto. Tutto concilia, con un sonno
tranquillo.
In un solo abbraccio...un
mare di amicizia
Per Rodi ci aspettano solo 22 miglia, abbiamo
tutto il tempo per goderci i colori dell'alba.
Pensiamo ai nostri amici: Silvia e Carlo, anche loro trentini.
Salpano da Rodi con destinazione Creta, li incontreremo sulla
nostra rotta. Dopo 2 ore di navigazione, scorgiamo in lontananza
una barca, a vela: sono loro... cresce l'emozione per l'atteso
l'incontro, cambiamo rotta e ci avviciniamo sempre di più; Carla
chiama per radio...niente, vedrai che l'hanno spenta ma lo scafo
é blu, l'avranno colorata, mmh; la puntiamo, si ferma e al
binocolo scorgo: bandiera Inglese. Tutto ok...Salutiamo e via.
Era la prima incontrata da quando siamo partiti da Creta... La
barca dopo erano loro, accompagnati fino a Lindos da una coppia
di amici inglesi. Abbiamo legato Kitalpha e Nausicaa
insieme, un abbraccio anche tra noi e poi di nuovo il mare... ci
regalerà un prossimo incontro. Adesso siamo a Rodi.
L'influenza e i venti
contrari regalano amichevoli incontri
Dopo qualche giorno di
permanenza si è affiancato a Kitalpha un catamarano di
nazionalità Israeliana. Aveva impiegato tre giorni per giungere
a Rodi, é arrivato con bandiera gialla (richiesta di dogana) e
quella della nazionalità ben arrotolata sullo stelo...Da subito
si instauravano dei cordiali rapporti di vicinato. Il vento era
contrario alle nostre rotte, una parola lega l'altra e così
abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. Gentilezza, cortesia,
interesse per il conoscere e farsi conoscere aumentava
l'approfondimento del rapporto con la bella famiglia di Amos.
Come sempre in queste situazioni, dietro alle persone si apre
tutto un mondo e, in questo caso, di grande qualità: umana,
culturale e professionale.
"Amoseea Island" il nome dell'imbarcazione: L'isola del mare di
Amos...Sono rimasto colpito per la simpatia trovata in questo
incontro; A me non succede tanto spesso, forse perchè trentino,
montanaro e per come son fatto. Uno mi disse: "solo le montagne
non si incontrano"...Anat,
Amos, Gal & Barak...allora,
arrivederci. Una leggera influenza mi ha costretto a stare in
barca una settimana; il giorno di Pasqua ho fatto una breve
passeggiata in banchina anche per ammirare un bel ketch di circa
22m; con piacere noto che batte bandiera Italiana e si chiama "Amaltea";
molto gentilmente mi invitano a bordo e...sono sulla punta di
un'altro grande "iceberg". Mario, l'armatore, mi regala un suo
libro e due DVD che subito, con Carla apprezziamo molto. Si
riferiscono ai due giri del mondo appena fatti... e a
quarant'anni di esperienza in mare. Tutto molto interessante
ma...non ho la stessa passione e ambizione. Non vorrei una barca
dove bisogna essere minimo in tre per navigare. Da una parte mi
dispiace non avere l'entusiasmo di affrontare lunghe traversate
e dall'altra non voglio rinunciare ad essere a casa in poche ore
di volo, vicino al mio nipotino ed ai miei figli; preferisco
anche stare possibilmente nei pressi di un'assistenza
ospedaliera e, data la mia ereditarietà all'infarto e il
piacevole permanere dei vizi che lo favoriscono, non è il caso
di lasciare la Carlottola in balia di onde oceaniche...in
cambio, mantengo la mia "cultura della lentezza" e il mondo
spirituale che questa mi dona. Da
queste parti usano dire: "Una faccia, una razza..."
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