Rotta
verso Sud
02.10.2014 Salutati gli
amici salpiamo dalla rada di Portoferrario e ci portiamo nella
baia di Porto Azzurro così di buon mattino del
giorno successivo con vento previsto da NE faremo tappa a Porto
Ercole
all’Argentario.
Dai 10-15 nodi previsti siamo passati a venti di 30kts per quasi
tre ore. Questo ci ha dato una bella spintarella seppur a vele
ridotte e, lavato la bicicletta. Con il
vento quasi al traverso quelle tre ore quasi quasi
avrei preferito
farle a motore…Comunque Kitalpha in queste occasioni si
fa sempre apprezzare dandoci la sicurezza necessaria.
Calato il vento abbiamo insistito a vela tanto sapevamo dove
ormeggiare gratis anche di notte,
questo grazie alle indicazioni di
Raffaele che è quasi di casa. Armiamo il
tangone per il Genoa e
ammiriamo il tramonto mentre il vento rinfresca quel poco da
farci
sfilare nel massimo silenzio la scoscesa
costa a Sud dell'Argentario. Giunti nella
quiete del porto ci permettiamo un’ottima e ricca pizza allo
scoglio e Carla si gusta un piatto di ottimi mitili. Il sonno
non si fa attendere ma nel silenzio notturno si odono i
cinghiali grugnire in coro. Intorno al paese vi sono alture
dense di macchia mediterranea con qualche antica fortificazione.
In questa stagione un luogo tranquillo
e ideale anche per gli animali.
04.10 è il compleanno della Carla… per festeggiare prevediamo di
fermarci dando ancore nella spiaggia di Tarquinia
dove ci aspetta Leonella, sorella di Carla. Il vento è scarso e
ci costringe a dar motore. Giunti in zona ci avviciniamo
lentamente a causa del fondale roccioso e al primo spiazzo di
sabbia diamo fondo. Allestiamo il Tender e atterriamo. Siamo
emozionati
per il momento dell’incontro e brindiamo insieme nel bar della
spiaggia. E stato un momento bello ma breve, in quel momento il
vento aveva guarda caso rinfrescato e non mi sentivo tranquillo.
Lasciamo Leonella con un abbraccio e, rientrati alla barca,
lentamente ci riportiamo al largo su una più sicura rotta.
Attraversato il tratto di mare antistante Civitavecchia,
trafficato da navi da crociera in partenza navi cargo in arrivo
e petroliere alla fonda, ammiriamo il
tramonto e col buio seguiamo la vicina costa illuminata anche da
una splendida luna. Scapoliamo Capo
Linaro tenendoci per sicurezza su
una batimetrica di 20 m. giungiamo a S. Marinella dove
diamo ancora a Est, appena fuori dal
porto, in quel punto si trova sabbia e fango, buon tenitore,
diversamente il fondale è roccioso.
Mattina del 05.10. Il
sole è sorto da poco ripartiamo con destinazione
la baia di Anzio. La giornata
è splendida, il vento non
è un gran ché ma proseguiamo
a 3-4 nodi. Bisogna imporsi di non dar motore,
non c’è ragione di arrivare prima:
la pressione
è
livellata, l’aria secca, la rada ad Anzio è ampia e protetta
dai venti settentrionali che non hanno nessuna
motivo di rinforzare nelle ore notturne. Fermiamo due
pescatori che con la barca rientrano con del pescato, diamo
qualche € per un pesce qualsiasi basta che sia buono. Assomiglia
ad un
merluzzo. Messo piegato perché non ci stava nella padella
antiaderente, senza aggiungere niente solo il coperchio e fatto
cuocere per cinque minuti. Una salsa
a parte
con un po’ di olio crudo…Endorfine. Al
largo di Fiumicino rinfresca la brezza e procediamo al lasco
abbastanza spediti (oltre i 5kts) fino dopo il tramonto.
Da buon appassionato osservo
il via vai di aerei
e qualsiasi altra cosa, alternando con un
bel libro o scrivendo questo diario. Nella
cultura della lentezza il tempo passa anche veloce...
Il faro di
Capo d'Anzio con i suoi due lampi ogni dieci secondi è in
vista da un bel po’ ma sembra irraggiungibile. La luna illumina
la via e il suo chiarore ci fa evitare due bandierine
galleggianti a segnalare la presenza di reti
da pesca in profondità. Lungo costa si sa esserci questo
pericolo anche se per come é fatta la nostra chiglia, il cavo di
collegamento alle reti, difficilmente si può “incattivire”nell'elica
o nel timone. Dopo il Capo d'Anzio
seguiamo la batimetrica dei venti metri fino al centro della
rada, arrivati tra Anzio e Nettuno ci inoltriamo fino ad
un fondale di otto metri e diamo ancora.
Il tepore della barca, la semplice ma appetitosa cenetta,
concilia con l’andar a dormire.
Giorno 06.10 Entriamo nel porto di Nettuno
insieme ai pescatori mentre rientrano da una notte i pesca. Nel
bel porto facciamo un rabbocco di gasolio
e cambusa. Chiediamo via radio un transito per qualche ora e
andiamo in città. Al supermercato ci accorgiamo subito dei tanti
prodotti in offerta rispetto al nord e della qualità di frutta e
verdura nel mercato rionale. Appena dopo mezzogiorno rientriamo
in barca per il pranzo ma prima chiamo via radio la torre di
controllo per capire se possiamo ancora rimanere senza dover
pagare una tariffa maggiorata anche se non concordata. Per un
attimo non risponde nessuno e poi la voce mi avvisa di attendere
che verrà di persona a spiegarmi la cosa. Poco prima che sia
pronta la pasta con un ottimo ragù,
arriva in bicicletta questo anziano brav’uomo. Nel cesto aveva
una piccola radio ricetrasmittente e mi dice: Il ragioniere
ha detto di darmi qualcosa altrimenti deve aspettare le
ore 14 perché gli addetti alla torre sono in pausa pranzo;
andare fino là a piedi seguendo il perimetro del
porto (un marina da 800 barche) e pagare mezza tariffa.
D’accordo, va bene 20 €? Siiiii eh. Volevo dirgli sono
troppi? All’ora ci fermiamo a mangiare e,
devo avvisare per radio quando parto? Si,
si fermi a mangiare
e se esce dopo le 14 è meglio che chiami
e le dica che è arrivato dopo mezzogiorno, perché io
smonto alle ore 14. Era talmente contento che mi
ha
raccomandato di non transitare in un tratto di mare, ben
evidenziato sulle carte e sul plotter, perché a volte la Marina
Militare fa esercitazioni di tiro. Ah, grazie. Finita
quell’ottima pasta fatta da Carla ho capito… Come sempre
lentamente ma, lasciato il porto, al ricordo di quel coetaneo
gentile e contento, ci siamo rallegrati per quanto sono “in
ritardo” magari anche se non volendo abbiamo fatto contenta una
persona.
Il
sciabordio del mare ci accompagna sempre come sfondo ai nostri
svariati pensieri. Inizia il tramonto, segue il crepuscolo e si
fa notte. Per ognuna di queste fasi si passa dalla maglietta al
maglioncino alla giacca e senza appesantirsi troppo si aggiunge
una coperta. Il mio turno di guardia scade fra poco, sono
già passate tre ore, e ritornerò a spogliarmi di
tutto, accatastando ogni cosa per averla giusta in sequenza per
un eventuale urgente risveglio. Alle
02 sveglierò Carla.
Comincia a piovere, chi l’avrebbe mai detto.
C’è la Luna quasi piena,
le stelle, si è fatta qualche nuvoletta qua e là
a causa del mare più baldo dell'aria.
Non sembrano insidiose. Il leggero e continuo sciabordio
del mare che scorre comincerebbe a conciliare il sonno. Sono
trascorse alcune ore da quando è sfilato sulla sinistra Capo
Circeo e in lontananza sulla destra le luci dei fanali
dell’Isola di Ponza. All’alba vedremo l’Isola d’Ischia, intanto
la Luna è coperta da una bassa nube convettiva e nera formatasi
su Ponza. Allungherò
il mio turno di guardia…
Siamo nel
nostro Paradiso terrestre
Giorno 8.8 salpiamo
l’ancora e alle 08.30 partiamo. Vento da 5 a 8-9 nodi da
incostante SE. Impiego tempo a regolar bene le vele di
Bolina larga ottenendo una rotta di 186° su la rotta per Termini
Imerese di 182°. Proseguiamo dai 3 ai 5.5 nodi. Abbassiamo anche
la capot che sta’ sopra i vetri del pozzetto ottenendo meno
turbolenza sulla randa e meno attrito con l’aria…Almeno penso..
Le previsioni d’anno un cielo splendido almeno fino al giorno 13
ma con poco vento, più in là è inutile guardare. Poggeremo
quando sarà necessario e nei momenti zero vento recupereremo a
motore la rotta portandoci verso Sud.
Ieri
siamo entrati nel bel Porto di Ischia verso le ore
09. Chiesto un posto per il transito di un paio d’ore,
visto che è ottobre chiediamo il costo per una notte: 90€…. Il
Portolano scrive che bisogna trattare,
ma non ci sembrava nemmeno il caso perché all’ancora stiamo
bene. Fatta cambusa, controllata l’acqua
e l’olio del motore partiamo e diamo fondo appena fuori a dx
attaccati al paese, in 4 metri d’acqua. Esposti
al SE ma a ridosso per quelli da S al NW, mentre per gli altri
venti da NW ad E vi sono dei massi frangi flutti che
riparano in parte da quei venti, comunque
non previsti.
Seguiamo i capricci del vento. Dopo le prime ore
di navigazione con vento da SE che ci fa procedere a vele
spiegate inizia a calare e ruotare a SSE, l’ambiente che ci
circonda è dei migliori anche se per
qualche ora dobbiamo procedere a motore. Ammiriamo un altro
splendido tramonto e dopo il crepuscolo il sorgere di una Luna
piena che illumina il mare intorno a noi. Grazie alla
restituzione termica notturna del mare, l’aria è tiepida e la
visibilità del nulla intorno a noi arriva a lunga distanza.
Verso l'una della notte del
giorno 01.10 il
vento rinfresca da SSE con onda in aumento. Poggiamo
anche rispetto alla rotta e recuperiamo
con qualche virata ma non ci soddisfa molto. A turno proviamo a
dormire senza riuscirci. Non ci si stanca ma la mancanza del
sonno alla lunga diventa un disagio. Andiamo per 210° non
avrebbe senso andare a motore con onda al “mascone”… Ridotta la
velatura e dopo alcuni ragionamenti decidiamo di proseguire per
la “via così” che ci porterà su Ustica. Alcune navi transitano
al largo tenendoci compagnia per un po’ di tempo. A 92 miglia a
Nord di Termini Imerese il GPS v’à in avaria e proseguiamo con
la carta nautica con una rotta stimata. L’alba ridente annuncia
una splendida giornata a vela. I miei tentativi di dormire hanno
successo solo nel tardo pomeriggio ma questo basta. Adesso il
mare è meno aggressivo e la giornata trascorre sempre
serenamente, anche se le miglia per arrivare dove vogliamo
aumenteranno ma poco male non abbiamo nessuno che ci aspetta.
Adesso sono le ore 21.00 di una sera buia nonostante la
Luna piena sorta quasi un’ora fa, è per via di
una
foschia densa di umidità su tutto l’orizzonte ma la
visibilità è buona tanto da poter vedere il faro dell’Isola di
Ustica, lontano una quidicina di miglia.
Kitalpha prosegue veloce, la scia luminosa della Luna ci
accompagna, anche l’eolico con il suo sibilo ci segnala subito
ogni variazione di vento e il mare è quasi piatto. Meglio di
così. Chiamo Coppamare Ustica e mi risponde Palermo, dopo le
procedure di rito, fanno ponte radio con
Ustica e chiedo un transito e chiarimenti per l’attracco. Volevo
anche capire se vi sono i “corpi morti o serve dare ancora in
porto. Gentilmente dicono che il posto c’è e dove è e che
bisogna dare ancora. Alle ore 23.30 siamo dinanzi al porto di
Cala S. Maria. Avvolgiamo le vele, mettiamo i parabordi e le
cime di poppa. Diamo fondo all’ancora su un terreno “buon
tenitore” e ormeggiamo. Scendiamo a fare due passi e si fa in
tempo a bere una buona grappetta, seduti
ad un tavolino della terrazza del bar che domina il porto. Nel
silenzio modestamente sereni e quieti, gustiamo questo momento
notturno del porto. In estate il porticciolo è praticamente
assediato, (si può quasi passare da un lato all’altro del porto
camminando sopra le barche) la bellezza di Ustica merita una
sosta e la grappetta ha conciliato il sonno.
Giorno 10.10 Di buon mattino un gran via
vai di sub, alle prese con la vestizione e controllo
dell’attrezzatura da caricare su grossi e potenti gommoni che li
porteranno in una dei tanti luoghi per le immersioni. Un
appassionato subacqueo mi dice: i fondali sono un vero paradiso,
poi in questo mare si vede di tutto…Fatta colazione affittiamo
un motorino e giriamo per quest’isola vulcanica fertile e
verdeggiante, le case e i negozi sono decorati all’esterno con
bellissimi murales. Per l’occasione ci
fermiamo a pranzo ma in barca mangiamo sempre molto meglio…Non
abbiamo digerito bene quel poco di grossi calamari
che ci hanno portato…e Carla è ancora leggermente disturbata.
Giorno 11.10, questa mattina alle ore 05.45 ripartiamo poco
prima dell’aliscafo. Facciamo rotta su Capo Gallo in Sicilia, un
30 miglia circa. Dopo qualche ora il vento rinfresca e dobbiamo
stringere di più la Bolina. Allestisco la trinchetta
e proseguiamo prendendo per pranzo un’ottima “tempestina”che
è una minestra adatta al caso.
Giunti nel Golfo di Mondello,
come previsto incontriamo gli amici Erik ed Elisa. E’
sempre un’emozione ritrovarsi dopo una navigazione e l’attesa di
rivedersi. Una birra insieme
raccontandoci le rispettive impressioni rispetto ai luoghi nei
quali ci siamo fermati e alla rotta percorsa. Con il loro tender
scendiamo a terra a far cambusa al paese di Mondello, tra un
caotico traffico locale. Ritorniamo al più presto tra le acque
limpide del Golfo di Mondello dove ci
aspettano le nostre rispettive imbarcazioni.
Giorno 12.10, ieri
sera a letto presto, eravamo un po’ stanchi, come sempre fatico
ad addormentarmi sembra per il caldo ma credo sia anche la
vecchiaia che spesso fa così. Comunque
dormitona e alle 09.30 di un’altra magnifica
mattina risaliamo un leggero vento contrario ma dopo Capo
Zafferano cambia
direzione, concedendoci
l’andatura da noi preferita: vele a
farfalla con fiocco tangonato sopra vento. Procediamo tra
i 4.8 e i 5.1
nodi. Questo ci basta e avanza
perchè siamo appena
otto miglia
a Termini Imerese ed è appena ora di pranzo... Abbiamo
telefonato al Signor Francesco, Presidente della Lega Navale del
luogo ottenendo cortesia e disponibilità di ormeggio.
Splendido.
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